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Un’estate complessa

In aumento l'interesse per le mete di prossimità

In aumento l'interesse per le mete di prossimità

Di Marco Bosco, 15 Giugno 2012

Diminuzione dei turisti stranieri e soprattutto italiani, in controtendenza con i risultati dell’estate 2011, in particolare sul fronte del turismo internazionale. Calo anche per il fatturato complessivo generato dall’industria dei viaggi e dell’ospitalità, così come per la propensione dei nostri connazionali a fare una vacanza all’estero. In aumento, infine, l’interesse verso le mete di prossimità e a buon mercato. Queste, in estrema sintesi, le aspettative degli operatori italiani del settore, emerse dalla quarantunesima edizione dell’indagine congiunturale Ciset, condotta su un campione rappresentativo di imprese turistiche del nostro paese.
Secondo gli operatori intervistati, gli arrivi stranieri, tra maggio e ottobre 2012, dovrebbero infatti calare del 2,5%, rispetto allo stesso semestre del 2011, mentre le presenze dovrebbero scendere del 2,8%. Più significativa ancora, poi, la diminuzione degli arrivi italiani, che dovrebbero contrarsi dell’8,1%, con i pernottamenti a -8,7%. Previsioni pessimistiche, infine, anche per l’andamento del fatturato turismo in Italia, per cui si stima un calo dell’8,3% rispetto all’estate 2011.
Nonostante la capacità di attrazione del nostro paese, l’andamento economico generale e il costo complessivo della vacanza in Italia, unito al rapporto qualità-prezzo dei servizi offerti, sono quindi le opinioni che continuano a tenere banco tra gli operatori per spiegare tali trend. Guardando poi ai principali mercati di origine della domanda, nonostante la ripresa attesa da parte dei turisti tedeschi, da sempre principali clienti internazionali del nostro paese, tutti gli altri segmenti, con poche, seppur notevoli eccezioni, dovrebbero registrare una flessione più o meno accentuata. Tale calo dovrebbe riguardare, oltre al turismo domestico, soprattutto la domanda proveniente da Francia e Regno Unito, mentre una tenuta maggiore dovrebbe caratterizzare i flussi in arrivo dagli Stati Uniti e dal Giappone, anche grazie al deprezzamento dell’euro rispetto alle valute di questi ultimi due paesi. Tra i mercati emergenti, invece, dinamiche fortemente positive sono attese da Russia, Cina, India e Brasile.
Per quanto riguarda, poi, l’andamento dei principali prodotti legati ai viaggi e all’ospitalità, l’agriturismo, il turismo verde, nonché quello culturale e d’arte, dovrebbero mostrare le performance migliori (anche rispetto all’estate 2011), seguiti dal comparto fitness e benessere. Pressoché stabile, invece, il turismo balneare, mentre in leggera flessione vengono dati il soggiorno termale tradizionale, la vacanza ai monti, quella al lago e soprattutto il turismo congressuale e d’affari. Da sottolineare, infine, il crollo atteso delle crociere, dopo diverse stagioni di dinamica fortemente positiva. Il giudizio degli operatori sconta, molto probabilmente, l’effetto Costa Concordia e la conseguente attesa per un ritorno di immagine negativo anche durante la prossima stagione estiva.

Prenotazioni sempre più last minute. Ma aumenta a sorpresa il budget delle famiglie

Il 2012 sarà un anno complesso per il turismo della penisola anche secondo il sondaggio realizzato da Trademark Italia e Ipsos Observer. Quest’anno, in effetti, gli italiani in vacanza ci andranno, ma un po’ meno rispetto al passato: diminuisce sensibilmente, in particolare, il numero dei nostri connazionali che andranno all’estero, così come quello di coloro che faranno due o più vacanze. È quanto emerge da un sondaggio nazionale, condotto su un campione di 804 individui maggiorenni, che abbiano effettuato almeno una vacanza di tre notti nel corso del 2011.
A differenza di quanto si aspettano gli operatori, la ricerca Trademark – Ipsos prevede però un calo pure per i viaggi all’insegna dell’arte, della cultura e della religione, mentre dovrebbe rimanere stabile il trend delle vacanze enogastronomiche. Ma il dato forse più significativo riguarda i tempi di prenotazione, che diventano sempre più last minute: all’inizio dello scorso mese di aprile, quando cioè è stata condotta la ricerca, almeno sei connazionali su dieci avevano infatti già deciso di andare in vacanza, senza però sapere esattamente dove. La domanda, in particolare, si aspetta prezzi bassi, proposte oneste, quasi solidali, che tengano conto della recessione. Gli italiani, in altre parole, si stanno guardando attorno e, per questo, ritardano la scelta.
In linea generale, comunque, l’interesse pare concentrarsi soprattutto sulle località turistiche di prossimità (in ciò confermando il pensiero degli operatori), con una certa predilezione per le destinazioni attrezzate e collaudate, che garantiscono un’organizzazione turistica efficiente e senza sorprese. Abbastanza scontato, poi, il dato secondo cui, per almeno sette connazionali su dieci, la vacanza principale non può che essere il mare (in primis, le spiagge sabbiose e i litorali adatti ai bambini); così come il periodo prescelto per il viaggio, che si situa, secondo consuetudine, tra i mesi di luglio e agosto.
Il prevalere dell’understatement sui consumi vistosi, la ricerca della convenienza, una crescente sensibilità al prezzo da parte dei giovani e dei giovani adulti (le cosiddette generazioni X e Y), la rinuncia virtuale al superfluo e la conferma delle vacanze di agosto, senza passi indietro riguardo ad alberghi, ristoranti, spiagge ed entertainment, saranno così gli elementi caratterizzanti dell’estate 2012.
La vera sorpresa della ricerca riguarda però il budget previsto: nonostante tutti gli intervistati parlino di una probabile, generica riduzione dei costi della propria vacanza, di viaggi in luoghi meno lontani da casa e di rientri già fissati, la spesa per la vacanza 2012 è destinata ad aumentare. Le famiglie italiane (nucleo medio 2,4 persone) investiranno, infatti, circa 1.396 euro, per un +5% rispetto al 2011: un incremento che si situa, seppur di poco, al di sopra del tasso di inflazione annuo. La spesa diretta complessiva, prevista per la prossima estate, sarà quindi nell’ordine dei 18,63 miliardi di euro (trasporti, alloggio, ristorazione, intrattenimento, svago e piccolo shopping turistico), più un ulteriore 10% (per circa 1,86 miliardi di euro) di uscite indirette e indotte.

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