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Una struttura dai forti contrasti

Di Giorgio Bini, 19 Dicembre 2008

Pubblichiamo oggi questo articolo a seguito della partecipazione della nostra redazione all’inaugurazione dell’albergo, avvenuta lo scorso venerdì 11 dicembre. Al momento della stampa, l’hotel è aperto e funzionante, indipendentemente dalle vicende che stanno coinvolgendo la proprietà.

«Il contrasto, soprattutto quando è accentuato e palese, suscita curiosità, interesse. Di fronte a una contrapposizione ossimorica la persona cerca delle motivazioni, una spiegazione, per quanto soggettiva essa possa essere. E quando un ambiente, una situazione, un oggetto crea delle domande, è già un’opera d’arte». Parole del general manager Hans Rudolf Fritz, che in questo modo descrive l’unicità del nuovissimo Romeo hotel di Napoli. La struttura, dotata di 85 camere, studiata e realizzata dallo studio Kenzo Tange e associati, ha appena aperto i battenti in una location inusuale per un 5 stelle lusso, tra piazza Municipio e il terminal per l’imbarco delle navi.
«L’idea», spiega ancora Fritz, «è stata quella di creare un luogo-simbolo della città. Un hotel distinto dalla tradizionale offerta lusso partenopea, ma al contempo capace di sintetizzare al proprio interno l’intima essenza di Napoli: una città fatta di contrasti tra modernità e tradizione, tra splendori e miserie, tra terra e mare, il cui destino, sono convinto, risiede nella fusione multiculturale e multietnica. Un po’ come nella nostra struttura convivono design d’avanguardia, oggetti di antiquariato e opere d’arte contemporanee; la napoletanità essendo espressa dalle opere di artisti di origine partenopea come Gregorio Botta, Francesco Clemente e Lello Esposito, ma anche dalla serie di immagini tratte dall’archivio Alinari, poste a commento di angoli e corridoi della struttura; l’internazionalità, invece, veicolata dagli elementi di antiquariato, tra cui anche un kimono di un fattore Ainu dell’Ottocento e un globo terrestre-celeste romano di un secolo precedente, nonché dai numerosi elementi di design contemporaneo che arricchiscono gli spazi dell’hotel. Il tutto, in un insieme sincretico di segni contrapposti, ma in grado, proprio per questo motivo, di sfuggire alle facili definizioni e all’inevitabile declino delle mode passeggere».
Un albergo, però, non si esaurisce mai nei suoi elementi materiali. Fondamentale per il successo di un’impresa dell’ospitalità è, infatti, la qualità del servizio. «Un obiettivo, quest’ultimo», prosegue Fritz, «raggiungibile solo con uno staff di talento. Perché, utilizzando un’allegoria tecnologica: la struttura è l’hardware, le risorse umane sono il software». E proprio il personale è uno dei punti di forza su cui intende poggiarsi l’hotel Romeo. A cominciare dalla cucina, dove lo chef executive Andrea Area, lo chef pasticciere Elnava De Rosa e il sommelier Mara Savino sono tutti giovani professionisti con importanti esperienze alle spalle in locali stellati Michelin. Ma la qualità è naturalmente diffusa anche negli altri reparti, in cui la maggior parte del personale direttivo proviene da strutture internazionali 4 e 5 stelle lusso.
A stupire l’ospite fin dall’arrivo all’hotel sono persino le divise del personale che, disegnate dalla sartoria napoletana Rubinacci, si ispirano agli abiti dell’aristocrazia partenopea, arricchite però da uno spiccato gusto teatrale, ben rappresentato dalle maniche a sbuffo delle camicie nere che fuoriescono dagli eleganti gilet in tonalità di grigio. «Amiamo considerarci l’enfant terrible dell’ospitalità napoletana», conclude Fritz. «Il nostro target, perciò, non è il classico viaggiatore internazionale abituato a un’offerta omologata. Noi vogliamo attirare ospiti disposti a cedere allo stupore. Non solo: alcuni dei nostri spazi saranno aperti ai clienti esterni, perché la struttura deve diventare un punto di riferimento anche per i napoletani. Così sarà il ristorante il Comandante, situato all’ultimo piano dello stabile e dedicato alla figura dell’armatore Achille Lauro, della cui compagnia l’hotel Romeo era, tra l’altro, la sede centrale. Ma anche la music lounge: uno spazio informale, aperto fino alle 2-3 di notte, in cui il volume della musica si adegua istantaneamente al numero delle persone presenti. Senza dimenticare, infine, la spa Daniela Steiner, con la sua offerta dedicata al benessere declinato in senso mediterraneo».

Identikit di Hans Rudolf Fritz

Tedesco di origine, Fritz ha lavorato in alcuni dei migliori alberghi al mondo. In circa 40 anni di carriera è stato, tra l’altro, general manager del Paris Orly Hilton (1988-1989) e del Vienna Plaza Hilton (1990-1993), ma anche del Rome Cavalieri Hilton (1993-2002) e del Rome Marriott Park Hotel (2004-2007). Numerosi, inoltre, i riconoscimenti ricevuti, tra cui, in particolare, il premio European hotel manager of the year 2001 assegnato dalla prestigiosa European hotel managers’ association. Fritz fa parte, infine, del consiglio di amministrazione della Chn university Netherlands di Leeuwarden, nei Paesi Bassi, ed è consulente Unido (l’Organizzazione delle nazioni unite per lo sviluppo industriale) per la promozione degli investimenti e della cooperazione tecnologica con la Cina.

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