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Viaggiando verso il sud, riflessioni in treno al termine del mandato

Di Roberto Turri, 2 Novembre 2001

Durante uno dei miei ultimi viaggi in treno per l’Italia mi è capitata tra le mani una rivista di categoria che, a differenza di Job in Tourism, vene pubblicata mensilmente. La mia attenzione si è concentrata su un articolo relativo all’A.i.r.a, e sviluppato in forma di “filo diretto” con interventi di molti personaggi validi e molto noti all’interno della nostra associazione. Man mano che procedevo nella lettura di bilanci passati e propositi futuri, la mia sorpresa aumentava in modo esponenziale: nessuno degli intervenuti aveva infatti menzionato un dato a dir poco essenziale, vale a dire il fatto che l’A.i.r.a. è stata l’associazione pioniera nel campo della formazione alberghiera e l’unica ad istituire, anche grazie al contributo della Regione Lombardia, una propria scuola di formazione professionale per l’impiegato d’albergo. E’ ancora vivo il ricordo del consenso riscosso da parte dell’intera nazione Aira e l’applauso che ricevette l’allora presidente Megale durante la presentazione del progetto ideato e curato dal segretario nazionale Tognarini e dal presidente regionale Lombardo Turri. Da quel progetto sarebbe nato, non senza difficoltà, ma con il costante supporto della fondazione Enaip Lombardia – Ente Acli Istruzione Professionale di Busto Arsizio, il “nostro” corso di formazione con discipline che variavano dall’amministrazione alla sicurezza, dall’erogazione del servizio al marketing e alla comunicazione, senza naturalmente trascurare l’informatica, ormai indispensabile nel campo dell’hotellerie. Grazie alla grande disponibilità di Job in Tourism ed all’accurata attenzione che il suo editore Antonio Caneva ha prestato nel promuovere l’immagine pubblicitaria, la nostra associazione ha ottenuto un buon successo ed un sempre maggiore interessamento da parte di altre associazioni di settore che, meravigliate dalla nostra iniziativa, hanno chiesto di poter iscrivere i loro soci ai corsi da noi organizzati. Mentre il treno proseguiva la sua corsa verso Salerno ed i paesaggi si susseguivano velocemente, pensavo all’incarico appena ricevuto, ma soprattutto cosa avrei potuto scrivere al socio Lombardo che per anni mi aveva “sopportato”, dapprima come addetto stampa, poi come segretario e infine come presidente. Avrei potuto ripiegare con una trattazione sui 24 anni di vita associativa, ma così facendo avrei corso il rischio di tralasciare eventi o persone. Una cosa. tuttavia, non poteva essere tralasciata: la mia profonda gratitudine nei confronti dei soci ed in particolare di soci onorari quali Maria Dossi e Paolo Lais, gli indimenticati Luigi Dossi ed Alberto Eros Pagano ed a tutti una sola parola: grazie.

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