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Il momento del CIN: da gennaio scattano obbligo e sanzioni

Dal 1° gennaio è scattato l'obbligo per tutte le strutture ricettive italiane, di qualsiasi tipo, di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale, che servirà anche a fini fiscali. Ecco quali sono le sanzioni previste per chi ancora non si è messo in regola

Dal 1° gennaio è scattato l'obbligo per tutte le strutture ricettive italiane, di qualsiasi tipo, di dotars

Di Job in Tourism, 3 Gennaio 2025

Gennaio è il mese dell’entrata in vigore del CIN, il Codice Identificativo Nazionale del quale tutte le strutture ricettive – compresi gli alloggi in affitto breve – sono ora obbligati a munirsi per legge. L’obbligatorietà è scattata il primo gennaio, data alla quale – ha reso noto Federalberghi – risultavo in possesso del CIN quasi l’80% delle strutture ricettive e degli appartamenti registrati nella banca dati delle strutture ricettive ovvero (oltre 451mila su 57mila).

Un po’ di dati

Sempre secondo i dati diffusi dell’associazione degli albergatori, i più “ligi” sono stati quelli della provincia di Matera, con il 94,10% dei CIN rilasciati rispetto al totale delle strutture registrate, seguita a ruota dalla provincia autonoma di Bolzano (93,09%). Al lato opposto della classifica, le province di Terni (54,33%) e di Trieste (55,69%). Le Regioni in cui è stato rilasciato il maggior numero di CIN risultano al momento la Toscana (54.134), la Lombardia (48.463), il Veneto (48.747), il Lazio (40.244), la Puglia (36.720) e la Sicilia (35.411).

Obiettivo: trasparenza (anche fiscale)

Sul sito internet istituito dal Ministero del Turismo è possibile monitorare in tempo reale lo stato di avanzamento nei vari territori e, per i turisti, verificare l’autenticità di ogni singolo codice. “Il codice identificativo nazionale – ha commentato Federalberghi – è uno strumento utile, che auspichiamo contribuisca alla bonifica di un mercato che purtroppo è ancora inquinato da situazioni sommerse, illegali o borderline”.

Una delle novità riguarda il fatto che il CIN nazionale sarà utilizzato anche sul fronte della trasparenza fiscale. La legge di bilancio 2025 ha, infatti, previsto l’indicazione del CIN nelle dichiarazioni fiscali e nella dichiarazione unica nonché nelle comunicazioni concernenti le transazioni effettuate sui portali, che gli intermediari devono inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate.

Le sanzioni

La sanzione applicabile, per chi non risulta ancora in regola, varia da 800 a 8mila euro in caso di strutture o immobili privi di CIN e da 500 a 5mila in caso di mancata esposizione del CIN all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura o di mancata indicazione del CIN in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.

È, inoltre, prevista una sanzione da 500 a 5mila euro a carico dei soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e dei soggetti che gestiscono portali telematici, da applicarsi in caso di mancata indicazione del CIN in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato.

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