Destagionalizzare l’offerta. È l’obiettivo del nuovissimo Molino Stucky Hilton Venice, che ha aperto i battenti il 1° giugno 2007. E per raggiungere tale traguardo, il management della struttura veneziana punta decisamente sul congressuale. A rivelarlo, il direttore commerciale dell’albergo, Katharina Schlaipfer: «Il nostro centro congressi è aperto da poco più di quattro mesi, ma alcuni trend paiono già evidenti: novembre, per esempio, è considerato un periodo di bassa stagione per la città lagunare, ma noi abbiamo ospitato ben cinque congressi di grandi dimensioni. E ciò anche grazie alle tariffe particolarmente appetibili che la nostra struttura propone nei mesi di minore flusso turistico per Venezia».
La strategia è evidente: un hotel di 380 camere, come il Molino Stucky, può pensare di mantenere redditività elevate solo a patto di attirare viaggiatori durante tutto l’arco dell’anno. Il comparto mice può perciò rivelarsi essenziale a tal fine. «Tanto più che gli studi più recenti evidenziano come Venezia sia una destinazione in crescita da questo punto di vista», prosegue Schlaipfer. «Prima del nostro arrivo, inoltre, non esisteva in città un conference center capace di ospitare grandi eventi. Abbiamo perciò un notevole vantaggio competitivo che cercheremo di sfruttare promuovendo in modo organico le nostre strutture congressuali. La stampa specializzata e le fiere di settore italiane e internazionali sono i canali privilegiati attraverso cui, anche grazie al supporto del brand Hilton, stiamo facendo conoscere l’offerta del Molino Stucky in tutti i nostri mercati di riferimento. In questi primi sei mesi di vita dell’albergo, il comparto del mice ha peraltro già contribuito per circa il 35% alla formazione del fatturato complessivo, ma credo proprio che tale percentuale sia destinata a raggiungere il 40% durante il 2008 e ad andare anche oltre negli anni successivi».
L’offerta congressuale dell’hotel veneziano è effettivamente impressionante: oltre 2.600 metri quadrati di spazi multifunzionali che comprendono, tra l’altro, un salone da mille metri quadrati capace di ospitare fino a mille delegati in configurazione a teatro. Ma perché puntare sul mice in un momento in cui il mercato italiano sta lanciando segnali contraddittori? «In effetti, al di là della situazione particolare di Venezia, che mostra inequivocabili indizi di crescita», specifica Schlaipfer, «il congressuale sta attraversando nello Stivale un periodo particolarmente complesso. Ritengo, in particolare, che le ripercussioni delle note vicende legate alle limitazioni imposte alle sponsorizzazioni dei convegni medici possano allungare la loro ombra anche sul 2008. Molte sono state, infatti, le prenotazioni non cancellate l’anno scorso da parte di clienti timorosi di pagare penali eccessivamente onerose. Questi ultimi rappresentano però una domanda destinata a scomparire nel corso del tempo. Ciononostante sono convinta che, dopo un fisiologico periodo di assestamento, il congressuale italiano riprenderà a crescere. Alla fine risulteranno vincenti quelle strutture che sapranno offrire spazi estremamente flessibili, liberi di essere plasmati a loro piacimento dagli organizzatori. Ma, soprattutto, occorrerà differenziare la propria offerta».
L’information technology e il settore finanziario sembrano essere i comparti più promettenti per sostituire parte della domanda proveniente dalle aziende legate alla farmaceutica e ai congressi medici. «Almeno questo è quello che avviene già da tempo nel resto d’Europa. E i primi segnali sembrano indicare che anche in Italia ci si stia muovendo in tale direzione». Proprio dal nostro paese, inoltre, proviene sorprendentemente una parte consistente della domanda congressuale del Molino Stucky: «Italiani sono stati, infatti, circa il 50% dei nostri clienti mice durante questi ultimi sei mesi del 2007», puntualizza Schlaipfer. «È strano, perché di solito le aziende della penisola sono molto attente al budget e noi non rappresentiamo certo quella che si può definire una location economica. Probabilmente il nostro successo dipende, almeno in parte, dalla novità e dalla capacità di attrazione della città in cui siamo inseriti». Venezia, in effetti, è anche una delle destinazioni preferite degli incentive nelle città d’arte. «Ma le aziende che organizzano tali eventi», conclude Schlaipfer, «si muovono generalmente con un anticipo di circa due anni. È perciò ancora presto per poter avere anche una minima indicazione in tal senso. È vero, però, che ci sono molte incentive house d’Oltreoceano che spesso propongono viaggi a Venezia per gruppi superiori alle 300 persone. In questi casi, le nostre 380 camere potrebbero rappresentare la soluzione alberghiera ideale. In generale, prevedo che per l’anno in corso, all’interno del comparto mice, avremo un 10% di clientela incentive, mentre il congressuale vero e proprio si attesterà attorno al 70%, contro un 20% circa rappresentato da meeting ed eventi di varia natura».
Identikit del Molino Stucky
Situato sull’isola della Giudecca, l’hotel è nato dalla ristrutturazione di un mulino risalente al diciannovesimo secolo. L’albergo affaccia direttamente sul mare ed è raggiungibile attraccando con il vaporetto presso un pontile privato. La struttura si sviluppa su 13 edifici e dispone di 380 camere, tra cui 44 suite, oltre a due ristoranti e tre bar. Da segnalare, poi, la piscina esterna realizzata sul tetto del mulino. Il fitness center, in cui è compresa anche la spa Espace, è il più grande della città. Infine, il conference center si estende su una superficie di oltre 2.600 metri quadrati che includono, tra gli altri, un salone di mille metri quadrati capace di ospitare fino a mille delegati, nonché un foyer da 700 metri quadrati e altre 14 meeting room e breakout area indipendenti.
Il mercato veneziano dei convegni
Come evidenziato da Katharina Schlaipfer, il mercato del congressuale della città lagunare ha fatto registrare, negli ultimi anni, una crescita importante soprattutto in termini qualitativi. Ecco i dati in possesso di Hilton, riferiti al 2002 e al periodo 2005-2007:
2002: 7 congressi per un totale complessivo di 20 giorni;
2005: 18 congressi per un totale complessivo di 37 giorni;
2006: 14 congressi per un totale complessivo di 49 giorni;
2007: 10 congressi per un totale complessivo di 50 giorni.
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