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Gli incontri delle sei del mattino

Di Antonio Caneva, 23 Settembre 2011

Nelle grandi città le sei del mattino è l’orario in cui la gente che va al lavoro incontra le ultime prostitute e i gaudenti che tornano a casa. È anche l’ora in cui, in questa stagione, la notte incontra il giorno e induce i rari passanti a riflessioni.
L’edicola sta aprendo; l’edicolante posiziona le pile di quotidiani con ordine, affiancati, senza discriminazioni di orientamento, talvolta con imbarazzanti, involontari, effetti umoristici: la stessa notizia vista da differenti giornali con significato completamente opposto.
Berlusconi va a Strasburgo per il bene del Paese; Ground Zero e le torri gemelle; la manovra economica che ci ha salvati o distrutti; la crisi della Grecia; le dimissioni del delegato tedesco dalla Banca centrale europea che fa crollare le borse; i privilegi (intoccabili) della casta (viene da ridere pensando al ministro Galan, ora non più deputato, che si fa prestare il tesserino da una parlamentare, femmina, per poter utilizzare il parrucchiere della Camera, con i vantaggi del caso).
Superando il cono di luce dell’edicola, e dopo la lettura dei titoli, i pensieri si trasformano in incubi e ci si prefigura il prossimo futuro. Scenario inquietante o il raggiungimento del fondo da cui si potrà solo riemergere?
È un quesito al quale è impossibile dare risposta, non solo perché ne siamo impreparati ma anche perché lo scenario è così complesso che gli stessi economisti più esperti forniscono risposte evasive, contraddittorie e piene di se e ma. Tre anni or sono ho letto uno studio (molto costoso) commissionato da una grande compagnia asiatica sulle previsioni della durata della crisi: indicava pessimisticamente in tre anni la fase di sofferenza; la realtà è alla portata di tutti. Il problema ora consiste non solo nell’individuare il periodo necessario per uscire dalle difficoltà ma, soprattutto, come farlo.
Nel settore turistico, malgrado questo scenario, le aziende hanno ripreso, seppur timidamente, a investire, forti forse più dell’ottimismo che delle certezze (ne è esempio la prossima apertura, a Milano, di alcuni alberghi 5 stelle, che faranno aumentare la disponibilità, per questa fascia di strutture, di circa il 30%). Noto maggiore vivacità nel ripensare le modalità di business superando schemi statici e riformulando le proposte. La politica invece, a prescindere dall’appartenenza partitica, continua a considerare il turismo una Cenerentola (sino alle prossime elezioni). Ma a questo siamo abituati.
I semafori hanno ricominciato a funzionare, lo scampanellio del tram fa fare un balzo all’indietro e ricorda che una nuova giornata è iniziata. Portatrice di buone cose?

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