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Una associazione in crescita

Di Giorgio Bini, 8 Marzo 2002

Si è tenuta a Firenze la 47a assemblea annuale dell’ADA, Associazione direttori d’albergo, ed è stata occasione per una serie di riflessioni sulla professione e sul turismo. Il presidente, Vittorio de Martino, ha aperto i lavori con una relazione che sottolinea la crescita costante del numero di soci; dai 659 del 99 si è passati ai 714 del 2000 per arrivare ai 765 dello scorso anno. Di pari passo con la crescita delle adesioni è cresciuta anche la consapevolezza dell’importanza della professione del direttore d’albergo e ciò ha favorito uno sviluppo del dialogo con le istituzioni delegate alla gestione del turismo. Interessante il punto in cui De Martino tocca l’argomento formazione; quest’anno il direttore del Centro studi ADA, Umberto Giordano, ha consegnato ad ogni presidente regionale dell’associazione un budget per organizzare seminari o corsi di formazione nel territorio di competenza. Cifre non particolarmente significative, comunque un segnale da non sottovalutare sia in termini di disponibilità di risorse da dedicare a questo specifico sia in termini di decentramento: una delle più sentite richieste dei soci. Da quest’anno inoltre i ricavi derivanti da sponsor saranno integralmente finalizzati a formazione ed aggiornamento. Interessante lo spazio conclusivo dell’intervento del presidente che trascriviamo integralmente dalla sua relazione: “Talvolta, per fortuna non troppo spesso, ricevo delle lettere di dimissioni da soci e l’iter successivo è pressappoco il seguente: – il presidente esprime al dimissionario il suo rammarico per questa decisione e prepone un ripensamento – il dimissionario risponde che ci ha ripensato ma che in ADA troppe cose non vanno.

Questo andava fatto così, quello in altro modo. Non ce l’ho con il presidente, anzi speravo che tu potessi, ma anche se hai fatto tanto, non riuscirai mai a ….. – il presidente chiede allora allo scrivente come mai se ha tante idee operative non le ha fatte presente e non si propone per un ruolo più attivo; forse il direttivo si è dimostrato chiuso ad istanze di cambiamento? D’altronde dimettendosi non si migliorano le cose dell’associazione ma la si impoverisce di uomini ed idee. – L’atto successivo, generalmente non esiste.” Della serie è molto più facile criticare che fare. Nel corso del convegno collegato all’assemblea si sono tenuti due interessanti seminari, il primo tenuto dal dottor Vincenzo Meleca sul tema “Alla ricerca della flessibilità nel rapporto di lavoro: opportunità e rischi nel rapporto di lavoro” e il secondo tenuto dal Professor Piero Roggi dell’Università di Firenze dal titolo “Il crollo di New York ed il turismo nazionale”. Due interventi lucidi e precisi ai quali ha fatto seguito una comunicazione del presidente dell’APT di Firenze Professor Ermanno Bonomi che ha tratteggiato in maniera chiara e competente lo scenario in cui si muove Firenze e le prospettive di ripresa e sviluppo; una città, unica, in cui soggiornano annualmente dai 10 ai 13 milioni di turisti (secondo il tipo di conteggio). Non sono mancati momenti culturali e di svago nel corso dei quattro giorni a Firenze che hanno toccato tra l’altro la visita agli Uffizi e la Santa Messa al Duomo; una manifestazione ben riuscita che non poteva trovare migliore cornice della città toscana ed in cui, per farsi meglio ricordare, persino il tempo è stato clemente.

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