I numeri dell’industria dei parchi divertimento riflettono un settore in salute, con il 2009 che nel complesso si è dimostrato un altro anno positivo per l’Europa (in particolare per Spagna Germania, Regno Unito e Francia). Nel 2009, i primi 25 parchi mondiali per ordine di importanza hanno, infatti, attirato un numero pressoché invariato di visitatori rispetto all’anno precedente (185,6 milioni contro i 186 milioni del 2008). Hanno tenuto soprattutto i Disney park americani ed europei, mentre hanno risentito maggiormente della crisi gli Universal studio e alcuni parchi acquatici. È quanto emerge da una recente analisi dell’area research della banca Monte dei Paschi di Siena, che evidenzia anche come l’Italia abbia un ruolo di rilievo nel business dell’intrattenimento europeo. Secondo i dati forniti dalla Siae, in particolare, nei primi nove mesi del 2009, nel nostro paese sono stati venduti oltre 11 milioni di biglietti: 500 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008, per un fatturato complessivo di 177 milioni e 300 mila euro (+11,4%). Inoltre, con la prevista accelerazione della spesa per consumi (si stima un +2,6% nel triennio 2010-2013) e la sostanziale stabilità della quota che le famiglie italiane in media destinano alle proprie uscite per alberghi, pensioni e viaggi organizzati, le attese per il triennio in corso sono per un ulteriore aumento della spesa in parchi giochi.
I parchi divertimento attivi in Italia, peraltro, sono centinaia (tra quelli dedicati all’avventura, quelli acquatici, quelli didattici, quelli tematici e quelli faunistici), seppur prevalentemente concentrati in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. A livello nazionale è Gardaland il parco divertimenti con il fatturato più consistente (circa 120 milioni di euro) e il maggior numero di dipendenti. Nel 2009 ha visto incrementare il numero dei propri visitatori del 4%, fino a raggiungere quota 3 milioni e 250 mila presenze. Dopo il recente lancio di alcune nuove attrazioni, ha in cantiere un ulteriore investimento, per il 2011, di circa 10-15 milioni di euro per la costruzione di un nuovo impianto di montagne russe. Anche il romagnolo Mirabilandia, per estensione il più grande parco divertimenti italiano, non sembra essere stato influenzato dalla crisi: negli ultimi tre anni ha registrato, infatti, un incremento costante del fatturato, dopo aver investito circa 27 milioni di euro in nuove attrazioni per il biennio 2008-2009. L’anno scorso, in particolare, il suo giro d’affari complessivo è arrivato a toccare i 56,7 milioni di euro (+8,2% rispetto al 2008), mentre anche le presenze sono cresciute dell’1,5%. Recentemente, inoltre, è stato avviato pure il rimodernamento del parco riminese Italia in miniatura, grazie a un investimento di oltre 150 milioni di euro in sette anni, il cui obiettivo è quello di raddoppiare la superficie espositiva e di puntare decisamente a superare quota 1 milione di presenze annue.
La ricerca del Monte dei Paschi si conclude, infine, osservando come, nonostante la presenza i numerosi parchi giochi in grado di rivaleggiare con le più importanti strutture europee in questo settore, in Italia vi sia ancora spazio per importanti opportunità di business. Molti nuovi parchi a tema sono stati, infatti, messi allo studio in questi ultimi anni, ma solo alcuni sono stati inaugurati. Altri, invece, sono stati frenati dalla burocrazia o da motivi ambientali; altri ancora sono stati dimenticati e di alcuni si attende l’inizio dei lavori. Le strutture più moderne devono, infatti, avvicinarsi sempre di più al concetto di resort piuttosto che a quello di mero e semplice parco divertimenti. E per poter raggiungere tale obiettivo necessitano di progetti articolati e di investimenti cospicui, che li mettano in grado, tra l’altro, di proporre sempre nuove attrazioni, di attuare politiche aggressive sul prezzo e di attivare sinergie con grandi gruppi esteri o multinazionali.
Focus sui parchi divertimento
In Italia c'è spazio per importanti opportunità di sviluppo
Di Marco Bosco, 16 Luglio 2010
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