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Viaggi e vacanze: i numeri della “frenata” italiana

I dati finali sul 2023 diffusi dall'Istat confermano il rallentamento dei flussi turistici italiani interni e verso l'estero che, dopo la forte ripresa del 2022, hanno smesso di crescere e sono ancora molto lontani dai numeri del 2019

I dati finali sul 2023 diffusi dall'Istat confermano il rallentamento dei flussi turistici italiani interni e

Di Job in Tourism, 9 Aprile 2024

È quello che gli addetti ai lavori dicono da mesi – al netto delle note stampa dai toni spesso esageratamente entusiasti degli operatori: il turismo in Italia va bene, ma il merito è in gran parte degli arrivi dall’estero, perché i flussi italiani, sia dentro che fuori i confini nazionali, invece, hanno decisamente rallentato. Lo conferma adesso anche l’Istat, che ha diffuso i numeri finali su viaggi e vacanze all’estero degli italiani, stabile nel 2023 rispetto al 2022, ma ben al di sotto ancora dallo spartiacque pandemico del 2019 e, soprattutto, in frenata rispetto alla forte ripresa dell’anno precedente.

I numeri

Nel 2023, sancisce l’Istat, il turismo dei residenti si è attestato su livelli simili a quelli del 2022. I viaggi con pernottamento sono stati 52,1 milioni e risultano ancora inferiori ai valori del 2019 (-27%) così come le notti trascorse in viaggio (323,6 milioni), il 21% in meno rispetto a quelle osservate nell’anno pre-pandemia.

Dopo la marcata crescita osservata nel 2022, i viaggi all’estero nel 2023 rimangono stabili e ancora al
di sotto dei livelli del 2019 (-35,6%). Anche i viaggi in Italia non registrano sostanziali variazioni e non
recuperano il 24% perso rispetto al 2019.

Le vacanze, che nel 2022 avevano mostrato una decisa ripresa, sono sostanzialmente invariate e si
sono attestate nel 2023 a poco più di 48 milioni (92% dei viaggi, 95% delle notti). Prevalgono le vacanze “lunghe”, di 4 o più notti (54,7% dei viaggi e 82% delle notti), che, dopo aver raggiunto nel 2022 i livelli pre-pandemia, nel 2023 interrompono la loro crescita attestandosi a 28,5 milioni (-19% sul 2019). Anche le vacanze brevi non cambiano rispetto al 2022 e sono ancora il 31% in meno di quelle registrate nel 2019. Il divario tra i pernottamenti di vacanza del 2023 e del 2019 rimane elevato (75 milioni, -19,6%).

Le destinazioni

Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Trentino Alto Adige sono state le sette regioni più visitate e hanno accolto complessivamente il 59,4% degli spostamenti interni, con quote che variano tra il 6,2% del Trentino Alto Adige e l’11,6% della Toscana. Anche nel 2023 quest’ultima è stata la Regione preferita per le vacanze (11,6%), sia lunghe (9,9%) sia brevi (13,7%). Per lavoro, invece, si è viaggiato di più verso Lombardia, Lazio e Toscana, che insieme hanno ospitato quasi il 42% dei viaggi d’affari in Italia.

Gli alloggi

Nel 2023 gli alloggi privati sono stati la sistemazione prevalente per gli spostamenti turistici (52,9%, 62,3% in termini di pernottamenti), soprattutto in Italia (54,7%, 63,9% di notti). Fuori dai confini nazionali, invece, si è preferito alloggiare in strutture ricettive collettive (54,1% dei viaggi), anche se gli alloggi privati rappresentano la quota prevalente in termini di pernottamenti (57,9%).

Il booking

Nel 2023 si è consolidato l’utilizzo di internet per la prenotazione dell’alloggio che, dopo l’accelerazione osservata nell’anno della pandemia, ha interessato circa il 70% dei viaggi (58,4% nel 2019). Il ricorso all’intermediazione (27,4%) si conferma inferiore alle prenotazioni effettuate direttamente (72,6%) dal turista sulla pagina web dell’albergo o dell’abitazione privata (nel 2019 la situazione era opposta, rispettivamente 68,7% e 31,3%).

Mare e città d’arte

Il 2023 ha confermato la tendenza a spostarsi in ogni periodo dell’anno principalmente per piacere, svago o riposo (73,3% delle vacanze) e per visite a parenti e amici (24,7%). Entrambe le motivazioni sono stabili rispetto al 2022, ma ancora sotto i livelli del 2019 (-21,3% per le vacanze di piacere, svago e riposo, -31,1% per le visite a parenti e amici). La quota di vacanze per visite a una città, per la prima volta, ha eguagliato quella delle vacanze al mare (entrambe pari al 49% sul totale vacanze). Continua la lenta ripresa delle visite a città, grazie soprattutto al recupero di quelle estere (+29,3% sul 2022) e di quelle estive in città italiane, che hanno superato ampiamente i livelli prepandemici (+37% sul 2019). Tuttavia, complessivamente, le visite a città sono state ancora di circa il 15% inferiori rispetto al 2019.

Le attività culturali preferite rimangono le visite a città e borghi (84,7%) e le visite ai monumenti e siti storici o archeologici (48,4%), seguite, quasi in egual misura, dalle visite a mercati tipici locali (35,9%) e a musei e mostre (33,4%).

Workation per 1 su 10

Nel 2023, il 9,7% dei vacanzieri occupati ha lavorato dal luogo di vacanza in una qualsiasi modalità di lavoro da remoto.

Per quanto riguarda il business travel, solo il 7,9% dei viaggi è stato svolto per motivi di lavoro (4,1 milioni), senza sostanziali variazioni in termini di viaggi e di notti rispetto al 2022. Gli spostamenti per lavoro non mostrano quindi segnali di ripresa, attestandosi a circa la metà di quelli registrati nel 2019, con una durata media simile a quella del 2022 (4 notti rispetto a 3,8). Le riunioni d’affari e i viaggi per congressi, convegni e seminari sono le motivazioni più frequenti (17,8%), seguite dalle attività di rappresentanza, installazione o vendita (15,6%).

 

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