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Un’oasi tranquilla in centro Milano

Di Floriana Lipparini, 30 Aprile 2004

www.bulgarihotels.com
A dispetto delle apparenze, in pieno centro, Milano nasconde romantici angoli segreti che pochi conoscono. Ne è un esempio la location scelta da Bulgari hotels & resorts per il suo primo hotel milanese, che aprirà a metà maggio in via Fratelli Gabba. In passato era la sede di un convento, immerso nel verde silenzioso di un ampio giardino attiguo all’Orto botanico.
“Qui si sentono gli uccellini che cinguettano, eppure a pochissimi passi, dietro l’angolo, c’è via Montenapoleone, c’è il quartiere di Brera, c’è il quadrilatero della moda”, spiega il general manager Attilio Marro, orgoglioso di poter offrire ai futuri ospiti il “lusso” della tranquillità, della natura e del benessere proprio nel cuore della metropoli.
Un viavai di tecnici è all’opera per apportare gli ultimi tocchi prima dell’opening di questo hotel di nicchia, con 52 camere e sei executive suite, dotato di tutti i servizi e i comfort immaginabili, tra cui una spa e un parking sotterraneo. Grazie a una parete totalmente vetrata, il ristorante con area lounge ha una magnifica vista sul giardino in cui svettano alberi secolari, affascinante anche oggi che è una giornata di pioggia.
“Siamo in una specie di oasi, più che un hotel si potrebbe definirlo un resort”, prosegue Marro, che proviene da una lunga tradizione familiare nel mondo alberghiero e ama profondamente questo lavoro.
Nato nel 1967 a Sanremo, dopo gli studi universitari a Nizza ha frequentato la prestigiosa Ecole Hôtelière di Losanna, iniziando a lavorare nel 1992 al Metropol Inter-Continental di Mosca. Dal ’94 al ’96 è stato restaurant manager al Castellana Inter-Continental di Madrid, dal ’97 al ’99 food and beverage manager al May Fair Inter-Continental di Londra e nel ’99 è rientrato in Italia per assumere la direzione del pluripremiato Palazzo Sasso di Ravello.
Il passaggio dallo splendore della costiera amalfitana alla vita di città sembra non dispiacergli affatto. “Aprire un albergo è un’esperienza molto intrigante, molto creativa. In questo caso, poi, si tratta di una struttura caratterizzata da uno stile di accoglienza in cui mi ritrovo perfettamente, è la mia stessa filosofia: curare i dettagli, cogliere i segnali e le aspettative, stupire il cliente con qualcosa d’inaspettato anche nelle cose più semplici, qualcosa che ricorderà nel tempo”.
L’architettura d’epoca dell’hotel è semplice e lineare. Anche l’arredamento, curato da Antonio Citterio & Partners, rispecchia la scelta di uno stile classico, legato alla tradizione ma contemporaneo, essenziale: materiali di grande pregio e solidità, linee pulite, cromatismi e chiaroscuri raffinati. Tutto su misura per il prevedibile target della clientela, probabilmente il medesimo che acquista i celebri gioielli e che può permettersi un hotel di questo rango. La joint venture con Luxury Group di Marriott International è stata scelta appunto per l’esperienza di altissimo livello nell’ospitalità di lusso e nei servizi di qualità.
“Bulgari ha colto tra i suoi clienti abituali l’esigenza di trovare hotel dotati di uno stile particolare, adatti ai grandi manager in viaggio d’affari, ma anche estremamente tranquilli e confortevoli. Per raggiungere questo obiettivo secondo noi è essenziale dare enorme importanza al servizio e alle risorse umane. Abbiamo operato una selezione estremamente rigorosa, affidandola a Talentplus, una società americana specializzata nel proporre colloqui molto strutturati e approfonditi. Abbiamo scelto persone che non soltanto possedessero un’ottima professionalità, ma anche talento naturale, solarità, positività, energia, calore umano, spontaneità, la stessa genuinità dei materiali di cui è fatto l’albergo. Pensiamo che la disponibilità al servizio dev’essere innata, perché il primo impatto con il cliente è determinante”.
La genuinità, che sarà anche alla base della cucina dell’executive chef Elio Sironi, molto legato alle materie prime, è un leit-motiv che si ritrova un po’ in tutte le scelte di Bulgari hotels: nessuna ostentazione, niente di “paludato” e molto casual. “Qui non c’è bisogno di mettersi in giacca e cravatta, si può stare tranquillamente in jeans. Vogliamo che l’hotel e il ristorante siano aperti alla città e diventino un punto di riferimento per i milanesi, un luogo da frequentare e dove stare bene”.

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