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Viaggio nelle Terre d’occidente

Di Floriana Lipparini, 28 Febbraio 2003

<>, ci spiega Antonio Barone, coordinatore dell’Associazione Sicilia – Terre d’occidente, esperto di politiche del turismo e di marketing territoriale.
Mille ragioni invitano a visitare un’area così speciale, ma non sempre gli operatori turistici sono stati in grado di promuoverla e valorizzarla nella giusta luce. Ora prende corpo il progetto di un vero e proprio distretto turistico territoriale, presentato alla Bit di Milano con un’immagine unitaria. L’iniziativa si ispira a un’idea di turismo responsabile e consapevole, che non consuma il territorio ma ne valorizza le molteplici ricchezze naturali, storiche, culturali, artistiche ed enogastronomiche, integrandole con intelligenza. Non basta più il classico binomio italiano sole/mare. Occorre puntare alla qualità, a un’offerta turistica articolata e strutturata, insomma a un vero e proprio sistema territoriale, come da tempo si fa in Francia e soltanto da poco in Italia.
<< In Francia già da decenni lavorano sui sistemi territoriali. Questo filone nasce negli anni 50 nel campo dell'ambiente: il patrimonio naturale comunica qualcosa, ma bisogna trasformarlo in struttura. Il turismo deve significare cultura, rispetto del territorio, all'interno di un sistema organizzato, altrimenti paradossalmente finisce per danneggiare il territorio>>, spiega Barone, che si è appunto specializzato in Francia ed ora è assistente di sociologia del turismo alla Sapienza, oltre a collaborare con il Consiglio d’Europa e con l’Istituto europeo itinerari culturali che ha sede in Lussemburgo. <>.
Terre d’Occidente si prepara quindi a un vero salto di qualità, anzitutto coinvolgendo anche i soggetti istituzionali: <>, dice Barone. L’idea è quella di proporre itinerari tematici, archeologici, naturalistici, enogastronomici, una formula del resto già sperimentata con successo in altre regioni italiane, come la Toscana, l’Umbria o il Piemonte. Si pensa anche di creare un Club di prodotto coinvolgendo soggetti qualificati, come Slow Food, per certificare il menù tipico siciliano, in modo che i visitatori si sentano garantiti sulla genuinità delle offerte. E per l’ospitalità sono in cantiere 1.400 camere da preparare entro due o tre anni.
Costruire tante nuove strutture non sarà pericoloso per l’equilibrio ecologico del territorio? <>, ci risponde il coordinatore di Terre d’occidente. <>.
Speriamo bene. La straordinaria bellezza della Sicilia merita davvero un turismo responsabile.

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