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Una nuova legge per il benessere

Di Rossella Taffa, 20 Giugno 2008

Oltre 30 mila imprese e 56 mila addetti per un giro d’affari annuo di circa 16 miliardi di euro. Sono questi i numeri del settore benessere in Italia presentati recentemente a Rimini durante una tavola rotonda organizzata dall’Aiceb-Confesercenti (Associazione italiana centri benessere).
«Decisamente in espansione», ha spiegato il presidente Aiceb, Gian Marco Rossi, «il settore conta ormai oltre 4 mila tra alberghi e alloggi agrituristici, 1.400 tra piscine e palestre, circa 500 stabilimenti balneari e ancora 2.500 tra centri idrotermali e centri o stabilimenti per il benessere fisico. In particolare, è dotato di un centro benessere il 15% degli alberghi con almeno tre stelle e un alloggio agrituristico su dieci. Molto più bassa, invece, la quota di stabilimenti balneari con area benessere (3%), ma si tratta di una percentuale destinata a crescere rapidamente, mentre aumentano a un ritmo sostenuto le attività estetiche e le aree benessere nelle piscine e nelle palestre».
Cifre di tutto riguardo che rendono sempre più urgente una riorganizzazione del settore, con una definizione delle funzioni e dei ruoli collegati alle attività svolte. L’attuale denominazione di centro benessere, infatti, si applica a qualsivoglia attività di cura estetica del corpo e riguarda un’eterogenea platea di imprese: dai centri estetici alle palestre, da quanti offrono trattamenti di medicina naturale ai poliambulatori, dai centri fitness e wellness a quelli che
propongono terapie eseguite con apparecchi elettromedicali.
«Si è prodotto quindi un problema rilevante», ha proseguito Rossi, «conseguente all’assenza di una legislazione specifica per il settore, in un ambito assai delicato nel quale è necessario in primo luogo stabilire il confine tra cura medica e trattamento estetico. Il quadro attuale del settore del benessere e le previsioni per il futuro, in particolare, dimostrano quanto sia importante uno sviluppo regolamentato, non solo dal punto di vista della tutela del consumatore, ma anche per sostenere un segmento imprenditoriale dinamico, capace di contribuire in misura significativa al raggiungimento dell’obiettivo di destagionalizzare i flussi turistici e di attrarre più clientela straniera. La proposta di legge presentata lo scorso dicembre per la disciplina dei centri benessere, che noi di Aiceb sosteniamo, risponde a queste esigenze. Si tratta di una normativa attesa da tempo dagli imprenditori del benessere per regolamentare un settore in forte crescita che opera nella più completa anarchia, lasciando ampio spazio alla diffusione del lavoro nero».
La proposta di legge, in particolare, offre una definizione precisa di cosa debba essere un centro benessere, fornendo i corretti parametri per distinguere le strutture che praticano unicamente trattamenti estetici da quelle che offrono vere e proprie prestazioni di medicina estetica con l’impiego di apparecchi elettromedicali e la presenza, obbligatoria, di personale medico.
«Insomma», ha concluso Rossi, «si tratta di un provvedimento capace di garantire sempre di più l’alto livello qualitativo di un settore che già rappresenta uno dei fiori all’occhiello del prodotto turistico italiano».

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