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Il valore della reputazione

Di Marco Bosco, 26 Febbraio 2010

«Nel mercato del lavoro la reputazione è la variabile più importante per attirare i migliori talenti». Ne è profondamente convinta Catia Bruno, training manager dell’InterContinental de la Ville di Roma, presente, insieme ad altri 27 espositori al Tfp Summit 2010: l’evento Job in Tourism dedicato alle risorse umane è giunto ormai alla sua terza edizione e, con un totale di 2.300 visitatori e 13 eventi formativi, continua a far registrare numeri in crescita. Segno di un interesse sempre più elevato nei confronti del tema risorse umane. E non solo da parte di chi cerca lavoro o nuove opportunità di carriera ma anche da parte delle aziende, che in un’occasione come questa trovano la possibilità di conoscere risorse adeguate alle proprie esigenze di recruiting, nonché di migliorare visibilità e immagine della propria compagnia. E proprio nella reputazione, quale variabile chiave nella definizione del livello di attrazione e di retaining di ogni azienda, l’edizione 2010 ha individuato il tema portante della manifestazione.
Una reputazione, però, che si costruisce solamente «con strategie, comportamenti e politiche aziendali coerenti», aggiunge ancora Bruno, «nonché con progetti di formazione continua, piani di sviluppo individuale, sistemi trasparenti d’incentivazione e altre iniziative capaci di rafforzare l’engagement». Parole peraltro condivise anche da Luca Mariani, recruiting specialist dell’hotel Principe di Savoia: «Occorre investire tempo e risorse nella gestione del personale». Fondamentale è inoltre la trasparenza nella comunicazione della corporate identity, «che deve essere costruita sui valori fondanti del profilo aziendale», spiega Daniela Zinno, della divisione selezione, sviluppo e organizzazione, direzione risorse umane di Valtur. «Solo così si può costruire un’immagine veritiera e attraente nei confronti delle migliori risorse sul mercato».
Altra leva fondamentale per convincere i talenti dal maggiore potenziale a venire nella propria azienda è poi la possibilità di offrire percorsi di carriera gratificanti. «Il tutto unito a un’attenzione costante verso il welfare del personale e le condizioni di lavoro: strumenti essenziali con cui un’azienda può aumentare il livello di fidelizzazione delle proprie risorse umane», racconta il global recruit director di Costa crociere, Silvia Cagnone. A cui fa peraltro eco Gianpiero Mauro, regional human resources director di Acqua Marcia turismo: «La strategia migliore è quella di personalizzare il più possibile il rapporto con i collaboratori, attenuando in questo modo anche i rapporti gerarchici».
Ma chi sono i candidati ideali per gli espositori del Tfp Summit? «Noi cerchiamo soprattutto figure professionali multi-funzione, dotate di molte competenze e particolarmente vocate al commerciale e all’accoglienza dei clienti», dichiara l’assistente di direzione Ora hotels, Barbara Spozio, mentre Ambra Di Miceli, hr specialist divisione horeca di Gi group, sottolinea l’importanza di una professionalità e di una preparazione linguistica adeguata. «I ruoli di responsabilità nel comparto housekeeping, in particolare, sono figure rare, selezionate con molta attenzione». Infine, l’elenco elaborato dall’hr specialist di Starboard cruise services, Marco Armando Lombardi, fatto di «solide capacità relazionali, attitudine a lavorare in ambienti multiculturali e disponibilità a trasferirsi» costituisce, per tutti, il mix di caratteristiche imprescindibile di qualsiasi professionista del turismo.

L’opinione dei visitatori

«Molte volte si sta a casa a mandare mail a destra e a manca e non si ha neppure la certezza che qualcuno le legga. Qui, almeno, hai un contatto personale. Sei sicuro che il tuo curriculum venga inserito in un database. E poi chissà, magari può pure rivelarsi la volta buona». Aniello è uno dei 2.300 visitatori che hanno affollato le sale del Palazzo ai Giureconsulti durante la due giorni dell’edizione 2010 del Tfp Summit. Lui è di Napoli, ma all’evento sulle risorse umane targato Job in Tourism sono arrivati da ogni parte d’Italia perché, come dice Elisa da Treviso, «nelle città più piccole, le grandi compagnie alberghiere non vengono a fare colloqui. Qui, invece, ne possiamo trovare tante, tutte assieme». Certo, la risposta dopo un colloquio è spesso «Le faremo sapere», come dice un po’ scherzando e un po’ rassegnato Francesco, ma quando poi le imprese chiamano davvero, per i più capaci si aprono veramente nuove porte e nuove carriere.

Il successo è come un soufflé al cioccolato

«Il successo è come un soufflé al cioccolato: basta un piccolo errore nel dosare gli ingredienti per ottenere un pessimo risultato». A sostenerlo è Francesca Bonzo, responsabile marketing per il Nord Italia del gruppo Laureate hospitality education, che gestisce, tra l’altro, le prestigiose scuole elvetiche di Glion e Les Roches. «Per avere successo, alle caratteristiche innate di leadership, empatia, ambizione, tolleranza, apertura mentale e curiosità», prosegue Bonzo, «occorre così affiancare una formazione specifica, che aiuti ogni talento a sviluppare e utilizzare al meglio le proprie potenzialità».
Perché, come sostengono le tutor del master in economia del turismo dell’università Bocconi di Milano, Marianna Di Sale e Sara Bricchi, «le nuove tecnologie, i nuovi modi di intendere il turismo e i cambiamenti nel comportamento dei viaggiatori alla ricerca di esperienze, nonché la crescita della competizione e le cosiddette crisi glocali, fanno sì che le imprese del turismo si impegnino sempre più alla ricerca di figure dotate sia di competenza tecniche (il sapere), sia di know how trasversali (il saper fare e il saper essere)».

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