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Un’antica dimora nobiliare il Museo del turismo della Val Pusteria

Di Giorgio Bini, 1 Agosto 2003

www.niederdorf.it
www.villabassa.it

Villabassa, circondata da boschi e sorgenti termali, è stata un’antica e importante stazione di posta della Val Pusteria, grazie alla presenza di molti artigiani specializzati nella riparazione di carrozze. Il primo “maestro di posta” di Villabassa, Johannes von Kurz, abitava al n° 42, nella Casa Wassermann, che oggi ospita il Museo del turismo dell’Alta Pusteria, dove sono stati ricostruiti gli ambienti di antiche locande e di stabilimenti termali, di stanze d’albergo per il turismo d’élite e di semplici stanze del personale di servizi.
Il Tirolo iniziò a trasformarsi da paese contadino in paese di villeggiatura alla fine dell’Ottocento, con l’arrivo dei primi turisti appassionati di alpinismo.Vennero fondate le prime associazioni turistiche che spianarono le strade per le passeggiate e organizzarono intrattenimenti. Nel 1909 in Tirolo si contarono per la prima volta piú turisti che gente del posto.
In un catalogo pubblicitario degli inizi del secolo, Villabassa viene così descritta: “Villabassa è uno dei posti di villeggiatura piú vecchi del Tirolo e deve la sua nascita … e le visite turistiche sempre piú in aumento… alla sua posizione ed altitudine elevata vicino alla ferrovia … la localitá è un paese idilliaco con grandi spazi e ottime strade … ha una propria stazione ferroviaria (dove fanno sosta parecchi treni diretti). Poste e telegrafi con telefono, medico e farmacia … un battaglione militare è in guarnigione costante … le strade, le locande cosí come quasi tutte le case hanno corrente elettrica”.
La casa Wassermann inizialmente era la residenza del nobile casato von Kurz. Nella camera dei conti (camera blu) gli affreschi mostrano i castelli dei Kurz. Al centro del soffitto è rappresentata la Torre Rossa di Dobbiaco, luogo d’origine della famiglia. Nel 1895 la casa passò alla famiglia Wassermann, che vi aprì una pasticceria, un caffé e anche camere per ospiti che spesso restavano per tutta l’estate. Contemporaneamente i colti cafetiers iniziarono un’ampia raccolta folkloristica che comprende anche oggetti che gli abitanti eliminavano ritenendoli privi di valore: mobili, dipinti, disegni, utensili di cucina e per la casa, volantini politici, decreti, atti storici, certificati, giornali, riviste, foto e oggetti religiosi. Dopo varie vicissitudini, finalmente la grande collezione di arte popolare sudtirolese, lasciata in eredità negli anni Settanta, è diventata la base di questo interessante museo.

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