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La risposta giusta ai cambiamenti

Di Marianna De Padova, 4 Giugno 2010

Napoli-outsourcing: istruzioni per l’uso, tra profili che cambiano, e-commerce e problemi di territorialità. Sono stati questi gli argomenti principali della seconda tappa del roadshow sul tema del cost saving organizzato da HotelVolver e Job in Toursim, con il patrocinio del ministero del turismo. Una piazza, quella napoletana, che si è prestata con interesse a questi temi, anche perché in pochi, tra i presenti, praticano già l’outsourcing.
Il focus della discussione si è così presto concentrato sulla situazione specifica dell’industria ricettiva partenopea. Il direttore dell’Holiday Inn Naples, Bruno De Caria, in particolare, ha avuto da subito un approccio molto concreto alla materia, anche con punte di autocritica: «Dobbiamo affrontare più dinamicamente le evoluzioni del mercato: quindi dobbiamo cambiare mentalità». Mentalità che si cambia con impegno e, in qualche modo, anche coraggio: «L’outsourcing è il futuro, che questo sia chiaro», ha affermato convinto il general manager del Royal Continental hotel di Napoli, Massimo Fardin, «ma i problemi territoriali della città partenopea sono un dato di fatto e ci allontanano dal futuro».
Come arginare, allora, un problema così spinoso? Trovando partner affidabili, come ha raccontato Antonio Palmieri, general manager di un’altra struttura partenopea, l’hotel H2c: «All’inizio anche io ero contrario all’esternalizzazione, ma poi, grazie al giusto partner, mi sono dovuto ricredere. L’abbattimento dei costi è stato notevole: tra il 20 e il 25%». Massimiliano Tricca, amministratore delegato del gruppo Cegalin, società parte di HotelVolver specializzata in pulizie d’albergo e organizzazione del lavoro, ha così quantificato il risparmio che si può avere tramite accorte politiche di outsourcing: «Prendendo, per esempio, in considerazione un hotel di 60 camere, su base mensile è possibile ottenere un risparmio di 1.300 euro complessivi».
Come già sottolineato a Roma, i costi fissi diventano insomma variabili, con il conseguente aumento della produttività di tutti i settori. Più produttività ma anche più organizzazione: utile per coadiuvare un altro segmento commerciale che parla al futuro, l’e-commerce. Franco Grassi, amministratore delegato di Hotelbox, altra azienda parte di HotelVolver dedicata alla fornitura di servizi di yield management, controllo di gestione e strategie commerciali, così vede, infine, la questione: «Relativamente al segmento prenotazioni on-line, noi gestiamo la domanda e l’offerta con criteri di ottimizzazione delle disdette e della tariffazione, ottenendo, in questo modo, aumenti medi del fatturato di una percentuale compresa tra il 10% e il 20%. Perché i miracoli economici spesso si trovano già dentro l’azienda».

Come cambia la figura della governante

Se il ruolo del direttore è in evoluzione, come bene è emerso in occasione dell’incontro romano (la cui sintesi è stata pubblicata su Job in Tourism dello scorso 7 maggio), quello della governante ha già cambiato volto, tanto che quest’ultima è ormai considerata una manager a pieno titolo: una housekeeping manager, per l’esattezza. «La nostra attuale governante interna ha gestito così bene il personale, anche in outsourcing, che ci ha consentito un risparmio sui costi del 10%». Così Antonio Palmieri, la cui testimonianza è stata suffragata anche da quella di Massimiliano Tricca: «A parte il direttore, la governante è la seconda figura di riferimento in fatto di coordinamento del lavoro. È quindi una manager a tutti gli effetti: il suo ruolo è, infatti, uno dei perni attorno a cui ruota la macchina organizzativa hotel». Purtroppo, però, non è sempre semplice trovare personale qualificato. «Io ho faticato a trovare la mia governante», ha ripreso Palmieri. «È, infatti, questa una figura che deve conoscere perfettamente non solo il proprio mestiere, ma anche le strategie per aumentare la produttività dell’intero reparto». «Una conoscenza, però, che arriva solo sul campo, perché la formazione scolastica è tarata su un modello di ospitalità ormai obsoleto», come ha sottolineato, infine, Antonio Giuliano di Manager Italia.

Esternalizzazione e sindacati: convivenza possibile

«La mia esperienza mi dice che sicuramente i sindacati non saranno teneri con chi utilizza l’outsourcing»: così Giuseppe Busetti, vicedirettore dell’hotel Oriente di Napoli, ha manifestato i propri dubbi in materia di esternalizzazione e politica del lavoro. È stato però Massimiliano Tricca a rispondere con estrema serenità in merito a un tema tanto spinoso: «Il dialogo, che è alla base dell’outsourcing, anche con i sindacati, si rivelerà vincente. A ogni modo l’applicazione del contratto nazionale del turismo (Ccnl) da parte delle aziende esterne è una garanzia assoluta per tutte le figure professionali coinvolte». Il Ccnl turismo, infatti, assicura che i dipendenti siano tutelati e non lasciati in balia di un mercato che subisce ancora gli effetti della crisi. Per tutti gli attori coinvolti nell’outsourcing, riprendendo l’affermazione di Bruno De Caria, «si tratta», insomma, «di cambiare mentalità», per scoprire che l’esternalizzazione, in realtà, non toglie lavoro, ma lo genera: proprio grazie alla razionalizzazione delle risorse.

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