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Venezia non si ferma

Nonostante la sofferenza comune alle principali città d’arte italiane, i grandi brand dell’hôtellerie confermano aperture e passaggi di mano

Nonostante la sofferenza comune alle principali città d’arte italiane, i grandi brand dell’hôtellerie c

Di Giorgio Bini, 23 Settembre 2020

Nonostante quest’anno sia soffrendo, come tutte le città d’arte italiane, per la mancanza di turisti stranieri, Venezia si conferma sempre al centro degli investimenti alberghieri nel nostro Paese, che non si fermano.
Dunque anche se l’estate ha segnato un’impasse nelle operazioni quotidiane degli hotel lagunari, tra riorganizzazione delle attività e assenze degli stranieri, la crisi non sembra aver scalfito le compravendite e i cambi di gestione. E d’altronde quello veneziano è tra gli scenari strategici per l’immobiliare italiano: secondo una recente indagine di World Capital, PKF hotelexperts e Confindustria Alberghi, se l’intero patrimonio italiano supera la soglia dei 117 mld di euro, quello delle città ha un valore stimato di circa 36,8 mld, di cui il 78% è detenuto da sole quattro città: Milano, Roma, Firenze e, appunto, Venezia.
La città lagunare fa gola per esempio al Gruppo Alpitour. Il suo brand alberghiero VOIhotels sta infatti investendo nel Ca’ di Dio di Venezia confermando gli investimenti e rinnova la volontà di regalare alla Serenissima un nuovo hotel cinque stelle, curato dall’architetto e designer Patricia Urquiola.
L’investimento ammonta a 16 milioni di euro, per realizzare il quarto progetto di hôtellerie del gruppo, parte della collezione Lifestyle di VOIhotels. L’apertura è prevista per la primavera 2021 e porterà nuova linfa all’antica dimora storica, realizzata nel ‘500 dall’architetto Jacopo Sansovino, poco distante dall’Arsenale e da Piazza San Marco, lungo la Riva degli Schiavoni: la ristrutturazione comprende l’intera proprietà con i suoi 4 mila metri quadri, che accoglieranno 66 camere e junior suite, due ristoranti, una spa e due giardini privati.
E nei mesi scorsi anche un nuovo brand internazionale è sbarcato in laguna, peraltro in un luogo icona: l’Hotel Excelsior del Lido – sede del Festival del Cinema – è entrato a far parte ufficialmente di Iconic Luxury Hotels. La mossa è importante per Venezia e per il nostro Paese, perché proprio questa apertura italiana segna il debutto internazionale del marchio britannico (nel 2021 arriveranno Myconos e la Florida). Gioiello d’arte veneziana del XX secolo, l’Hotel Excelsior Venice Lido Resort si trova a 15 minuti da piazza San Marco e conta 196 camere, 23 suite e cabanas fronte mare.
Ma c’è un movimento che è sicuramente finito sotto i riflettori in questo periodo e che dimostra una volta di più il fermento nell’hôtellerie veneziana: lo storico Bauer passa infatti di mano. Il Fondo Elliott ha deciso di vendere il 5 stelle a Signa, gruppo immobiliare austriaco. Ricordiamo che Elliott aveva rilevato la struttura nella primavera del 2019 dalla famiglia Bortolotto Possati, insieme al gruppo finanziario Blue Skye, chiamando alla guida Vincenzo Finizzola. Signa in Italia ha già in portfolio Villa Eden Luxury Resort sul lago di Garda.

Anche l’operazione Covivio ha raggiunto Venezia: Nh Hotel Group ha infatti finalizzato l’intesa con la quale 8 strutture ex Boscolo passano da Värde Partners all’operatore immobiliare Covivio attraverso la controllata Covivio Hotels: il valore dell’operazione è di 573 mln di euro. E tra le strutture del “pacchetto” figurano anche il Bellini e il Grand Hotel dei Dogi. Per i prossimi 15 anni Nh Hotels gestirà gli hotel con un accordo di lease.
E mentre l’Indigo Venice di Ihg, e gestito da HNH Hospitality, ha riaperto i battenti rinnovato, tra i marchi internazionali che hanno scelto Venezia per il loro debutto in Italia c’è anche Canopy by Hilton, che al momento in Europa è presente a Parigi, Londra e Reykjavik: dovrebbe arrivare l’anno prossimo il Canopy by Hilton Venice City Centre, un 5 stelle (in calle de La Cereria) annunciato già nel 2019 a seguito dell’accordo con Marseglia Group, proprietario dell’Hilton Molino Stucky. E in Laguna dovrebbe arrivare anche Hampton.
Qual è dunque il futuro che attende La Serenissima? Tra lo stop (al momento temporaneo) delle grandi navi da crociera da un lato, e invece la ripresa dei voli internazionali dall’altro (tra i nomi ci sono Tap Air Portugal ed Air Europa con i loro importanti bacini latinoamericani e Qatar Airways verso Doha e ‘beyond’), gli albergatori con i loro progetti e investimenti sembrano animati da ottimismo. Non ci resta che osservare i movimenti nei prossimi mesi.
Secondo quanto analizzato dalla società di consulenza Thrends Italy, Venezia già conta su oltre 50 strutture di catena, la metà delle quali fa capo a un gruppo straniero. In particolare, ben 13 dei 19 hotel di lusso in laguna sono gestiti da un gruppo, il 68%, e solo 6 sono indipendenti. Mentre sul fronte dei 4 stelle la quota di insegne italiane è leggermente in vantaggio, sono 14 su un totale di 24. Ma il mercato internazionale conta per ben l’85% del segmento lusso in città.

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