Parola d’ordine: adattamento. Passa anche da qui la ricerca da parte della aziende dell’hospitality di una soluzione alla difficoltà di reperimento del personale. Una situazione che, dal post pandemia, sembra ormai essersi cronicizzata e che interessa, a macchia di leopardo, diversi comparti dell’hotel: la Cucina e Sala, per la quali trovare addetti è diventato “quasi impossibile”, raccontano molti HR, al Front Office fino all’Housekeeping e, recentemente, anche al reparto Manutenzione. Per intercettare talenti – e provare a tenerseli stretti – nelle ultime stagioni hotel e catene alberghiere hanno puntato molto su welfare aziendale e nuove modalità di selezione, ma a emergere ora è la consapevolezza di dover agire anche su un altro fronte: l’organizzazione del lavoro e il suo adattamento alle nuove richieste delle persone, in cerca soprattutto di un sano equilibrio tra vita professionale e personale.
Se ne è discusso in occasione della prima data della stagione 2025-2026 di TFP Summit, la nostra job fair dedicata all’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel settore, che si è svolta la scorsa settimana a Verona. Tra un colloquio di lavoro e l’altro – oltre 400 i candidati che hanno sostenuto le interviste con i recruiters di hotel, catene alberghiere, aziende del turismo e agenzie interinali – si è riflettuto sulla necessità di rivedere turni e orari come condizione per tornare a essere aziende attrattive sul mercato del lavoro: il racconto in questo approfondimento dall’ultimo numero del nostro magazine digitale (sfogliabile per intero a questo LINK),
Il mercato del lavoro è cambiato
“La questione dell’organizzazione è cruciale – premette Leonardo Bona, Corporate Sales Manager – Hospitality di inJob –. Le aziende devono adattarsi alle nuove richieste espresse dai candidati: niente turni spezzati e due giorni di riposo a settimana, possibilmente consecutivi. Il mercato del lavoro è cambiato, le persone non sono più disposte a lavorare nelle modalità che abbiamo conosciuto finora, bisogna prenderne atto”.
Ne è convinta anche Sabrina De Angelis, Talent Acquisition Coordinator – People, Southern Europe di Minor Hotels Europe & Americas: “La situazione del recruiting nell’ospitalità rimane complessa – analizza – i professionisti sono pochi e la competizione è tanta. Ciò che possiamo fare come aziende è ascoltare di più le persone e adeguarci alle richieste che pongono, rendendo i turni più sostenibili, limitando gli spezzati e aumentando i riposi. È la direzione sulla quale anche noi intendiamo lavorare”. Un aspetto collegato, aggiunge De Angelis, è quello dell’housing: “Poter offrire l’alloggio aiuta moltissimo a intercettare quei candidati che pure ci sono, come nel caso dell’F&B, ma i cui profili sono caratterizzati da mobilità”.
La questione alloggi
Il tema è delicato, soprattutto per alcune realtà e destinazioni, come le grandi città d’arte, la montagna o le strutture stagionali. “L’organizzazione del lavoro è uno di quei fattori che porta un candidato a scegliere un’azienda piuttosto che un’altra – analizza Mattia Ronco, Human Resources Director di Lungolivigno Hotel&Fashion –. Ne siamo perfettamente consapevoli, ma c’è un tema di risorse. Garantire i 5 giorni di lavoro su 7 significa avere più personale e, di conseguenza, più alloggi: questa per noi è la vera difficoltà. Sappiamo, tuttavia, che se vogliamo rimanere competitivi, dovremo affrontarla”.
La qualità dell’esperienza professionale
Che il mercato del lavoro sia cambiato è cosa di cui ormai le aziende del turismo e dell’ospitalità sono, dunque, consapevoli. “Oggi i candidati valutano la qualità dell’esperienza professionale che un’azienda sa offrire. Sempre di più hanno un peso le opportunità di formazione e crescita oltre che la possibilità di mantenere un soddisfacente work-life balance – riconosce Lisa Delli, TA e L&D Manager di The Gritti Palace –. Marriott Intl. ne è consapevole e si sta muovendo in questa direzione. Quello che stiamo vivendo è un momento di cambiamento importante per il settore dell’ospitalità e iniziative come il TFP Summit sono preziosi momenti di ascolto e confronto”.
Un cambio di mentalità
Ciò che serve – concordano HR manager e direttori di grandi gruppi alberghieri così come di strutture indipendenti – è un cambio di mentalità, in parte già avviato. La conferma arriva dalle parole di un giovane direttore, Giovanni Roberti, a guida dell’hotel Indigo Verona, a gestione HNH Hospitality: “Oggi le aspettative delle persone sono più alte, siamo noi che dobbiamo farci trovare pronti – dice –. Bisogna sapersi adeguare, ascoltando le persone, soprattutto i più giovani. Saremo bravi se riusciremo a migliorare le nostre capacità comunicative, a immedesimarci nelle richieste che ci arrivano, ad avere la pazienza di ascoltare candidati e collaboratori per aiutarli a crescere professionalmente. Servono nuove soluzioni organizzative, niente più lavoro 6 giorni su 7 e turni spezzati, altrimenti continueremo a non trovare personale”.
D’altra parte, questa è la richiesta, concorda Erika Poiana, HR Manager di Airelles Venezia, prima struttura italiana del gruppo francese, in apertura la prossima primavera. “Dai noi – racconta – il lavoro sarà strutturato 5 giorni su 7 con turni il più possibile unici proprio per favorire la miglior conciliazione tra il lavoro e la vita privata: la prima cosa i candidati chiedono”.
Per approfondire: Professionisti junior e senior a confronto: la formazione protagonista a TFP Summit
Passione, cultura dell’ospitalità, capacità di ascolto. Sono state queste le parole ricorrenti dei momenti di formazione rivolti a studentesse e a studenti delle scuole di turismo del territorio durante TFP Summit Verona. Oltre cinquanta ragazzi delle classi quinte dell’Istituto Tecnico Romano Guardini e dell’Istituto Tecnico Statale Marco Polo – futuri Chef, Camerieri, Housekeeper, Addetti al Front Office – che hanno ascoltato gli interventi tenuti dai professionisti senior di A.M.I.R.A., l’Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi, e di A.D.A., l’Associazione dei Direttori di Albergo. Un confronto prezioso per conoscere risvolti concreti del lavoro e ricevere consigli su come affrontare le diverse situazioni che si possono presentare in hotel. I professionisti delle due associazioni hanno raccontato agli studenti quali sono gli aspetti ai quali gli ospiti pongono maggiore attenzione in sala, cosa significa mettere in pratica un ascolto attivo ed empatico, come gestire lamentele, critiche o comportamenti eccessivi.
La mattinata, che si era aperta con un primo seminario dedicato alla gestione del colloquio di lavoro, si è chiusa con la possibilità per gli studenti di sostenere interviste con i recruiters delle aziende presenti alla job fair: un’occasione utile per mettersi alla prova e fare un test in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro che li attende a breve.
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