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Hospitality: il numero di occupati è da “record”

I dati Inps elaborati da Federalberghi confermano ciò che raccontano anche le aziende: il mercato del lavoro nel settore si è rimesso in moto. Il numero di occupati cresce soprattutto per quanto riguarda stranieri, stagionali, giovani e donne

I dati Inps elaborati da Federalberghi confermano ciò che raccontano anche le aziende: il mercato del lavoro

Di Job in Tourism, 9 Ottobre 2024

Il mercato del lavoro alberghiero si è rimesso in moto, come ci raccontavano le aziende del settore la scorsa settimana nell’approfondimento dedicato alla nostra job fair TFP Summit Verona, che si è tenuta ai primi di del mese.

La conferma arriva ora anche dai numeri diffusi da Federalberghi, elaborati a partire dall’archivio dei lavoratori dipendenti dell’INPS in collaborazione con l’Ente Bilaterale Nazionale per il Turismo (EBNT), che evidenziano come lo scorso anno il settore abbia impiegato un numero di dipendenti “record”, mai raggiunto prima.

Il totale degli occupati

Secondo le elaborazioni Federalberghi, nel 2023 il settore alberghiero pare, dunque, aver invertito la rotta impiegando in media 224.026 dipendenti, con un massimo di 313.506 nel mese di luglio: un numero mai verificatosi nella storia del settore, se si considera che il precedente picco (210.132 lavoratori) era stato quello raggiunto nel 2019 (con un incremento rispetto al pre-pandemia, quindi, del 6,6%).

Spazio a giovani (e senior) e donne

Gli occupati – comunica ancora Federalberghi – sono stati per il 47,2% uomini e per il 52,8% donne. Anche in termini di aumento in questi anni le lavoratrici negli hotel hanno superato gli uomini: +8,5% tra il 2023 e il 2019 (corrispondente in valori assoluti a 9.297 dipendenti) contro il +4,5% dei loro colleghi maschi (+4.597 in valore assoluto).

L’età media di chi lavora in hotel è di 40 anni. Più di un lavoratore su quattro (27,8%), però, ha meno di 30 anni ed è interessante notare come tra il 2019 e il 2023 siano aumentati i dipendenti delle fasce di età estreme: i più giovani (sotto i 20 anni) hanno avuto un aumento del 34,8%, mentre i più anziani (sopra i 60 anni) del 34,7%. Le fasce centrali di età, invece, sono diminuite (-1% per i trentenni e -4,5% per i quarantenni).

Altro dato certamente da non sottovalutare è quello relativo agli stranieri, che rappresentano il 30,8% della forza lavoro dipendente (per un totale di 69.088 lavoratori) e che arrivano a rappresentare il 41% degli occupati nel Nord-Est del Paese: numeri che evidenziano “la centralità del settore nei flussi di lavoratori provenienti dall’estero e rappresentano un fattore positivo di integrazione e di rafforzamento del tessuto sociale”, sottolinea Federalberghi.

Il numero degli occupati stranieri è, inoltre, cresciuto di 9.691 unità dal pre-pandemia (+16,3%). Al contrario, i nostri connazionali sono aumentati in misura più contenuta (in termini assoluti +4.203 e in termini percentuali +2,8%).

E i contratti?

Il 77% risulta assunto a tempo pieno e il restante 23% a tempo parziale. Cresce anche la dimensione media delle aziende alberghiere, passata da 12,1 lavoratori dipendenti nel 2019 a 13,4 nel 2023 (con un picco di 16,1 dipendenti a luglio). I lavoratori assunti a tempo indeterminato nel 2019 erano 78.917, nel 2023 sono diventati 75.961 (il 33,9% del totale).

Determinante la quota di stagionali, che sono stati 89.479 nel 2019 e nel 2023 sono diventati 107.501, pari al 48% del totale. I contratti a tempo determinato (per ragioni diverse dalla stagionalità) erano 41.737 nel 2019, mentre nel 2023 si sono ridotti a 37.249. I lavoratori assunti con contratto intermittente sono aumentati leggermente passando da 14.920 a 14.995. Sono stati 51.446, infine, i lavoratori occupati part-time nelle imprese alberghiere nel corso del 2023 (23% del totale), a un livello sostanzialmente invariato rispetto al 2019 (51.956).

La mappa dell’hospitality

Se guardiamo, infine, alla distribuzione geografica degli occupati, il Trentino-Alto Adige è la Regione con più lavoratori dipendenti nell’alberghiero con 33.440 unità. La seconda è la Lombardia con 27.560 lavoratori, terzo il Veneto con 24.119. Seguono, l’Emilia-Romagna che occupa 20.638 lavoratori dipendenti e la Toscana che ne registra 17.998. Da ciò si evince che più di un dipendente su tre (36,4%) negli alberghi è impiegata nelle regioni del Nord-Est. Le isole invece sono quelle con la minor percentuale (9,2%) ma anche quelle che dal 2019 hanno avuto l’incremento percentuale maggiore (+15%).

Per quanto riguarda le provincie, quella con più occupati è Bolzano con 23.406 lavoratori nel settore alberghiero. Al secondo posto si è classificata la provincia di Roma con 13.366 dipendenti, terza Milano con 12.739. Quarta la provincia di Venezia che ha registrato 11.571 dipendenti e quinta quella di Napoli con 11.122.

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