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Viaggio tra i cristalli d’Alsazia

Un bel modo per fare sistema e valorizzare eccellenze locali

Un bel modo per fare sistema e valorizzare eccellenze locali

Di Antonio Caneva, 18 Novembre 2011

Si arriva con facilità in Alsazia e, se poi si viaggia in macchina in un giornata di sole, le ore passate in vettura, attraversando la Svizzera, sono un piacevole preludio.
Sino a poco fa Strasburgo rappresentava per me solo una sede di istituzioni comunitarie e quindi sono stato sorpreso nello scoprire una città che da sola vale un viaggio ma che, per sovrappiù, è capitale di una regione di grande interesse, con città storiche quali Colmar, che racchiudono vicende di una area contesa per secoli da Francia e Germania e che, dei due paesi, ha raccolto gli aspetti migliori.
La cucina è ricca e ricorda molto quella tedesca mentre i vini, che nei nomi riportano anche loro la vicinanza con la Germania, sono di assoluta eccellenza.
Essendo curioso, per conoscere il territorio avevo prenotato all’hotel La Clairière, a ridosso di un paesino da favola, La Petite Pierre, all’interno del Parc Regional des Vosges du Nord.
Da Strasburgo, per giungerci, si passa attraverso fitti boschi che, in questa stagione, si colorano di toni rossastri e in cui i rari incontri si hanno con gruppi di cavalieri che, sbucando dal fitto, ringraziano con la mano chi li fa attraversare senza pressione. È un ambiente sereno, lontano dalla frenesia della città, che invoglia a fermarsi e godere l’aria fresca, profumata dalle essenze del bosco.
Il motivo principale del mio viaggio in Alsazia era la visita, a Wingen-sur-Moder, al museo Lalique, aperto il 2 luglio scorso e visitato sino a ora già da più di 45 mila persone.
Il museo: operazione culturale o di marketing aziendale? La risposta viene direttamente da Véronique Brumm, la gentile direttrice del museo, che mi ha fatto da guida: il museo è stato creato principalmente per volontà di Philippe Richert, presidente della regione Alsazia e ministro delle collettività territoriali, coinvolgendo le istituzioni locali e comunitarie, mentre la Maison Lalique non ha partecipato al finanziamento, collaborando con il prestito di parte dei pezzi esposti (gli altri sono stati acquistati dal museo o sono prestiti di collezionisti).
Mi appassiona la visita al museo, affascinato dai cristalli Lalique che, tra l’altro, nel campo del turismo, hanno contribuito agli arredi e all’illuminazione di tanti alberghi storici, transatlantici (tra cui il mitico Normandie) e treni internazionali quali l’Orient Express.
Il museo, che sorge dove precedentemente era attiva, tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo la vetreria Hochberg, di cui ha recuperato alcune parti, è una bella costruzione, bassa, e ricorda l’architettura giapponese anche nei giardini interni che si scorgono muovendosi tra le varie aree. Oltre alle sale di esposizione e di proiezione di filmati sulla lavorazione del cristallo, c’è una zona in cui vengono organizzate mostre temporanee; il museo è aperto al mondo tanto da far parte di un progetto di diffusione della conoscenza dell’area del vetro d’Alsazia, che prevede oltre al museo Lalique anche quelli relativi alle vetrerie Meisenthal (non più attiva) e Saint-Louis.

È un bel modo di far sistema, evitando sterili egoismi, per valorizzare eccellenze locali, che tra l’altro, a 100 chilometri di distanza, vedono anche le cristallerie Baccarat.
Il viaggio a Winger sur Moder per ripercorrere 120 anni di cristalli Lalique mi ha fatto scoprire una figura affascinante: René Lalique (1860-1945); il fondatore della cristalleria omonima, nato come disegnatore di gioielli e nel tempo trasformatosi in realizzatore di oggetti bellissimi utilizzando materiali diversi, dall’oro al cristallo, dall’argento agli smalti, attuando lavorazioni particolari e innovative quali la smaltatura e sabbiatura dei cristalli o creando opere di cristallo con lavorazione a cera persa.
Personaggio incredibile, Lalique aveva, oltre a un gusto artistico ed estetico assoluto, capacità di visione globale: industriale (è lui a traghettare il cristallo dalla lavorazione artigianale alla produzione industriale di alta qualità) e commerciale (all’inizio dell’attività contattava i clienti per proporre, sulla base dei suoi disegni, la realizzazione degli oggetti, che fossero essi pezzi di oreficeria o lampadari per transatlantici).
Personaggio moderno e unico, la cui storia vale la pena approfondire. Sono pochi coloro che riescono ad avere una visione d’insieme dei problemi come René Lalique e che riescono a considerare l’evoluzione come fatto naturale: uno è appena scomparso e si chiamava Steve Jobs.

Il lampadario di Marc Lalique

All’ingresso del museo brilla il monumentale lampadario realizzato da Marc Lalique (figlio di René) per l’esposizione del 1951, L’arte del vetro.
Depositario del lampadario per 50 anni, il museo delle arti Decorative di Parigi non ha trovato un’adeguata collocazione; così è stato finalmente (con grande soddisfazione) collocato nella hall del museo Lalique.
Il lampadario misura tre metri di altezza e pesa circa 1,7 tonnellate, si compone di una struttura in metallo e di 337 pezzi di cristallo. Fra questi, 60 sono stati restaurati e 59 riprodotti identici all’originale nel laboratorio Lalique a Wingen sur Moder.
Per poterlo appendere è stato necessario rinforzare le strutture di legno del soffitto del museo.

La Riserva naturale dei Vosges du Nord

Creato nel 1975, il parco naturale regionale dei Vosges du Nord dispone di un patrimonio naturale molto ricco. Si caratterizza per dei dolci rilievi e per paesaggi disseminati di radure e di stagni. La foresta, che copre il 65% della superficie, ospita una fauna molto diversificata. Si possono incontrare caprioli, cervi e talvolta linci e cinciallegre. Questa eccezionale ricchezza è valsa al parco il titolo di Riserva naturale delle biosfera, attribuita dall’Unesco.

A chi rivolgersi per saperne di più

Atout France
www.franceguide.com

Comite Regional du Tourisme Alsace
20, Rue Berthe-Molly
68005 Colmar
Tel. 0033.(0)3.89.24.73.50
Fax 0033.(0)3.89.24.73.51
www. Tourisme-alsace.com

Musee Lalique
Rue du Hochberg
67290 Wingen-sur-Moder
Tel. 0033.03.88.89.08.14
www.musee-lalique.com

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