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Istat, crescono pernottamenti in hotel e prenotazioni dirette

Dal Rapporto annuale dell'Istituto Nazionale di Statistica, i dati che evidenziano come gli alberghi siano la tipologia ricettiva che maggiormente sta godendo degli effetti della ripresa dei flussi turistici e la tendenza a un booking sempre più disintermediato

Dal Rapporto annuale dell'Istituto Nazionale di Statistica, i dati che evidenziano come gli alberghi siano la

Di Job in Tourism, 19 Aprile 2023

Tra le diverse tipologie di strutture ricettive, sono gli alberghi a beneficiare in misura maggiore della ripresa della domanda turistica post-Covid. Per le vacanze, soprattutto per quelle brevi, gli italiani hanno ricominciato a prediligere, cioè, sempre più gli hotel e la prenotazione – altro dato rilevante – avviene prevalentemente in maniera diretta, attraverso i siti internet e il booking delle strutture ricettive saltando l’intermediazione di agenzie di viaggio tradizionali e OTA. Sono i dati principali che emergono, a proposito della ricettività, dall’annuale Rapporto IstatViaggi e vacanze in Italia e all’estero”, pubblicato nei giorni scorsi con tutti i numeri relativi ai flussi turistici del 2022.

Cresce il market share degli hotel

Il report Istat evidenzia come, benché si confermino ancora gli alloggi privati la sistemazione prevalente per gli spostamenti turistici (costituendo il 62,1% dei pernottamenti), sono gli alberghi ad avere segnato, lo scorso anno, il balzo in avanti maggiore con un +45,4% di pernottamenti rispetto al 2021. In particolare, le vacanze brevi negli esercizi alberghieri hanno registrato un incremento complessivo, in termini assoluti, di oltre 83% (+94,2% di pernottamenti), trainate soprattutto dall’aumento di questo tipo di viaggi nel primo semestre dell’anno. Una ripresa marcata dalla quale, tuttavia, mancano ancora all’appello circa 28 milioni di pernottamenti rispetto al 2019. In generale, le strutture collettive – categoria che oltre agli hotel comprende anche villaggi vacanze, b&b, campeggi e agriturismi – sono preferite nel 73,9% dei viaggi di lavoro: nella maggior parte dei casi si tratta di strutture alberghiere (66,1% dei viaggi e 51,6% delle notti), utilizzate anche in oltre un terzo delle vacanze (41,4% se brevi).

Sempre più prenotazioni dirette

Un altro aspetto rilevante che emerge dal Rapporto Istat riguarda le modalità di prenotazione, che sembrano aver trovato un “nuovo equilibrio – evidenzia l’Istituto di Statistica – in favore delle prenotazioni che avvengono contattando direttamente la struttura, come l’albergo o l’abitazione privata (72%), rispetto a quelle che si appoggiano ad intermediari (28%). Le prenotazioni fatte in agenzia – si legge ancora nel Rapporto – pur crescendo a ritmi sostenuti (+54,7%) sia quando si ricorre a canali tradizionali, sia quando si utilizza internet (incluse le piattaforme digitali), nel 2022 rappresentano appena il 40% di quelle del 2019. Invece, le prenotazioni dirette, anch’esse in crescita (+29,2%), superano, per la prima volta, i livelli raggiunti nel 2019 di oltre il 20%”.

Il canale di booking principale rimane comunque internet, che si attesta a circa il 66% dei viaggi (nel 2019 era pari al 58,5%). “L’utilizzo di Internet, tuttavia – rileva l’Istat – non modifica le preferenze di prenotazione dell’alloggio. Infatti, anche quando sono online, gli intermediari sono meno utilizzati (30,3%) rispetto alle prenotazioni online concluse direttamente dal turista sulla pagina web dell’albergo o dell’abitazione privata (69,7%), confermando l’inversione di tendenza rispetto al 2019, quando la situazione era opposta (rispettivamente 68,7% e 31,3%)”. Tutti dati che, conclude il Rapporto, “sono l’indicazione di un cambiamento nelle modalità di prenotazione dell’alloggio, sempre più orientate al fai-da-te”.

I dati generali

Il report Istat ha poi fatto il punto sull’andamento generale dei settore dei viaggi con le cifre definitive relative allo scorso anno: nel 2022 i viaggi dei residenti in Italia sono stati 54 milioni e 811mila (346 milioni e 966mila pernottamenti), in aumento rispetto al 2021 (+31,6%) ma ancora sotto i valori precedenti alla pandemia (-23% rispetto al 2019). In recupero quasi totale le vacanze di 4 o più notti che tornano ai livelli del 2019, mentre le vacanze più brevi (1-3 notti) sono ancora lontane dalla situazione pre-pandemia (-26%). Le persone che hanno fatto almeno una vacanza tra luglio e settembre salgono al 35,7%, contro il 33,9% del 2021 (37,8% nel 2019). Infine, i viaggi all’estero (pari al 19,7% del totale), che mostrano aumenti a tre cifre (+143%). In netta crescita anche i viaggi nelle località italiane (+18,3%).

 

 

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