Quello del vino, si sa, è un mondo che nasconde mille storie, molte delle quali finiscono per influenzare anche il prodotto e l’esperienza di assaggio da parte del cliente finale perché hanno a che fare con i metodi di produzione, con la gestione delle cantine, con le peculiarità geografiche e sociali dei luoghi in cui il vino viene fatto. Selezionare etichette capaci di raccontare storie particolari può, dunque, rappresentare l’occasione per chi lavora in sala per proporre ai propri ospiti non solamente prodotti meno noti e più particolari, ma anche un’esperienza enogastronomica capace di travalicare i confini del mero gusto.
Ecco, allora, cinque vini che si caratterizzano per i luoghi assolutamente particolari nei quali sono stati affinati.
In mare, nelle acque del Delta del Po
Laddove il Po termina il suo corso sfociando nel mare Adriatico riposta tre mesi lo Stella Maris Brut Blanc de Noir di Mariotti, azienda di Argenta, Ferrara. Questo Blanc de Noir, che nasce nella sabbia, dopo un anno di affinamento in bottiglia a contatto con i lieviti si “tuffa” in mare, dove le bottiglie rimangono immerse all’interno di un cestello chiamato “ostriga”, brevettato da un’azienda locale per l’allevamento delle ostriche. Grazie alle correnti e a un’incessante fluttuazione, i lieviti si muovono continuamente all’interno della bottiglia, assicurando un contatto completo con il vino, regalandogli una personalità unica. Al ripescaggio delle bottiglie segue il dégorgement e il successivo imbottigliamento. Ottenuto vinificando in purezza i grappoli delle viti a piede franco di Fortana, l’uva delle sabbie per eccellenza, questo vino si contraddistingue per il suo colore oro e le sue bollicine fini e persistenti, un bouquet aromatico intenso ed elegante con note fruttate di bacca e marasca, fiori di acacia e un lieve tocco agrumato. Fresco e sapido in bocca è avvolgente e morbido al palato, con una buona acidità e sul finale presenta una nota aromatica che ricorda la buccia di arancia. Ideale con antipasti di mare, pesce alla griglia e frittura di pesce.
Nelle cave di pietra del Monferrato
Nel cuore del Monferrato, le antiche cave sotterranee di pietra da cantone del Castello di Uviglie, con la loro superficie di 10mila mq raccontano la storia di un fondale marino antico 17 milioni di anni, originato dall’antico Mare del Piemonte. Scavate nel corso di oltre 1.200 anni, le cave della cantina Castello di Uviglie, grazie a un progetto di rivalutazione compiuto dalla famiglia Bonzano, sono oggi dedicate all’affinamento del Metodo Classico. In questi luoghi sotterranei, il processo di rifermentazione in bottiglia de Le Cave Extra Brut millesimato avviene molto lentamente, affinando sui lieviti per 44 mesi. Realizzato con uve Pinot Nero e Chardonnay, è una bollicina effervescente ed elegante, brillante alla vista e con sentori fruttati e di crosta di pane e note minerali al palato. Fresco e cremoso, si sposa con crostacei in salsa bernese, primi piatti di verdure, pesce arrosto, carni bianche e formaggi saporiti.
Nelle miniere piemontesi
Nei cunicoli scavati dall’uomo nella Valle Germanasca per estrarre la rara e pregiata varietà di talco piemontese “Bianco delle Alpi”, a 1 km di profondità affinano per almeno 36 mesi le bottiglie di Eli Pas Dosè, il Metodo Classico di L’Autin, cantina di Barge, al confine tra le province di Torino e Cuneo. Una a una, le bottiglie vengono trasportate a mano nelle miniere situate a 1260 metri sul livello del mare, nelle gallerie dove la temperatura è costante a 10 °C e l’umidità è al 90% e dove il vino riposa nel cuore della montagna tra silenzio e buio. Il blend di uve Bianver, vitigno nobile piemontese, Pinot Nero e Chardonnay al naso sprigiona sentori di lievito, crosta di pane e con profumi fruttati, mentre al palato è fresco e con una buona acidità, che lo rendono perfetto come aperitivo e a tutto pasto con piatti a base di pesce e crostacei.
Nella profondità del pozzo
In provincia di Asti, la Cascina Carlòt produce ogni anno in poche bottiglie Mario e il Pozzo, un Moscato Bianco di Canelli in purezza. Un vino brioso, avvolgente e accattivante che segue rigorosamente la fermentazione in bottiglia, in un ambiente con poca luce, a temperatura costante durante tutto l’arco dell’anno: un vecchio pozzo di famiglia dei produttori. La notevole profondità, circa trenta metri, garantisce un’acqua dalla temperatura di poco inferiore, un ambiente completamente riparato dalla luce e soprattutto la contropressione che va a contrastare quella sviluppata dai lieviti indigeni presenti nel vino. Un vino dalla spuma fitta e cremosa che al naso è intenso e delicato, con ricordi di fiori di acacia, glicine, pesca e albicocca, mentre il palato viene avvolto da note fini e cremose. Perfetto per un brindisi speciale e con dolci, torte alla crema e pasticceria secca.
In cima, sul Monte Bianco
Un’interpretazione estrema delle uve Prié Blanc che vengono vinificate in purezza oltre i 2.000 metri di quota sul Monte Bianco, grazie alla collaborazione con la Società delle Guide Alpine di Courmayeur: Cuvée des Guides di Cave Mont Blanc è un Metodo Classico dalle caratteristiche uniche e rare determinate dalla pressione atmosferica dell’alta quota e dalle temperature costanti mantenute durante i due anni di affinamento a 2.173 metri. Dal 2015 il processo di spumantizzazione e dégorgement avviene all’interno della cantina creata presso il Pavillon du Mont Fréty, la stazione intermedia della funivia Sky Way Monte Bianco. Tutto ciò influenza la qualità del perlage di questo Metodo Classico che spicca per la sua armonia e complessità, tra profumi floreali e lievi sentori di scorza di agrume, buona sapidità, mineralità e freschezza al palato. Da sorseggiare come aperitivo con salumi, fritture di pesce e finger food gourmet, o ancora con antipasti di pesce al vapore, spaghetti alle vongole, ostriche e pesce alla griglia.
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