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Vivere il fascino degli alberghi

Di Antonio Caneva, 16 Gennaio 2009

Si può immaginare che dopo tanti anni passati vivendo dall’interno le problematiche degli alberghi e frequentandoli come cliente potessi provare disaffezione per queste strutture. Niente di più falso. Trovo gli alberghi, così simili e nel contempo così diversi, delle realtà affascinanti e ogni qualvolta ne varco la soglia mi trovo curioso, come mi fosse donato un nuovo giocattolo.
Sono stato a Edimburgo, all’hotel Balmoral e il mattino, sprofondato in una comoda poltrona, parlavo con il brillante direttore, Ivan Artolli. Chiacchiere sulla città, inevitabilmente, sulla situazione economica, sul modo di vita degli inglesi. Io, curioso, gli domando di questa sua recente direzione e della particolarità dell’imponente albergo: la grande torre quadrata con i quattro orologi che svetta al centro dell’albergo e che sovrasta tutti i palazzi adiacenti. Artolli, cortese come sempre, mi racconta della torre, costruita quando la ferrovia è arrivata a Edimburgo, con l’idea, oltre che di conferire una forte impronta all’albergo, di indicare l’orario ai viaggiatori. Poi, mi dice la frase magica: «Se desidera, la accompagno a visitarla dall’interno».
La mattina dopo ci troviamo al quinto piano, da dove, attraverso un portoncino, si entra nella torre. Le prime scale a pioli sono di ferro, ripide, ma le faccio di buon grado considerandole allenamento per le vicine vacanze in montagna. Si sale e, sbuffando, si arriva al pianerottolo dove sono i quattro orologi. Artolli vede un vetro rotto e prende nota e quindi mi fa visitare il vano dei meccanismi: complessi motori, lindi e ben tenuti. Un ultimo sforzo, mi esorta il direttore, e continuiamo a salire, a questo punto, su una scaletta di legno. L’ultimo pezzo è impegnativo ma finalmente si raggiunge l’ultimo ballatoio che si apre su un piccolo terrazzino circolare a circa 60 metri di altezza.
Aperta la porta, il vento che scende dal nord ci colpisce. È una giornata limpida e si viene ripagati dalla fatica: il golfo, visto in lontananza, è una striscia azzurra che contrasta con il grigio delle costruzioni in mattoni della città e del castello che svetta sulla collina, custode silenzioso. Direttamente sotto, in Princess Street, gira la grande ruota panoramica del luna park e subito dietro, lo strano monumento a Walter Scott, con i suoi sessanta metri e la cui guglia è alla nostra altezza.
Talvolta sono caratteristiche strutturali uniche a rendere affascinante un soggiorno in albergo, talaltra sono caratteristiche legate al servizio, alla ristorazione, all’ubicazione; sono innumerevoli i parametri che incidono nella percezione del viaggiatore. Nella scelta dell’albergo cerco sempre di individuare elementi unici (che possono essere sia antichi sia moderni) e nel ripartire, anche solo dopo un breve soggiorno, porto con me qualcosa che mi resta e che rivivo nel tempo.

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