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In arrivo il saldo Imu: conto salato per gli hotel

Nei prossimi giorni gli alberghi italiani pagheranno allo Stato e ai Comuni circa 418,4 milioni di euro di saldo Imu. Un "conto salato" rispetto al quale Federalberghi torna a chiedere sgravi che tengano conto delle oscillazioni stagionali delle attività

Nei prossimi giorni gli alberghi italiani pagheranno allo Stato e ai Comuni circa 418,4 milioni di euro di sa

Di Job in Tourism, 9 Dicembre 2025

Nei prossimi giorni gli alberghi italiani pagheranno allo Stato e ai Comuni circa 418,4 milioni di euro in vista della scadenza del termine per pagare il saldo Imu per l’anno 2025, in calendario per martedì 16 dicembre. Un gettito che, sommandosi all’acconto pagato a giugno, arriverà a un totale annuo di circa 837 milioni di euro. Sono le stime di settore diffuse dal Centro studi di Federalberghi, che in questi giorni è tornato a chiedere al Governo sgravi che tengano conto della stagionalità che caratterizza il settore.

Le stime sull’Imu

Elaborando i dati forniti dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, Federalberghi evidenzia come le 67.465 unità immobiliari appartenenti al gruppo catastale “D/2” (alberghi e pensioni), pur rappresentando solo lo 0,10% dei 68 milioni di immobili censiti in catasto che producono reddito, hanno una rendita catastale superiore a 1,2 miliardi di euro, pari al 3,12% del totale.

Le richieste degli albergatori

Quello relativo all’Imu è “un conto salato – ha affermato il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – reso ancor più indigesto dagli aumenti dell’imposta di soggiorno sanciti recentemente dal disegno di legge di bilancio e dal decreto economia nonché dal fatto che l’imposta si paga anche per i periodi in cui le strutture ricettive sono chiuse o comunque vuote o utilizzate in minima parte. A partire dal periodo d’imposta 2022 – ricorda Bocca – l’IMU è integralmente deducibile dal reddito d’impresa. Si tratta di una misura apprezzabile, ma si può e si deve fare di più. Chiediamo allo Stato e ai Comuni – aggiunge – di tener conto delle oscillazioni stagionali dell’attività, fissando esclusioni o riduzioni dell’imposta per i periodi dell’anno in cui la struttura non produce reddito. Chiediamo inoltre di assicurare parità di trattamento tra tutti i soggetti che operano sullo stesso mercato, applicando i medesimi parametri, sia per l’IMU sia per la TARI, a tutti gli immobili destinati all’accoglienza dei turisti, a prescindere dalla classificazione catastale”.

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