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Cicloturismo: la rivoluzione gentile (ma disordinata)

Il rapporto annuale Isnart-Legambiente disegna il quadro di un segmento turistico ormai maturo, capace di generare un impatto economico in crescita, ma che necessita di interventi per un posizionamento sul mercato più definito

Il rapporto annuale Isnart-Legambiente disegna il quadro di un segmento turistico ormai maturo, capace di gen

Di Job in Tourism, 26 Aprile 2024

Da trend emergente e voce a sé stante, per caratteristiche della domanda e, sempre più, anche dell’offerta. Complici i cambiamenti nel modo di viaggiare accelerati dalla pandemia, il cicloturismo ha portato a termine la propria trasformazione e può essere ormai considerato, a tutti gli effetti, un segmento ben definito dell’ampia offerta turistica italiana, che esprime una domanda sempre più attenta e caratterizzata da interessi trasversali, una capacità di spesa medio-alta e un’offerta di servizi che vanno via via specializzandosi.

Il rapporto

La conferma arriva dalla quarta edizione del Rapporto Viaggiare con la bici 2024, realizzato da ISNART e Legambiente, in collaborazione con Bikenomist. Presentato nelle scorse settimane al Forum del Cicloturismo di Bologna, ha messo in fila un po’ di numeri. Innanzitutto, le presenze cicloturistiche, stimate lo scorso anno nel nostro Paese in 56 milioni, pari al 6,7% delle presenze complessive registrate in Italia. Un dato che, non solamente si riallinea a quello pre-pandemia del 2019 – come è avvenuto anche per altri prodotti turistici – ma addirittura lo supera del 4%.

A crescere, tuttavia, è soprattutto il fatturato legato al cicloturismo, che ne fa voce concreta di quello complessivo della travel industry: l’impatto economico diretto è stimato, infatti, in oltre 5,5 miliardi di euro al 2023, in crescita del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019. Andando nel dettaglio, il cicloturista spende in media 95 euro al giorno per l’acquisto di beni e servizi, un importo che per gli stranieri sale a 104,5 euro: cifre che appaiono rilevanti – osserva il Rapporto – se consideriamo che la spesa media giornaliera del totale dei turisti in visita nel nostro Paese è pari a 59,6 euro.

La domanda

I dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio restituiscono anche un profilo ben definito della domanda: il cicloturista in Italia, nell’estate 2023, è stato in prevalenza un millennial, con un livello di istruzione medio-alto, professionista e con un reddito medio o addirittura medio-alto (24%), il che lo rende un target economicamente molto appetibile per i territori. Un turista che viaggia in compagnia, del proprio partner (41%), della famiglia (26,7%) o degli amici (17%). Soprattutto, un turista “trasversale” per cui l’uso della bicicletta fa da collante tra interessi e motivazioni turistiche variegate: dalle visite al patrimonio artistico-monumentale (37%), all’immersione in quello naturalistico (36,4%), dalle esperienze enogastronomiche (24%) a quelle orientate al wellbeing in senso lato (8%).

L’uso della rete per pianificare il viaggio

Centrale si attesta l’uso della rete per la pianificazione del viaggio. Sei cicloturisti su dieci la utilizzano, infatti, per raccogliere informazioni e pianificare la propria vacanza su due ruote: ne deriva il profilo di un turista attivo e consapevole, che predilige organizzare il tutto nei minimi dettagli prima ancora di partire, consapevole della maggiore complessità tecnico-logistica della vacanza. Un dato molto interessante è che il 22% dei cicloturisti stranieri siano repeaters, ovvero disposti a ritornare in Italia a seguito di un’esperienza piacevole, “dimostrando una propensione a lasciarsi fidelizzare su cui certamente merita puntare”, rileva ancora il Rapporto.

In ragione di tutte queste caratteristiche, il cicloturista ha una propensione maggiore a lasciare recensioni online, indicazioni su itinerari e “tecniche”, in particolare rivolte alla propria community, a cui è legato da un sentimento di fraternità e appartenenza. I social rimangono il canale più utilizzato.

La “rivoluzione gentile ma disordinata”

Nel Rapporto – ha commentato Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo – abbiamo volutamente parlato di una ‘rivoluzione gentile ma disordinata’, che si muove sulle due ruote dal Nord al Sud del Paese. Gentile, perché lenta, sostenibile e lontana dalle logiche di fruizione ‘mordi e fuggi’ delle nostre città, coste, borghi e aree interne. Disordinata, perché molto resta da fare per costruire una ‘cultura del turismo slow’, a cominciare dal Codice della Strada, che nella revisione in discussione in Parlamento non va nella direzione di una maggior tutela dell’utenza fragile”.

Un settore che “è molto cresciuto in questi ultimi anni – ha confermato Paolo Bulleri, dirigente dell’area Ricerca di ISNART anche grazie agli sforzi di tanti imprenditori che hanno saputo investire per offrire esperienze e servizi di qualità, contribuendo a vivificare, anche economicamente, molte aree interne del Paese, lontane dai tradizionali flussi turistici. Credo, tuttavia – ha aggiunto – che ci siano ancora ampi spazi di mercato da cogliere e che per farlo serva una visione coerente e integrata che sappia ancor meglio posizionare l’offerta cicloturistica del Paese, in particolare sui mercati internazionali”.

Per approfondire: I cicloturisti soggiornano più lungo e scelgono l’hotel

Dal Rapporto “Viaggiare con la bici 2024″ emerge come vada incrementandosi la tendenza mostrata dai cicloturisti in Italia a pernottare mediamente più a lungo del totale turisti: il 60% soggiorna tra le 7 e le 13 notti, il 15% supera le due settimane fino al mese intero, mentre la permanenza media si attesta sulle 8,3 notti (a fronte delle 7,6 del totale turisti). Quasi 4 cicloturisti su 10 scelgono di pernottare in hotel – il 39% nei 3 stelle, il 37,4% nei 4 stelle – mentre il 19,4% opta per i B&B.

Nel complesso, il giudizio del cicloturista sulla vacanza trascorsa in Italia è buono: 8,1 su 10. Tra gli aspetti più apprezzati, spiccano l’enogastronomia e la cortesia e ospitalità, mentre esistono margini di miglioramento rispetto al giudizio sull’efficienza dei trasporti locali, sull’offerta d’intrattenimento, ma anche sull’organizzazione territoriale. L’enogastronomia, per sua natura più diretta e totalizzante, può ed è in questo momento un elemento caratterizzante dell’offerta, che aiuta il visitatore a immergersi nell’esperienza e nel contesto territoriale vissuto.

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