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Lavorare in hotel: le professioni alberghiere tra passato e futuro

Dal marketing alla guest experience fino alla manutenzione: gli hotel raccontano come stanno cambiando le figure professionali del settore e quali sono le nuove competenze richieste dal mercato

Dal marketing alla guest experience fino alla manutenzione: gli hotel raccontano come stanno cambiando le fig

Di Silvia De Bernardin, 13 Marzo 2025

Alcune sono contemplate anche dai nuovi contratti di categoria rinnovati negli ultimi mesi. In generale, le richiede il mercato per rispondere a bisogni, gusti e necessità degli ospiti, in continua evoluzione. Sono le nuove professioni alberghiere che si stanno delineando nell’operatività di tutti i giorni in hotel. Ma quali sono queste nuove figure professionali? Sono davvero “nuove” o, piuttosto, sono le stesse di un tempo, semplicemente aggiornate dal punto di vista delle competenze tecniche? E come si pongono le imprese alberghiere davanti ai cambiamenti professionali che, volenti o nolenti, il mercato impone loro? Abbiamo girato queste domande alle aziende che a fine febbraio hanno partecipato a TFP Summit Roma, la nostra job fair dedicata all’incontro di domanda e offerta di lavoro nel mondo dell’ospitalità e del turismo, che per la prima volta ha fatto tappa nella Capitale. In questo articolo dal nostro magazine quindicinale (che si può sfogliare per intero a questo LINK), il racconto di quello che ci hanno raccontato.

Il requisito fondamentale

“Oggi la tecnologia rende l’operatività alberghiera più efficiente, ma questo non incide sul primo aspetto che cerchiamo in un candidato, ovvero il sorriso. In questo settore, il requisito fondamentale è saper essere ospitali: questo non cambia e non cambierà mai – premette Giordano De Giosa, HR Generalist di Gruppo UNA. Ciò non significa che le skills necessarie per svolgere determinate mansioni non richiedano aggiornamento: “Ad esempio – racconta la collega Federica Doria Pitea – abbiamo aperte delle posizioni per F&B Manager per le quali, oltre alle competenze gestionali, è richiesta anche la capacità di usare i social perché per i ristoranti aperti al pubblico esterno abbiamo la necessità di comunicare al meglio la nostra proposta gastronomica”.

Marketing e comunicazione

Proprio l’ambito marketing e comunicazione è uno di quelli in cui si stanno aprendo nuove possibilità. “È sempre più importante non solamente offrire agli ospiti l’esperienza, ma anche saperla raccontare bene visivamente – spiega Sarah Biassoni, HR Executive di Hilton Lake Como –. Per questo abbiamo iniziato a cercare figure con skills forti in ambito grafico e di gestione delle immagini”.

Sul marketing punta anche HNH Hospitality che – dicono dal team HR – con la crescita del numero di hotel in portfolio sta strutturando il reparto per avere figure dedicate all’interno di ciascuna struttura.

Quasi obbligato è l’investimento sulla comunicazione anche per il nuovo art’otel, che viene inaugurato proprio in questi giorni a Roma e propone un concept innovativo che mescola ospitalità e arte: “Per la centralità che hanno il design e la creatività per noi – spiega Gaia Bendoni, People&Culture Manager – una figura fondamentale è quella del PR Marketing Manager, che tiene i rapporti con gli artisti e lavora al posizionamento della struttura”.

Sostenibilità e guest experience

Spesso, infatti, le nuove figure ricercate sono strettamente collegate all’idea di ospitalità che l’hotel esprime. Come nel caso di Six Senses Rome, che ha introdotto la figura del “Gem”, il Guest Experience Maker, a metà strada tra Receptionist, Concierge e Guest Relations Manager. “Il Gem si prende cura dell’ospite a tutto tondo ed è sempre a sua disposizione. È una figura ibrida – illustra Rita Ricci, Cluster Director of Human Resources –, molto simile a quella dell’accoglienza da resort (non a caso noi ci posizioniamo come ‘urban resort’). In un hotel cinque stelle tradizionale, avremmo tre figure diverse: noi le abbiamo riunite in un unico ruolo che necessita delle competenze di tutte”. Altra figura introdotta dal brand, che conta tra i suoi pillar irrinunciabili la sostenibilità, è quella del Sustainability Supervisor, ovvero il responsabile della sostenibilità dal punto di vista della scelta dei prodotti e delle strategie aziendali “in un’ottica non di marketing – precisa – ma di sfida e proposta culturale”.

Manutenzione, allestimenti, eventi

Come dimostra il caso della sostenibilità, ci sono ambiti nei quali l’aggiornamento è necessario se si vuole rimanere al passo coi tempi, anche quando si tratta dei più classici e operativi dei lavori, come nel caso della manutenzione. “Oggi avremmo bisogno di un Building Manager – sottolinea Donatella Amore, HR Manager di Romeo Collection –. Con la domotica e tutte le nuove tecnologie presenti in hotel, servirebbe una persona responsabile del funzionamento della struttura in tutti i suoi aspetti tecnici, una sorta di manutentore evoluto, aggiornato a livello tecnologico e di competenze linguistiche. Ma è una figura nuova, che manca e va costruita”.

Poi, ci sono le necessità operative specifiche di ciascun hotel, come per Hilton Roma Eur La Lama che, votato agli eventi e al congressuale, cerca – faticando a trovarli – allestitori di sale meeting “che siano figure più trasversali e flessibili di quelle di una volta, a cavallo di più reparti”, spiegano Valeria Scordia e Roberta Messina, dell’Ufficio Operations. O di Aman Venice che, dice la Human Resources Director Giulia Curto, “sta entrando nel dettaglio di alcune mansioni dividendole tra più persone. L’esempio è la banchettistica, per la quale non avremo più un solo responsabile, ma figure diverse in base alla numerica degli eventi: a fronte di ospiti sempre più esigenti – spiega – questa organizzazione ci permette di offrire un’assistenza all’evento di livello più alto”.

Formazione interna e attitudine

A ben vedere, l’aggiornamento interno delle professionalità sulla base di specifiche esigenze che man mano si palesano è la strada seguita dalla maggior parte delle strutture. È per questo che la formazione assume un ruolo sempre più centrale. “Molte aziende – analizzano Francesca Dimartino e Martina Paci, Recruitment Consultant di GiGroup – preferiscono investire su profili molto junior e formarli internamente in modo da poterli tarare sulle necessità specifiche e sul profilo aziendale”.

È ciò che fa Leonardo Hotels: “Per noi il recruiting è concentrato al momento su figure molto ‘tradizionali’. Anzi, a fronte della generale difficoltà di reperimento del personale, non ci focalizziamo troppo su singole competenze tecniche. Piuttosto – dice Federica Finotti, HR Assistant – puntiamo soprattutto sull’attitudine del candidato, sulla quale poi investiamo con la formazione”.

Strategia intrapresa anche da Europlan: “L’obiettivo che ci siamo dati è aumentare la qualità del servizio – racconta la Responsabile delle Risorse Umane, Giorgia Ferrazzini –. Per raggiungerlo stiamo puntando moltissimo sulla formazione interna, mirata sulle nostre esigenze: attraverso la nostra Academy stiamo proponendo corsi per tutte le figure, per il personale di sala operativo, per maître e chef e per i ruoli manageriali, che stanno riscontrando molto successo”.

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