Quanti sono gli alberghi in Italia? Come viaggiano domanda e offerta di ospitalità? Cosa cerca chi prenota un soggiorno in albergo, preferendolo ad altre forme di ricettività? A queste domande ha provato a dare una risposta l’indagine realizzata nelle scorse settimane da Federalberghi e Tecnè, i cui risultati sono stati diffusi in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione degli albergatori che si è tenuta a metà maggio a Merano. Una fotografia dalla quale emerge l’immagine di un comparto chiamato a confrontarsi “con una popolazione di viaggiatori in continua evoluzione – sintetizza Federalberghi – che ha mutato le sue abitudini radicalmente dopo la pandemia e che programma il proprio viaggio puntando all’emozione esperienziale più che a una semplice accomodation e che deve misurarsi sempre più con l’influenza che i social esercitano sui visitatori riguardo la scelte delle destinazioni”. Ma vediamo nel dettaglio cosa raccontano i numeri in questo servizio dall’ultimo numero del nostro magazine digitale sfogliabile per intero a questo LINK.
Il totale degli alberghi
Innanzitutto quelli complessivi, che indicano un totale di 32.194 hotel presenti in Italia, con un’offerta di 1.068.322 camere e 2.232.799 posti letto. Negli anni – emerge dall’indagine – si è assistito a un graduale aumento della dimensione media degli alberghi e a un contestuale processo di riqualificazione che ha portato le categorie più alte a assumere un peso sempre maggiore. Infatti, i 4 e 5 stelle sono passati dall’essere l’8,5% dell’offerta alberghiera nel 2000 al 22% del 2023. Contestualmente, i 3 stelle e le residenze turistico-alberghiere sono diventati la categoria più rappresentativa: dal 42,2% al 55,2%.
Arrivi e presenze
Analizzando il comparto specifico degli esercizi alberghieri, si evidenzia un quadro a doppia velocità: gli arrivi in hotel si attestano a un livello leggermente inferiore a quello pre-pandemia del 2019, ma il numero di presenze è in crescita. Dopo gli anni difficili della pandemia, nel 2024 le presenze in albergo sono state, infatti, 283.566.417 e gli arrivi 89.087.262, per una permanenza media di 3,2 giorni. In particolare, i pernottamenti sono stati maggiori del +3% rispetto al 2023 e del +0,9% rispetto al 2019, anno del precedente record. Un risultato che indica un turismo più stabile, indirizzato a soggiorni di maggior durata, ma che è anche il frutto di due andamenti contrapposti tra loro: mentre la domanda interna ha registrato un calo di presenze del -1,2% sul 2023 e del -4,2% sul 2019, quella straniera è, invece, aumentata rispettivamente del +7,1% e del +6,1%. Che a fare la differenza sia, in questo momento, soprattutto la domanda estera lo confermano anche i dati sulla spesa dei turisti stranieri in Italia, che nei primi due mesi del 2025 è stata valutata in 5,5 miliardi, ovvero il 6,2% in più rispetto alla cifra dello stesso periodo dello scorso anno. In generale, tuttavia, il 2025 è iniziato con un calo delle presenze alberghiere nel primo trimestre del 1,8% rispetto allo stesso periodo del 2024 (per un totale di 44,5 milioni).
Social media, sostenibilità, esperienze
In fatto di domanda, l’indagine ha poi analizzato il peso di due driver oggi sempre più trainanti, ovvero social media e sostenibilità. Per quanto riguarda i primi, è emerso che oltre la metà degli italiani ne è influenzato per la scelta della località in cui recarsi in vacanza: il 12,1% si dice molto influenzato, il 43,9% abbastanza. Tre quarti dei clienti verifica le recensioni prima di scegliere la destinazione: il 27,7% lo fa sempre, il 49,8% lo fa qualche volta.
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, si tratta di un tema che influenza sempre più la scelta della struttura in cui alloggiano gli italiani in vacanza, con il 38,8% che predilige alberghi che adottano pratiche sostenibili.
Infine, il rapporto tra soggiorno ed esperienze: gli italiani sono interessati alle attività organizzate dall’albergo per scoprire tutte le sfaccettature del territorio in cui soggiornano, come tour e visite guidate, esperienze di benessere e relax, esperienze musicali e d’intrattenimento anche esclusivo, degustazioni di vini locali e corsi creativi o laboratori artistici.
Un turismo che cambia
“Il settore – ha chiosato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – si conferma come una infrastruttura economica fondamentale per il Paese. I nostri concittadini stanno dimostrando di prediligere le strutture alberghiere, in particolare quelle votate alla sostenibilità. L’auspicio è che possano rappresentare una massa critica sempre maggiore. Oggi chi sceglie l’hotel cerca un’emozione, un’esperienza, non più semplicemente un luogo dove soggiornare. Noi – ha aggiunto – siamo chiamati a dare fondo alla nostra inventiva e alla nostra capacità imprenditoriale per rispondere in tempo reale a un turismo che cambia. Dalla nostra indagine, si evince quanto i social siano diventati determinanti nella scelta della destinazione di viaggio. A questa tendenza va data un’attenzione speciale, fornendo risposte di grande competenza e puntando alla formazione di figure professionali specializzate”. Bocca ha poi rilanciato il tema del ruolo delle infrastrutture sul territorio: “Malgrado i buoni risultati, non si può lavorare in solitaria. Nel nostro comparto conta moltissimo fare rete ma anche avere i supporti necessari affinché l’offerta possa essere attrattiva fino in fondo. Sotto questo profilo siamo ancora carenti in termini di infrastrutture: il turismo vive e si esprime sul territorio. Non si possono fare miracoli se non si è agevolati nella raggiungibilità di una destinazione. Auspico che su questo tema si facciano veloci e risolutivi passi in avanti”.
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