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La sfida è riuscire a fare sistema

Di Floriana Lipparini, 16 Marzo 2007

«La sfida è riuscire a fare sistema. Gli Atahotels di Milano in pratica costituiscono una rete per ogni esigenza del congressuale e dei viaggiatori d’affari, una sorta di albergo corporate diffuso sul territorio: il Quark in via Lampedusa, in posizione strategica alla periferia sud, con i suoi enormi spazi verdi e i parcheggi, nonostante sia in città, l’Executive nel centro direzionale con il suo immenso spazio meeting e le salette etniche per piccole riunioni, il FieraMilano proprio all’ingresso di quello che fino a oggi è stato il quartiere fieristico e che ora dovrà trovare una nuova identità nel piano di trasformazione dell’area, più il nuovo grandissimo Atahotel in costruzione alla Fiera di Rho Pero. È molto stimolante per me l’idea di ammodernare e potenziare al massimo grado tutte le risorse di questo circuito ormai storico che da 30 anni è un punto di riferimento della Milano business».
Galvanizzato dal cambiamento di ruolo, Dennis Zambon illustra con la sua proverbiale gentilezza le nuove responsabilità che l’attendono. Atahotels, catena alberghiera del Gruppo Ligresti, gli ha affidato la direzione generale di tutti i business hotel di Milano, oltre allo sviluppo generale. Zambon, formatosi professionalmente in Cigahotels, proviene dall’Hilton Milan di cui era general manager dal 1998. In precedenza aveva diretto il Forte Crest di San Donato Milanese, ora Crowne Plaza, inoltre dal ’98 al 2003 è stato presidente del Gruppo Terziario Turistico di Assolombarda.
«Questo è senza dubbio un ruolo più ampio, più variegato e intrigante, anche se si perde un po’ la componente operativa quotidiana dell’hotel. Le strutture milanesi Atahotels sono molto grandi e importanti, quindi doverle coordinare, rispetto alla direzione di un solo hotel, richiede una visione completa delle diverse problematiche», spiega. «In totale sono quasi mille camere, circa 70 sale riunioni, come si può capire si tratta di un polo alberghiero-congressuale impegnativo dal punto di vista dell’organizzazione. Non dimentichiamo, poi, che la lotta per la competitività è molto dura, a Milano non ci siamo solo noi, c’è molto movimento, fioriscono tantissimi nuovi hotel, c’è in vista anche la candidatura all’Expo 2015».
Una domanda è d’obbligo: data l’età delle strutture, sono previsti lavori di restyling? «Naturalmente il tempo ha usurato le strutture, anche per l’alto livello di occupazione, soprattutto al Quark. Alcuni rinnovi sono quindi in programma, per adattare gli alberghi alle esigenze della nuova epoca. Devo però dire che sono rimasto incantato dall’Executive, che 30 anni or sono è stato progettato a meraviglia non solo all’esterno, nelle aree pubbliche, ma per così dire anche dietro le quinte, ed è perfetto per chi ci deve lavorare ogni giorno, un pregio non troppo frequente negli hotel», dice Zambon. Fra i vari obiettivi segue con particolare interesse la costruzione del nuovo Atahotel a Rho Pero che avrà uno stile abbastanza simile al Quark e una struttura flessibile, adatta a diversi segmenti di mercato: «Ho finalmente realizzato un mio sogno! Finora ero sempre arrivato alla direzione di un hotel a metà dei lavori, il che significa in pieno caos, nel momento peggiore. Ora invece posso seguire la realizzazione della struttura fin dal primo momento. Faremo molta attenzione all’operatività business e congressuale, perché l’hotel dobbiamo riempirlo tutti i giorni e la Fiera per ora non basta, ci vorrà tempo prima che funzioni a pieno ritmo».
Allora tutto bene, o c’è qualche altro sogno nel cassetto? «Mi aspetterei di più dalla città, mi piacerebbe che ci si rendesse conto che il turismo qui è fondamentale. Milano, dico Milano, non ha ancora un convention bureau adeguato, uno spazio congressuale abbastanza ampio… sembra quasi un tabù».

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