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Per favore niente cv in formato europeo

Tutti i consigli per candidarsi al meglio in Club Med (e altrove): cosa scrivere nel cv, come affrontare il colloquio, quando chiedere i feedback

Tutti i consigli per candidarsi al meglio in Club Med (e altrove): cosa scrivere nel cv, come affrontare il c

Di Marco Beaqua, 30 Novembre 2017

Porre massima attenzione, persino al dettaglio più banale; inserire tutte le informazioni necessarie, compresa una foto personale; costruire ogni volta un profilo ad hoc, preferibilmente non in formato europeo. Sono tre dei consigli che Helga Niola si sente di dare a chi intende inviare la propria candidatura per una nuova posizione di lavoro. Regole, queste, valide in ogni occasione e non necessariamente solo riguardo in Club Med. Si prenda per esempio un particolare come il numero di telefono: «Deve essere quello giusto: attivo, prima di tutto, e possibilmente non condiviso con altri membri della famiglia. Non bisogna poi dimenticare di indicare mail e domicilio. Capita troppo spesso di non riuscire a contattare i candidati. E dopo qualche tentativo, siamo costretti a passare oltre. Ma è importante che si includano davvero tutte le informazioni essenziali: oltre ai dati anagrafici e di contatto, anche gli studi, le esperienze lavorative, le competenze informatiche e linguistiche, gli interessi e gli hobby, i propri obiettivi…

Domanda. Con tante cose da inserire, non si rischia di andare un po’ lunghi? Qual è in particolare la lunghezza ideale di un cv?
Risposta. Mai più di due o tre pagine al massimo. I profili degli amministratori delegati solitamente non superano il paio di fogli. Il dono della sintesi in questi casi è fondamentale. Non bisogna però dare mai per scontato che il selezionatore conosca tutti i datori di lavoro esistenti: dopo aver indicato il nome dell’azienda, suggerisco perciò di spiegare ogni volta in due parole quali sono il suo settore di riferimento e le sue dimensioni.

D. Perché è meglio inserire anche una foto?
R. Noi delle risorse umane siamo pur sempre esseri umani. E la memoria visiva è molto potente. Ci ricordiamo perciò più facilmente di una candidatura, se possiamo abbinare un nome a un volto.

D. Quali i vantaggi che si traggono invece dal creare un curriculum su misura per l’azienda a cui ci si rivolge?
R. Dimostra maggior engagement da parte del candidato e aiuta il recruiter a trovare punti di contatto con le posizioni aperte. Del resto, il cv serve proprio a questo: a emergere tra le tonnellate di carte che ogni giorno le aziende si trovano ad analizzare. È il canale per passare allo step decisivo. Perché è il colloquio il momento durante il quale possiamo davvero apprezzare il profilo di un candidato a tutto tondo. Nel cv consiglio quindi di menzionare anche cosa piace fare e quali sono i propri interessi: tutti modi per farci capire fin da subito che tipo di persona abbiamo di fronte. Per lo stesso motivo, a meno di una richiesta specifica da parte dell’azienda, starei al contrario lontana dal cv in formato europeo. I modelli personalizzati sono più significativi: creativi, colorati, molto stilosi… La scelta è libera.

D. Insieme al curriculum è buona abitudine inviare anche una breve lettera di accompagnamento, che ormai per la verità si riduce sempre più spesso a qualche riga nel corpo della mail: in uno spazio tanto piccolo, quali sono perciò le informazioni più importanti da inserire per presentare al meglio se stessi?
R. Sicuramente gli obiettivi personali e professionali. Poi cosa veramente interessa al candidato, quali i benefici che potrebbe apportare all’organizzazione, nonché le proprie motivazioni e una sintesi delle competenze acquisite.

D. Immagino che tu ne abbia viste di tutti i colori durante la tua carriera: quali sono state, in particolare, le candidature più strampalate che hai ricevuto?
R. In effetti mi sono imbattuta in parecchie stranezze: da cv con allegate foto in tanga, di cui ancora mi interrogo sui motivi, fino a profili di sacerdoti che credevano davvero nelle virtù infinite delle competenze trasversali. Ma ricordo anche il curriculum di un addetto alle pulizie che si era candidato per una posizione di cantante: insieme alla sua presentazione, c’era pure il link a un video amatoriale nel quale si esibiva completamente sballato in un concerto di musica alternativa, vagamente ispirata alle campagne anti-multinazionali. Per non parlare infine di chi, invece di allegare il cv, inoltra buste paghe, bollettini di multe e altro ancora…

D. Torniamo alle cose serie: l’apertura di Cefalù per voi è davvero qualcosa di speciale. Lo si capisce anche dall’attenzione con cui state seguendone le attività di selezione. Quali sono in particolare le tre caratteristiche che non possono mancare in un profilo interessato a candidarsi per il resort siciliano?
R. Difficile citarne solamente tre. Diciamo però che quelle essenziali sono il gusto del dettaglio, uno spiccato senso del servizio e competenze linguistiche estremamente elevate. Chi vuole saperne di più, comunque può visitare la nostra landing page http://cefalu.clubmedjobs.it, dove è anche possibile trovare tutte le posizioni aperte e candidarsi direttamente.

D. Perché in effetti avete pensato di costruire un sito ad hoc esclusivamente dedicato a Cefalù?
R. Proprio perché volevamo dare quanto maggior risalto possibile a un progetto tanto speciale e sottolinearne ancora di più le caratteristiche peculiari: il primo 5 tridenti della zona Europa & Africa, con menu proposti dallo chef stellato Andrea Berton, e tanto altro ancora. E naturalmente, per poter dare informazioni specifiche, soprattutto in merito alla tipologia di profili ricercati.

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