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A Berlino, con che compagnia aerea?

Di Antonio Caneva, 12 Marzo 2015

A Berlino, all’ingresso dell’area fieristica campeggiava (come in altre parti della città) un immenso cartellone che recitava Berlin für Olimpia (Berlino per le Olimpiadi) e ricordava il sito wirwollendiespiele.de (vogliamo i Giochi), realizzato per spiegare le motivazioni della candidatura ai Giochi del 2024, le strutture disponibili e le modalità con cui la Germania intende assicurarsene l’assegnazione oltre agli attori che poi vi parteciperanno. Tutto molto chiaro, da contrapporre, tra gli altri, alla candidatura di Roma.
Intanto l’Itb a Berlino si presentava come un evento unico: tutti gli innumerevoli padiglioni completi e una vitalità come da anni ormai non si percepiva più nelle fiere di settore.
Parlando con l’amministratore di una compagnia italiana, in espansione, mi diceva: l’anno prossimo necessariamente dobbiamo prendere uno stand più grande, questa fiera è troppo importante; e poi faceva il paragone, in negativo, con un’analoga manifestazione italiana, di cui, per amor di patria, taccio il nome.
È inutile nasconderlo: sono un fan del paese di Goethe, da cui tra l’altro percepisco una “sontuosa” pensione; circa 49 euro al mese che regolarmente viene rivalutata di qualche centesimo, in funzione dell’aumento del costo della vita (e in Italia?).
Cominciavo quasi a essere troppo attaccato alla Germania. Poi però, meno male, piccole crepe che mi allontanano dal mito e avvicinano alla mia terra: le piantine dell’area espositiva (date le dimensioni è impossibile girare senza) non erano disponibili i primi giorni; sono state distribuite solo il venerdì, quando ormai la maggior parte dei visitatori era già partita. E neanche i cataloghi quest’anno c’erano: si usciva dal centro media con l’unica soddisfazione di aver lasciato il cappotto.
I senzatetto dormono per terra, vicino alle fermate della metropolitana, e i suonatori nelle carrozze del metrò domandano la carità, come a Milano.
Avevo prenotato un volo Air Berlin (una volta era una buona compagnia) e all’andata ho fatto il check-in online; al ritorno volevo fare lo stesso e ho approfittato della stazione web dell’area stampa della fiera.
Inseriti i codici, la risposta è stata che la mia prenotazione non risultava con il suggerimento di inserire altri dati. Le ho provate tutte per circa mezz’ora e alla fine, senza più la certezza di essere sul volo della sera, sono andato allo stand Air Berlin in fiera. Spiegata la situazione all’impiegata, costei mi ha chiesto il documento per la registrazione per informarmi poi che il volo era in codesharing con Alitalia e non poteva farci niente.
Avevo perso mezz’ora davanti al computer e altrettanto tempo per arrivare all’ultimo padiglione della fiera dove era la compagnia aerea. Non poteva dirmelo il sistema invece di sollecitarmi continuamente a immettere nuovi dati?
Comunque, non fidandomi più, ho anticipato l’andata all’aeroporto di un’ora (altro tempo perso), dove da nessuna parte era segnalato il volo Air Berlin delle 21.30 che avevo prenotato. Non lo sapeva neanche l’impiegato Air Berlin, che dopo una ricerca mi ha mandato dalla sua collega «con i capelli rossi» la quale, spazientita, ha fatto un’ulteriore indagine e mi ha detto che il volo non esisteva più e c’era il nuovo Alitalia. Sempre più preoccupato per il buon fine della prenotazione ho fatto presente le mie rimostranze, ricevendo in cambio una scortese indicazione: «Se ha qualcosa da dire vada lì». Dall’altra parte della sala c’era il desk Air Berlin, Alitalia ed Ethiad e allora tutto è apparso chiaro: prenotando con una di queste compagnie, della stessa proprietà, non si sa con quale si finisca per viaggiare e soprattutto, non interagendo tra loro i sistemi informatici (almeno tra Air Berlin e Alitalia, come ho avuto modo di verificare), non si riceve alcuna assistenza.
Non so in futuro con che compagnie volerò, però sono certo con quali non volerò.

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