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Verso un futuro migliore

Iniziative Venete: il mercato premierà sempre più le realtà virtuose, competenti e affidabili

Iniziative Venete: il mercato premierà sempre più le realtà virtuose, competenti e affidabili

Di Marco Bosco, 27 Ottobre 2016

Situazioni a rischio per gli hotel, soggetti privi di esperienza e tanta, troppa improvvisazione. È il rovescio della medaglia dell’outsourcing: un servizio che tanti benefici è in grado di apportare alla gestione alberghiera, ma che al contempo può rilevarsi un boomerang, quando le strutture non riescono a trovare partner adeguati e affidabili. «Personalmente ritengo che in Italia stiamo per entrare in una fase nuova del fenomeno di esternalizzazione dei servizi di housekeeping. Una sorta di riflusso, dopo un decennio di corsa sfrenata verso l’outsourcing, diffusa prima tra i singoli alberghi indipendenti e successivamente estesasi alle grandi compagnie internazionali. Una decade durante la quale abbiamo assistito a un vero proliferare di nuove realtà più o meno strutturate, allettate da un mercato in grado di offrire facili possibilità di acquisizioni», racconta Roberto De Zorzi, titolare di uno storico player del settore quale Iniziative Venete.

Domanda. Se i servizi in outsourcing hanno avuto un tale successo, come mai oggi lei prevede l’inizio di un loro seppur relativo declino?
Risposta. A causa della tendenza di diversi albergatori, ignari o poco consapevoli dei rischi, di affidarsi a soggetti spesso privi di scrupoli che operano in modo illegale, evadendo i contributi previdenziali o sottopagando il personale assunto. Il mercato ne è stato infettato, spesso provocando un abbassamento delle tariffe sotto i minimi tabellari. È mai possibile, mi chiedo, che ai lavoratori in outsourcing vengano spesso applicati contratti che nulla hanno a che fare con il comparto turistico, come il Ccnl multiservizi? Capita, inoltre, che le responsabilità a volte siano degli stessi hotel, i quali, per ragioni economiche, fanno finta di nulla: conosco catene anche importanti, che cambiano il fornitore di servizi in outsourcing ogni due anni, in modo da non incorrere nella responsabilità solidale prevista dalla normativa italiana. Anzi io ritengo che le maggiori responsabilità ricadano proprio in capo ai mandanti, piuttosto che ai killer.

D. Chi sono quindi, se così si può dire, questi killer del mercato?
R. Nel tempo, come dicevo, si è affacciato sul comparto un numero crescente di nuovi soggetti provenienti dalle più disparate attività: realtà che spesso hanno ritenuto di poter operare senza avere alcuna previa esperienza in ambito alberghiero. Per fortuna, però, oggi i controlli si stanno intensificando e sta aumentando il numero di hotel intenzionati a cambiare, pur di trovare partner affidabili e di comprovata esperienza. Anche perché, ormai, chiunque soggiorni in hotel lascia un commento sul web e il suo giudizio viene visto da centinaia di migliaia di viaggiatori e potenziali ospiti da tutto il mondo.

D. Cosa succederà allora, a suo parere, nel prossimo futuro?
R. Costrette a servirsi di aziende che operano correttamente, e perdendo in questo modo l’offerta parte del proprio appeal economico, credo che alcune strutture ricettive opteranno per riportare in house i servizi. L’effetto positivo, per contro, sarà che si presterà maggiore attenzione alla qualità e che, mi auguro, assisteremo alla progressiva sparizione delle forme di concorrenza sleale. E ciò grazie anche, spero, a una presa di posizione decisa da parte di tutte le associazioni di categoria.

D. Il suo gruppo come affronta questa situazione?
R. Noi abbiamo sempre sposato la tesi del «poco e bene». Abbiamo cioè sempre lavorato con serietà e professionalità, rispettando la normativa vigente e applicando i giusti contratti di lavoro. Cercando, in altre parole, di essere quel partner ideale per la nostra clientela, in grado di dare la tranquillità di un contratto sicuro. Una scelta che ci ha premiato, facendoci diventare oggi uno dei più importanti soggetti attivi nell’ambito dell’outsourcing italiano.

Identikit della società

Iniziative Venete si avvale dell’esperienza di professionisti presenti nel settore dei servizi da più di 30 anni. La società, basata a Venezia, intrattiene fin da subito significativi rapporti di partnership con i maggiori gruppi privati, industriali e alberghieri, nella gestione dei servizi di cleaning e di facility management, maturando una profonda esperienza che le permette di far fronte a qualsiasi richiesta del cliente, organizzando un servizio altamente qualitativo. Iniziative Venete agisce con spirito imprenditoriale, creando servizi opzionali e integrati da aggiungere a quelli generalmente offerti. La Società è in grado di operare su tutto il territorio nazionale, avvalendosi di una capillare rete operativa formata da personale scelto e competente, costantemente aggiornato sulle più recenti innovazioni tecnologiche. Tutti gli interventi vengono previamente studiati, programmati e adattati agli ambienti presso cui si opera. Il patrimonio strumentale in dotazione è in grado di fronteggiare qualsivoglia evenienza, comprendendo prodotti accuratamente scelti, di collaudata sicurezza e garantita conformità alle normative vigenti, nonché attrezzature tecnologicamente avanzate, periodicamente revisionate.

Come calcolare un costo-ora equo

Iniziative Venete suggerisce agli albergatori un metodo semplice per capire il valore di un prezzo proposto da un operatore di servizi in outsourcing.

Per prima cosa occorre sgomberare il campo da un equivoco diffuso: costo orario teorico e costo orario effettivo non sono perfettamente sovrapponibili. Il primo, in particolare, non è altro che la somma dei valori previsti dalla normativa contrattuale di riferimento, quali per esempio la paga base, gli scatti di contingenza, i contributi previdenziali, i ratei della tredicesima e della quattordicesima, il tfr… A ciò si devono poi aggiungere gli oneri derivanti da eventuali accordi provinciali, scatti anzianità biennali, assistenza integrativa prevista dai Ccnl…
Per contro, il costo effettivo non è altro che il prezzo reale di un’ora di lavoro per l’azienda (che poi è quello che interessa nel caso dei contratti di outsourcing, ndr). Al fine di ottenere tale valore, bisogna in primis considerare che un addetto viene sì retribuito per 12 mensilità, ma che effettivamente ne lavora meno di dieci, fra ferie (173 ore), festività soppresse (7 ore), permessi retribuiti (104 ore), festività annue ancora in calendario (80 ore) e formazione retribuita (sette ore). A ciò si aggiunga inoltre che ogni lavoratore usufruisce mediamente di almeno 100 ore di malattia all’anno (circa due settimane), le quali in alcune realtà, a seconda della tipologia di attività svolta, possono anche essere di più. Da tutto questo ne consegue che ogni risorsa è mediamente presente sul proprio posto di lavoro per un tetto massimo di 1.600 ore annue.
A partire da tale calcolo, redatto sulla base delle tabelle ministeriali pubblicate dal dicastero del Lavoro, si procede quindi aggiungendo al costo totale gli ulteriori oneri derivanti dalla gestione aziendale, tra cui le spese per il vestiario, le visite mediche, il corso di primo soccorso, il corso anti-incendio, l’indennità di mensa, il materiale, l’attrezzatura, la gestione delle buste paga, altre uscite generali aziendali e gli interessi passivi sui pagamenti. Il tutto per un totale di circa 1.800 euro annui che, divisi per 1.600, si traducono in un ricarico effettivo sul costo-ora di 1,125 euro.
Considerato infine che, secondo l’ultimo rinnovo del Ccnl 2015 Federalberghi, il costo-ora di un facchino o di una cameriera di sesto livello è di 17,76 euro, l’esborso effettivo sarà pari a un minimo di 18,89 euro. E ciò escludendo gli eventuali accordi territoriali, gli scatti maturati e la condivisione dell’utile aziendale. Alla luce di quanto esposto, appare dunque evidente che, per poter considerare un accordo remunerativo, un’impresa di servizi in outsourcing non possa scendere sotto un livello minimo di circa 20 euro-ora per risorsa impiegata.

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