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Un’alba di 2008 promettente

Di Massimiliano Sarti, 15 Febbraio 2008

Il turismo è un settore in salute, che guarda con ottimismo al prossimo futuro. È questa la sintesi dei dati elaborati da Manpower nel suo survey sulle previsioni dei trend occupazionali per il primo trimestre 2008. La ricerca, condotta su un significativo campione di oltre mille imprese italiane, evidenzia un clima generalmente positivo in tutti i comparti: la previsione netta sull’occupazione, ossia la differenza tra la percentuale dei datori di lavoro che intendono assumere e di quelli che pensano a una diminuzione del personale, è risultata infatti del 4%. Un valore che, indicizzato per tener conto delle variazioni di domanda stagionale, sale a un confortante 6%.
«Per quanto riguarda il comparto dell’industria dei viaggi, inoltre», spiega il presidente e amministratore delegato di Manpower Italia, Stefano Scabbio, «i segnali sono ancora migliori di quelli medi. Se, infatti, la previsione netta sull’occupazione fatta registrare dal settore per questi primi tre mesi del 2008 è appena dell’1%, tale indicatore, escludendo le fluttuazioni stagionali, arriva a toccare il 7%. Da segnalare anche come il risultato sia in linea con quello del trimestre precedente, ma nettamente superiore a quelli registrati nei due anni precedenti». Un chiaro sintomo di ripresa dell’intero comparto, di cui sembra poter beneficiare soprattutto il Sud Italia. «Almeno, così si potrebbe inferire dai nostri dati», suggerisce Scabbio. «Scorporando infatti i risultati del survey per area geografica, scopriamo che proprio il meridione è l’area dove la previsione netta sull’occupazione è cresciuta maggiormente rispetto al trimestre precedente. Si tratta naturalmente di un dato complessivo, che riguarda tutti i comparti industriali, ma, date le caratteriste del territorio, mi sento di poter affermare che un grosso contributo a tale crescita sia stato fornito proprio dal turismo».
Se queste sono le note positive del comparto, quali sono, però, le criticità che tuttora affliggono il mercato del lavoro dell’industria dei viaggi? «La mancanza di un diffuso e condiviso approccio professionale alle politiche di gestione delle risorse umane», risponde sicuro Scabbio. «Mi spiego meglio: come è risaputo, l’industria turistica italiana è caratterizzata da una generale polverizzazione delle imprese, spesso piccole aziende a conduzione familiare. Questo, se da una parte è sinonimo di una cultura imprenditoriale diffusa, fa sì tuttavia che poche risorse possano essere allocate alle fasi di selezione del personale, spesso assunto tramite pratiche che definirei artigianali come, per esempio, il passaparola. Un atteggiamento che incide in maniera negativa sulla qualità delle ricerche, generando spesso elevati tassi di turnover, non certo positivi, sia dal punto di vista dei dipendenti sia da quello delle imprese. Inoltre, anche a causa di questo approccio alle politiche human resources, si avverte spesso la carenza di un linguaggio specialistico comune, capace cioè di definire con precisione i profili richiesti dalle imprese e le competenze acquisite dai professionisti del settore: una carenza che naturalmente incide negativamente sull’efficienza dei normali meccanismi d’incontro tra domanda e offerta di lavoro».

La sezione Horeca

Manpower, che sarà tra gli espositori del prossimo Tfp Summit, ha recentemente attivato un ufficio completamente dedicato al comparto turistico. Denominato Horeca vuole porsi quale punto di riferimento del settore per quanto riguarda le politiche di ricerca, selezione e gestione delle risorse umane. «Si tratta di una sezione composta soprattutto da specialisti dell’industria dei viaggi», racconta Stefano Scabbio. «Da professionisti, cioè, con un’esperienza passata nel comparto del turismo, in grado di assicurare, a clienti e candidati, le adeguate competenze per far incontrare le esigenze di chi offre e cerca lavoro. Il nostro database, inoltre, ci consente di inserire ogni profilo in un sistema di flussi comunicativi integrati, che si avvale, tra l’altro, della presenza capillare di 450 filiali diffuse su tutto il territorio italiano. I nostri sistemi di valutazione dei candidati, poi, si servono di un approfondito sistema di classificazione che tiene conto di tutte le competenze della persona, comprese quelle più intangibili come le skill relazionali o la capacità di lavorare in gruppo. Il nostro obiettivo è, infatti, quello di diventare dei veri e propri carrier provider di ogni professionista che si rivolge a noi. È per questo motivo che non solo forniamo servizi di consulenza del lavoro, ma ci avvaliamo anche dei fondi Forma.temp per organizzare progetti di formazione, che permettano a ciascun candidato di acquisire nuove competenze e di trasferirle da un’esperienza occupazionale a un’altra: in poche parole, di crescere professionalmente nel tempo».

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