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Affitti brevi, via libera della Consulta alle regole dei Comuni

La Corte Costituzionale si è espressa riconoscendo la legittimità della legge regionale della Toscana sul turismo che lo scorso marzo era stata impugnata dal Governo: una sentenza destinata a fare scuola in materia di regolamentazione degli affitti brevi

La Corte Costituzionale si è espressa riconoscendo la legittimità della legge regionale della Toscana sul t

Di Job in Tourism, 17 Dicembre 2025

Si chiude con una sentenza destinata a fare scuola l’anno delle grandi polemiche sugli affitti brevi. Nei giorni scorsi, infatti, la Corte Costituzionale si è espressa riconoscendo la legittimità della legge regionale della Toscana sul turismo che lo scorso marzo era stata impugnata dal Governo. Una legge oggetto di scontro in merito soprattutto alle disposizioni relative agli affitti brevi, con il riconoscimento del potere concesso ai Comuni di varare norme specifiche per limitarli previsto nel dispositivo.

Le sentenza

Di fatto, la Corte Costituzionale ha ritenuto l’impugnazione del Governo infondata e ha chiarito che i poteri concessi dalla Toscana ai sindaci per la regolazione del turismo – compresi gli aspetti relativi alle locazioni turistiche – sono legittimi e proporzionati. Una posizione che – ha evidenziato l’Anci – “rafforza così la posizione dei Comuni che, come Venezia e Bologna, hanno già agito introducendo limiti attraverso i regolamenti edilizi oppure, come Firenze, intervenendo con delibera in attuazione della norma regionale”.

Le reazioni

Immediate sono state le reazioni, a partire proprio da quella dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che, sulla scia di quanto indicato dalla sentenza, è tornata a chiedere al Governo “un intervento regolatorio unitario nazionale che, nel definire regole chiare e certe, dia finalmente a tutti i Comuni caratterizzati da importanti flussi turistici i pieni e necessari poteri regolatori in materia di locazioni brevi”.

Una sentenza che “va nella giusta direzione”, anche per gli albergatori di AICA perché “riconosce elementi che da tempo Confindustria Alberghi considera centrali: la necessità di una governance del turismo equilibrata, la tutela dei territori e il contenimento degli effetti distorsivi legati alla proliferazione incontrollata delle locazioni brevi. Si tratta di un passaggio importante – ha commentato la presidente Elisabetta Fabri – perché viene finalmente affermato, in modo chiaro, il bisogno di intervenire sugli impatti negativi che questo fenomeno ha prodotto sul diritto all’abitare, sull’organizzazione delle nostre città e sulla sostenibilità complessiva delle destinazioni turistiche. Un quadro regolatorio certo e proporzionato è indispensabile per garantire concorrenza leale, qualità dell’offerta e uno sviluppo turistico realmente sostenibile”.

Di tutt’altro avviso i rappresentanti dei gestori di affitti brevi, che hanno evidenziato il rischio che la sentenza diventi “un precedente per altre Regioni, con una stretta normativa che avrebbe un impatto molto pesante sull’organizzazione delle imprese, sull’occupazione e sulla tenuta di un comparto che ha garantito investimenti e lavoro diffusi sui territori”, ha commentato Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia.

 

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