Dopo tre trimestri l’industria turistica italiana consolida il proprio andamento, sia in termini di occupazione che di tariffe. È quanto certificano gli indicatori dell’Italian Hotel Monitor, elaborato da Trademark Italia, che per il terzo trimestre 2025 non registrano segnali negativi diffusi, ma neppure crescite degne di nota: la crescita del turismo in Italia sembra rallentare, perché a fronte di buoni andamenti di alcune città d’arte e d’affari, altre registrano segnali di flessione, in particolare quelle balneari.
I dati del terzo trimestre
Il terzo trimestre del 2025 per l’industria alberghiera italiana va dunque in archivio con un risultato positivo rispetto al 2024: di lieve entità per l’occupazione camere, +0,2 punti (dal 78,7% del 2024 al 78,9% del 2025), più corposo sul fronte tariffario, con un prezzo medio camera che passa da 151,47 euro a 155,11 euro (+2,4% rispetto allo stesso periodo del 2024). Un incremento che viene ricondotto al rafforzamento del turismo MICE unitamente alla costante crescita del movimento turistico internazionale, in particolare dei clienti extraeuropei che più di altri ricercano in Italia strutture ricettive di segmento premium e luxury.
L’impatto dell’ADR
Se da un lato il trend dell’occupazione è sostanzialmente stabile, diverso il discorso per l’ADR il cui incremento – evidenziano i dati dell’Italian Hotel Monitor – “si fa sentire soprattutto sulla capacità di spesa della clientela italiana, sempre più attenta al budget dedicato alle vacanze a causa da un lato della perdurante stabilità dei redditi e dall’altro dell’ulteriore riduzione del potere d’acquisto. Il confronto anche rispetto al 2023 lo evidenzia: a fronte di un aumento dell’occupazione di 0,6 punti, il prezzo medio camera cresce di 10,7 punti percentuali”.
Le tipologie ricettive
Per quanto riguarda le diverse tipologie ricettive, i dati confermano l’attrattività del settore luxury (5 stelle), che cresce ancora sia per ADR (+2,3%) che per occupazione (+1,1 punti) rispetto al 2024. Andamenti positivi, anche se in termini più leggeri, sia per il segmento upscale (4 stelle), che cresce per tariffe (+1,2%) e occupazione. (+0,1 punti), che per quello midscale (3 stelle), che registra un +1,6% di prezzo medio e una room occupancy stabile rispetto al 2024.
La distribuzione geografica
Analizzando l’andamento dell’occupazione su scala nazionale, tra le città monitorate ne emergono ben 31 su 39 che superano la quota del 70% di occupazione camere e di queste 6 oltrepassano l’80%: Rimini (87,2%), Pesaro (82,9%), Roma e Pescara (82,4%), Como (81,9%) e Cagliari (80,2%) ai vertici del ranking e ben oltre la media nazionale (78,9%).
Per quanto riguarda il prezzo medio di vendita, la città più “cara” si conferma Venezia, con un prezzo medio camera di 268,82 euro (+2,2% rispetto allo scorso anno), davanti a Milano (208,26 euro, +3,4% sul 2024) e Firenze (201,64 euro, ma -2,7% sul 2024). Pesaro è invece la città in cui si registra il più significativo incremento medio delle tariffe (+9,0% sullo stesso trimestre del 2024), seguita da Modena (+7,8%) e Trieste (+7,6%).


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