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Tourism Investment si sposta a Milano

Appuntamento il 4 aprile per conoscere le opportunità di sviluppo in un'Italia che sta finalmente tornando sulla mappa degli investitori, anche internazionali

Appuntamento il 4 aprile per conoscere le opportunità di sviluppo in un'Italia che sta finalmente tornando s

Di Marco Bosco, 23 Marzo 2017

Location, data e format nuovi per la quarta edizione di Tourism Investment. Dopo i primi tre anni bergamaschi, l’evento si sposta infatti nel capoluogo lombardo, il prossimo 4 aprile presso il Meliá di via Masaccio. L’evento avrà però anche un’appendice importante il giorno successivo: in occasione del Fuori Salone verrà infatti allestita in zona Lambrate l’esposizione di quattro concept griffati dall’architetto Simone Micheli in tema di serviced apartments. «Non è un caso se abbiamo deciso di trasferire il nostro appuntamento di approfondimento sul real estate alberghiero a Milano, per di più durante una settimana tanto intensa quale quella della Bit e del Salone del mobile: un modo per sottolineare quanto oggi ospitalità e design vadano a braccetto. Noi ci occupiamo di investimenti e così chiudiamo il cerchio», racconta il director – head of Italy di Pkf hotelexperts, Giorgio Bianchi, che insieme ad About Hotel sono gli ideatori e i promotori dell’evento.
«La giornata al Meliá prevede una serie di interventi di assoluto spessore», riprende Bianchi. «Si parte la mattina presto con una parte istituzionale dedicata all’approfondimento delle iniziative di matrice pubblica, volte alla valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano in senso turistico». Protagonisti saranno sostanzialmente gli ideatori del contenitore-vetrina Italia Hospitality, già sperimentato con successo all’Expo Real di Monaco di Baviera e all’Ihif di Berlino da Confindustria Alberghi, in collaborazione con l’agenzia del Demanio, Cassa depositi e prestiti e il ministero del Turismo (a questo proposito si veda anche il nostro articolo sull’evento della capitale tedesca di pagina 7, ndr). A seguire, il managing partner di Pkf hotelexperts, Michael Widmann, getterà uno sguardo internazionale sullo scenario del real estate alberghiero di casa nostra. Alcuni rappresentanti delle banche e di importanti istituzioni nazionali, tra cui ancora Cdp e Medio Credito Italiano, si confronteranno quindi con gli operatori al fine di approfondire lo stato dell’arte delle condizioni del credito per interventi e sviluppi in ambito alberghiero.
Nel pomeriggio sarà poi la volta del wellness analizzato dal punto di vista degli investimenti in innovazione e design, con la partecipazione tra gli altri di Simone Micheli e di Stefano Ricci di Technogym. Infine il focus si sposterà sui brand: prima quelli italiani e successivamente quelli internazionali. Sul palco nomi di spicco, tra cui Valtur, Planetaria Hotels, Piazza di Spagna View e Atahotels, nonché Erich Falkensteiner dell’omonimo gruppo fondato in Alto Adige e Guido Castellini di Allegroitalia, per i marchi di casa nostra; Suzi Yoder di Best Western, Arnoldo Aiolfi di Club Med, Timothy Walton di Marriott International, Georg Schlegel di Choice e Sara Ranghi di Meliá, per i gruppi internazionali.
«D’altronde l’interesse nei confronti del nostro paese cresce continuamente», riprende Giorgio Bianchi, spiegando meglio la ratio di un evento potenziato nei contenuti e nei programmi. «Recentemente sono stato anche al Mipim di Cannes, dove si respirava davvero una bella aria nei confronti dell’Italia. Il nostro paese, tra l’altro, si presentava per una volta abbastanza compatto e con molti contenuti di qualità. Nell’area dedicata alla Penisola ho visto numerosi operatori e investitori con progetti concreti e interessanti. Noi stessi siamo stati approcciati da diversi nomi internazionali di rilievo, per un grosso piano di sviluppo a cui stiamo lavorando in questo momento nella zona delle Dolomiti».
A far ben sperare è soprattutto il crescente interesse degli investitori verso i resort. Con il recente inserimento degli asset alberghieri nel “mainstream” del mercato immobiliare dei capitali, sta infatti aumentando l’attenzione anche verso le strutture alternative ai classici urban hotel a vocazione business. E l’Italia da questo punto di vista è sicuramente in una situazione privilegiata. Basti pensare a quante destinazioni leisure dal grandissimo potenziale esistano nella nostra Penisola.
«Non solo», aggiunge ancora Bianchi. «Molte compagnie internazionali sono oggi alla ricerca di accordi con gruppi di medio-piccole dimensioni, per accelerare la propria espansione globale. Il nostro paese, ricco com’è di compagnie a elevata professionalità, è perciò sicuramente un target privilegiato. Soprattutto in Germania, ho incontrato moltissimi operatori, sviluppatori e investitori, che seguono con interesse le vicende della Penisola alla ricerca di nuove opportunità».
Naturalmente non tutte le criticità italiane possono però sparire come d’incanto. A frenare le nostre potenzialità sono i problemi di sempre: da una parte il tradizionale approccio delle compagnie alberghiere nazionali, che troppe volte uniscono gestione e proprietà in un unico soggetto, in questo modo riducendo di molto le proprie possibilità di espansione. Da un altro canto manca ancora certezza negli iter autorizzativi e procedurali. «Non è che altrove non esistano le stesse difficoltà», chiarisce Bianchi. «Solo che da noi spesso le cose si complicano eccessivamente. Senza consulenti e architetti esperti del settore si rischia perciò di perdere dieci anni solo per curare gli aspetti formali di un progetto». Ma anche di questo si parlerà sicuramente il prossimo 4 aprile a Tourism Investment.

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