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In difesa della categoria

Di Damiano de Crescenzo, 24 Aprile 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
questa lettera
scritta dal direttore dell’Enterprise
hotel di Milano, Damiano
De Crescenzo: una risposta alle
recenti polemiche innescate dai
vertici dell’ente fi eristico milanese
Cosmit, organizzatore del
Salone internazionale del mobile.
Il presidente Carlo Guglielmi
e l’amministratore delegato
Manlio Armellini avrebbero,
in particolare, accusato pubblicamente
gli albergatori di
speculare sull’evento con ingiustifi
cati aumenti dei prezzi delle
camere. Crediamo perciò che la
natura dei temi sollevati possa
essere di estremo interesse per
chi lavora nel settore. Ai nostri
lettori che desiderassero partecipare
al dibattito, con le proprie
opinioni, offriamo perciò l’opportunità
di scrivere all’indirizzo
mail della nostra redazione:
redazione@jobintourismeditore.
it. Le lettere più interessanti verranno
pubblicate sui prossimi
numeri di Job in Tourism.
Complimenti ai signori presidente
e a.d. di Cosmit!
Ho letto che ci sarà un boom di
visitatori per la fi era del mobile
quest’anno. Che fi lm hanno visto?
Mi è sembrato di leggere le dichiarazioni
in occasione delle manifestazioni
di piazza: un milione
per l’organizzazione e 100 mila
per la questura. Sicuramente è
una buona strategia per giustifi
care i costi esorbitanti richiesti
da Cosmit agli espositori e spingere
i visitatori a non deludere le
aspettative di coloro che hanno
esposto: fa parte del gioco.
E se alla fi ne i risultati dovessero
essere deludenti? Anche a
questo Carlo Guglielmi e Manlio
Armellini, rispettivamente presidente
e a.d. di Cosmit, hanno
pensato in tempo. Infatti, sin dai
primi di aprile hanno rilasciato
interviste e comunicati contro i
nemici albergatori, rei di praticare,
a loro dire, tariffe troppo
alte negli alberghi della città e di
mettere a repentaglio la riuscita
della manifestazione, nonché
delle edizioni future. Allora c’è
da chiedersi se peccano di informazione,
e questo sarebbe grave
per gli incarichi di top management
che ricoprono, oppure se
mancano di buonafede, e questo
sarebbe forse ancora peggio.
Per la prima ipotesi va loro ricordato
che le tariffe alberghiere
seguono logiche di produzione
di servizi ma anche di mercato,
come del resto avviene anche
nel settore che loro rappresentano.
Se un albergo esagera con
le tariffe sarà il mercato a penalizzarlo;
non saranno necessarie
le loro polemiche. E poi,
non hanno mai viaggiato in giro
per il mondo e non si sono mai
accorti della variabilità delle tariffe
alberghiere a seconda della
stagionalità o degli eventi (campionati
del mondo, esposizioni,
fiere, ricorrenze)? A meno che
non abbiano mai provveduto a
saldare direttamente il conto di
un albergo, è impossibile che non
se ne siano accorti. Credono forse
che una settimana al mare a Ferragosto
abbia lo stesso prezzo di
una a giugno? E ancora: un volo
in aereo da Milano a Palermo
durante il periodo natalizio non
costa a volte fi no a tre volte il
prezzo del biglietto, per la stessa
tratta, di un normale fi ne settimana?
E come mai un capo di abbigliamento
il giorno prima della
Befana costa il doppio? Cosa
dire della variabilità dei prezzi
di frutta e verdura in base alla
stagione o alla domanda-offerta?
E nelle altre città del mondo, durante
le manifestazioni fi eristiche,
gli alberghi hanno le stesse
tariffe della bassa stagione?
Se poi esaminiamo il secondo
caso, forse tutto si spiega più
facilmente: lamentare che la
crisi del settore e del Salone sia
tutta colpa degli albergatori li
renderebbe indenni da qualsiasi
accusa. Così credono! Sul Corriere
della Sera del 20 aprile 2009
Rita Querzè titola: «Allestire
uno stand costa come una casa».
Chiedete a Guglielmi quanto fa
pagare al metro quadrato uno
stand al Salone, visto che almeno
le tariffe degli alberghi sono
di dominio pubblico. Chiedete
perché l’espositore non può portarsi
nemmeno il muletto dalla
sua azienda ed è costretto a richiedere
tutti i servizi in loco, ai
prezzi imposti da loro (alla faccia
della concorrenza). Sempre nello
stesso articolo si stima che un
metro quadrato costi 170 euro e
altri 340 se ne vadano per l’allestimento.
Ciò signifi ca che per
200 metri quadrati occorrono
circa 102 mila euro e per 600
metri quadrati bisogna investire
dai 400 ai 600 mila euro! Non
mi sembra che vengano praticati
sconti per la crisi.
E poi le previsioni:
come fanno
a sostenere che
si prevede un
boom di visitatori
per il Salone
di quest’anno?
Dove dormiranno?
Mi risulta
che negli anni
precedenti, in
occasione del
Salone, si prenotavano
camere
da Brescia a Torino, da Parma
a Lugano. Quest’anno si trovano
camere addirittura in centro
città. E poi le tariffe: proprio
quest’anno che vi è una netta
diminuzione delle tariffe parlano
di raddoppio rispetto allo scorso
anno? Ma sono dei sognatori o
dei grandi strateghi?
Ma se lor signori sono così
strateghi, come mai non si sono
accorti di un problema enorme e
reale che è quello di Malpensa?
Ma lo sanno che l’aeroporto ha
subìto un crollo del 70% e che
tante destinazioni internazionali
non sono più collegate con i voli
diretti? Non hanno mai ascoltato
nessun espositore o visitatore
terribilmente irritato per il disagio
dei collegamenti aerei che
si è venuto a creare a Milano, a
causa del disastro di Malpensa?
Magari non saranno bene informati,
se sono occupati a osservare
giornalmente le tariffe degli
alberghi. Intervistino pubblicamente
espositori e visitatori e
chiedano loro cosa ne pensino
dei costi degli stand, degli aerei,
di Malpensa, degli alberghi e di
tutto il resto. Visto che in Italia
di sondaggi ne facciamo tanti,
documentiamoci anche su questo
prima di fare dichiarazioni
improvvisate.
E infi ne, Guglielmi e Armellini
hanno tirato in ballo le istituzioni
persino per non averli interpellati
sulla creazione dell’isola
pedonale di via Tortona. Beh,
considerato quanto detto, è meglio
tenere i signori manager occupati
a guardare i prezzi degli
alberghi, almeno limiteremo i
danni. Grazie, sindaco.

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