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Un tesoro di turismo accessibile

Il giro d'affari della domanda di mobilità speciale in Italia vale più di 30 miliardi di euro

Il giro d'affari della domanda di mobilità speciale in Italia vale più di 30 miliardi di euro

Di Marco Beaqua, 2 Luglio 2015

Troppe barriere architettoniche, servizi non sempre adeguati, poca informazione. Sono gli ostacoli che quasi 10 milioni di italiani incontrano quando vanno in vacanza. E, a sorpresa, i più in difficoltà sono le famiglie numerose, le coppie con bambini piccoli e i turisti con animali domestici al seguito. Eppure l’accessibilità nell’industria dei viaggi vale davvero tanto: secondo stime altamente prudenziali, nel nostro paese si arriverebbe infatti a una spesa complessiva diretta di 11,7 miliardi di euro (pari allo 0,74% del pil nazionale), che includendo le uscite indirette e l’indotto giungerebbe a quota 27,8 miliardi di euro (1,75% del pil), per superare addirittura i 30 miliardi considerando anche gli accompagnatori dei turisti con disabilità o dei senior con problemi di mobilità. Lo rivela l’ultima edizione dell’Osservatorio Europcar sugli stili di viaggio degli italiani, che ogni anno si focalizza su un tema differente. E al centro dello studio 2015, come sempre realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Doxa, si è posta proprio la questione accessibilità, analizzata per una volta tanto allargando il campo oltre le classiche categorie delle persone con difficoltà motorie in senso stretto. Si è potuto così tracciare un quadro decisamente più esaustivo della domanda di mobilità speciale: un’esigenza che oggi riguarda un gruppo di italiani di entità davvero sorprendente, pari a quasi 10 milioni di persone.
Nel dettaglio, i turisti con disabilità e i senior con problemi di accessibilità nel nostro paese ammontano a 4,2 milioni di persone (1,4 circa i primi e 2,8 i secondi). Ma il dato nuovo dell’Osservatorio Europcar riguarda il peso delle famiglie numerose e con bambini piccoli (3,8 milioni), nonché quello dei turisti con animali al seguito (1,8 milioni), che insieme formano oltre il 50% delle richieste di accessibilità e che, peraltro, lamentano le maggiori incomprensioni, se non proprio forme di ostilità al riguardo durante le loro vacanze.
Spesso è peraltro già all’inizio del viaggio che si incontrano i primi problemi: a pagare il prezzo più alto dell’insoddisfazione è in particolare il treno, con il 46% degli intervistati che si dichiara per nulla o poco contento, anche a causa delle carenze infrastrutturali di molte stazioni. Passa invece nel complesso l’esame l’aereo, bocciato solo dal 18% degli intervistati.
Ma una volta a destinazione, cosa chiedono esattamente questi 10 milioni di turisti? È la domanda che interessa di più agli hotelier: ebbene, la principale esigenza da soddisfare è comprensibilmente l’eliminazione delle barriere architettoniche, richiesta da ben il 63% degli intervistati, senza soverchie differenze tra le varie categorie analizzate dallo studio. A partire da tale necessità base, la domanda di accessibilità vorrebbe quindi anche beneficiare di un effettivo monitoraggio sulla reale esistenza e sulla qualità dei servizi offerti in loco (62%), ma ambirebbe pure a poter far conto su operatori adeguatamente formati (58%).
Nel complesso, in ogni caso, il giudizio sull’Italia è tutto sommato positivo: per quasi la metà del campione nel nostro paese è infatti cresciuta l’attenzione su questi temi, mentre la situazione generale è migliore (20%) o più o meno uguale (38%) a quella che si riscontra all’estero. Permane tuttavia un problema di organizzazione e di coordinamento: compiti che è impensabile affidare esclusivamente alla discrezione dei singoli operatori. È la solita, annosa incapacità tutta italiana di fare sistema, che per di più rende meno incisivi gli interventi legislativi, per esempio proprio in tema di abbattimento delle barriere architettoniche.
Si fa insomma pressante, conclude lo studio, la necessità di un’attività di destination management complessiva, in grado di organizzare i servizi esistenti e di descrivere per ogni località i percorsi interni fruibili da tutti i turisti con esigenze di mobilità particolari. Un problema organizzativo che, spesso, non richiede nemmeno grossi investimenti, ma solo un’adeguata comunicazione: basti pensare alla fruibilità di centri storici e parcheggi, che rappresenta l’informazione di accessibilità più importante per il 59% del campione.

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