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Unico in Europa, il Museo del tartufo di San Giovanni d’Asso

Di Anna Goffi, 7 Gennaio 2005

Grazie alla presenza del pregiato tartufo bianco (tuber magnatum pico) e a un’amministrazione lungimirante, si va sempre più affermando come destinazione turistica San Giovanni d’Asso, che con i suoi 900 abitanti è il più piccolo comune della provincia di Siena. Qui si viene per ristorarsi nel corpo e nell’anima e per godere del ricco patrimonio archeologico, storico, artistico e antropologico legato all’area senese. Chi ritorna nel corso del tempo, perché rimasto affascinato da questa terra magica e unica, scopre che qualcosa si è aggiunto, si è fatto, si è costruito ed è sempre una scoperta piacevole poiché l’intervento umano avviene in armonia col paesaggio. È proprio a San Giovanni d’Asso che nel volgere di due anni, su un territorio di 66 chilometri quadrati, sono nati 30 agriturismi con 300 posti letto.
Quest’anno, poi, gli abitanti del paese avevano un motivo in più per essere orgogliosi. A novembre, nel pieno fermento della stagione di raccolta, è stato inaugurato il primo Museo italiano dedicato al tartufo, unico nel suo genere persino in Europa.
Chi entra deve lasciarsi alle spalle l’esposizione classica che privilegia “il guardare e non toccare”, per aprirsi piuttosto al detto cinese: “chi vede ricorda, chi fa impara”. Ideato su un oggetto che non può essere esposto (in poco tempo il preziosissimo tartufo marcirebbe) il museo è stato pensato come un viaggio nel tempo, un gioco per i sensi e una singolare occasione d’apprendimento. Realizzato con ampio ricorso alle tecnologie informatiche, con il coordinamento scientifico del professor Gianfranco Molteni e su progetto di Massimo Marini, il Museo del Tartufo parte da un excursus storico che riprende temi quali la stregoneria, la scienza e l’erotismo, per seguire un percorso che coinvolge i cinque sensi con tanto di Odorama e di sensazioni tattili da provare, tra l’altro all’interno di un gigantesco tubero, in cui ci si può addentrare. Completata quest’opera all’avanguardia, ecco subito affacciarsi un altro obiettivo. Il Comune, guidato dal trentaquattrenne neosindaco Michele Boscagli, si sta impegnando per migliorare l’arredo urbano con un progetto riguardante la riqualificazione della piazza storica e la realizzazione di piazzole per i camper in modo da soddisfare tutte le tipologie di turismo.
Inoltre è in atto un piano strutturale di studio della campagna per introdurre la tartuficoltura del marzuolo che, dopo 5 anni, offre a chi lo coltiva una buona rendita con l’ulteriore vantaggio di non stravolgere il magnifico paesaggio.

Tartufo a Milano

Settimana dedicata a questo raffinato cibo anche all’Hotel Principe di Savoia di Milano che, dal 29 novembre al 3 dicembre, ha presentato “Profumi e seduzioni del tartufo bianco”.
L’evento ha visto, ospite nelle cucine di Paola Budel, lo chef piemontese Walter Ferretto, patron de Il Cascinalenuovo di Isola d’Asti e Pisterna di Acqui Terme, entrambi fregiati con l’ambita stella Michelin.
“Mio intento – ha dichiarato Ferretto, che per l’occasione ha interpretato il tartufo bianco d’Alba – è proporre una cucina moderna e d’avanguardia, esaltando i prodotti della mia terra attraverso la riscoperta dei sapori della memoria”.
Tra le squisitezze presentate c’erano: Cipolla al sale ripiena con tartufo, Battuta di fassone piemontese ai profumi d’autunno con tartufo, Ragù di cardo gobbo di Nizza con uovo affogato e tartufo o ancora Piccione di cascina “incavolato” su polenta morbida con tartufo e Muscolo di fassone piemontese stufato al barolo, cubo di polenta e zucca gialla.

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