Job In Tourism > News > News > Un mondo Italian style

Un mondo Italian style

Di Floriana Lipparini, 21 Marzo 2003

www.fic.it
Sono state rinnovate di recente le cariche di 120 associazioni locali e 20 unioni regionali della Fic (Federazione italiana cuochi). “Oltre il 60 per cento degli eletti sono cambiati. Questo dimostra la grande voglia di partecipare che c’è in tutta Italia. Il 24 marzo si terrà anche l’assemblea dei delegati per rinnovare gli organi direttivi”, commenta Gian Paolo Cangi, che della Fic è il vulcanico segretario.
Bolognese puro, dopo essersi formato come chef tra Bologna e Mantova nei ristoranti più famosi, e aver gestito diversi locali in proprio, ha moltiplicato le attività, insegnando alla Scuola per cuochi di Castiglione delle Stiviere, scrivendo numerosi testi di cucina, molti dei quali dedicati in particolare alla tradizione mantovana, e infine diventando un vero ambasciatore della cucina italiana che segue progetti in tutto il mondo. Da vent’anni è impegnato nella Fic, in cui ha ricoperto diversi ruoli fino a diventarne appunto il segretario, incarico che vive con grande passione e sempre nuovo entusiasmo.
“Sono dell’idea che occorra ripensare tutta l’attività dell’associazione, dedicando molta più attenzione alle scuole alberghiere. Dobbiamo curare di più la formazione dei nuovi chef, anche perché la nostra presenza nel mondo è cresciuta enormemente. Abbiamo 24 delegazioni all’estero, in tutta Europa ma anche in Giappone, in Australia, nel Canada, negli Stati Uniti. Aderire alla Fic per i nostri colleghi chef impegnati all’estero significa non sentirsi isolati, contare su un filo particolare che fa sentire uniti”, ci spiega Cangi. “Ogni due anni partecipiamo al congresso della Wacs, la Società mondiale dei cuochi fondata nel 1928 dal leggendario Auguste Escoffier, a cui aderiscono gli chef di 70 nazioni. L’anno scorso il congresso si è tenuto a Kyoto, nel 2004 sarà a Dublino, nel 2006 in Nuova Zelanda. Ci stiamo impegnando per candidare la Toscana come sede del congresso nel 2008. Se ne è parlato in ottobre, a Cipro, dove abbiamo fatto gli onori di casa in occasione del meeting europeo della Wacs, oltre a discutere le problematiche della nostra categoria”.
Le gare e i campionati nazionali e internazionali a cui partecipa la Fic non si contano, e il suo team rappresenta in pratica il 35% in tutte competizioni mondiali. “Se mancassimo noi, le gare non starebbero in piedi”, dichiara Cangi, “anche perché ormai la cucina nel mondo è sempre più italian style, con la sola concorrenza di quella cinese che si colloca però a un diverso livello. Non è più il tempo di pizza & spaghetti, ora tutti conoscono la grande varietà della nostra gastronomia”.
Il successo della Fic è dimostrato anche dal rafforzarsi della rivista Il cuoco, che ha raddoppiato le pagine, e dei due siti web, che ricevono moltissime visite al giorno. A Cangi domandiamo -quale sia il segreto di tanta fortuna. “Per la cucina italiana e per i nostri cuochi è un momento veramente magico”, conferma lui. “Siamo dappertutto, ci chiamano in televisione, mandano in onda trasmissioni di successo dedicate alla cucina. Non dimentichiamo che la cucina italiana è unica, con le sue caratteristiche regionali, provinciali e persino locali. Di ogni ricetta esistono mille versioni. Oggi la cucina fa spettacolo, forse anche perché l’industria alimentare è sempre più interessata a spingere i prodotti di origine controllata, i prodotti tipici e di qualità. D’altro canto tutti si interessano di cucina, tutti possono cimentarsi con qualche ricetta, è un’arte alla portata di tutti, non come la pittura o la scultura, che richiedono talenti speciali”.
Una riflessione che fa nascere la classica domanda: è giusto rispettare fedelmente le tradizioni culinarie o è meglio innovare? “Guai a togliere al cuoco la creatività, lo si uccide. Ma la creatività non deve superare la sensibilità”, conclude Cangi.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati