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Una finestra su un mondo che cambia

Di Antonio Caneva, 31 Luglio 2014

«La gente nel prossimo futuro viaggerà sempre di più, e avrà richieste e pretese nuove nei confronti degli hotel. Questi ultimi dovranno quindi essere in grado di superare le nuove sfide del mercato, di affrontare i cambiamenti e di concentrarsi sui propri ospiti. Non ci sono altre scorciatoie. E se qualche general manager ha difficoltà ad adeguarsi alle evoluzioni del mercato, vuol dire che semplicemente non può più appartenere a questa industria».
Lo dice Giovanni Angelini, professionista italiano dell’ospitalità, per anni ceo e managing director del gruppo Shangri-La con base a Hong Kong. E questa è anche l’introduzione al nuovo Almanacco di Job in Tourism, Guida al futuro, in uscita nei prossimi giorni.
Il mondo, insomma, è cambiato. Su questo non ci sono dubbi. C’è però, a volte, chi ancora si illude di poter continuare a comportarsi come faceva un tempo, convinto che le buone vecchie maniere siano sempre vincenti. Non è vero: non è più così.
Certo i princìpi fondamentali dell’ospitalità, i basics direbbero gli anglofoni, rimangono sempre gli stessi: cortesia, servizio, passione e un sorriso per ogni occasione. È però tutto il resto a essere cambiato: non solo il mercato, ma anche l’ambiente circostante, il territorio, che ora è anche virtuale e digitale, nonché le esigenze e il modo di intendere il viaggio degli ospiti, leisure o business che siano. A qualsiasi livello: dal lusso che ormai è fatto più di autenticità, esperienze e piccole attenzioni, piuttosto che di ostentazione e oggetti luccicanti, alla vacanza low cost, che comunque pretende, giustamente a mio parere, standard adeguati e servizi minimi di buon livello.
L’Almanacco di Job in Tourism è quindi una sorta di viaggio in questo mondo in evoluzione e ogni capitolo è come la finestra di un treno in movimento, affacciato su un panorama che scorre verso nuovi orizzonti. Imparare a capire la direzione delle rotaie è l’unico metodo per poter dire un giorno, come afferma il general manager del Principe di Savoia, Ezio Indiani, protagonista dell’intervista di apertura del volume, «mi reputo una persona molto fortunata, perché ho avuto l’opportunità di fare da sempre il lavoro che amo, e non riesco perciò a pensare ad alcuna altra professione che avrebbe potuto darmi così tante soddisfazioni».
Non è sempre così: non ci sono solo Shangri-La e Principe di Savoia, ma bisogna affrontare la realtà per quello che è e cercare di creare i presupposti per aspirare al meglio: prendere a esempio e imparare da chi ha esperienza e capacità è sicuramente un buon metodo e un presupposto valido.
Buone vacanze per chi gode di un periodo di meritato riposo e buon lavoro a coloro che sono nel pieno dell’attività.

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