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Un direttore per due alberghi

Claudio Catani è il cluster general manager dei toscani Brunelleschi e Principe di Piemonte

Claudio Catani è il cluster general manager dei toscani Brunelleschi e Principe di Piemonte

Di Massimiliano Sarti, 24 Aprile 2014

Portare il Grand Hotel Principe di Piemonte nella migliore forma possibile per festeggiare degnamente il decimo anniversario della sua riapertura, creando inoltre ampie sinergie con l’hotel Brunelleschi di Firenze. Sono questi i principali obiettivi del cluster general manager delle due strutture toscane, Claudio Catani, che alla direzione dell’albergo fiorentino ha recentemente aggiunto anche quella del 5 stelle viareggino. «A livello professionale, assumere la guida di un piccolo gruppo alberghiero era uno dei miei obiettivi principali», racconta lo stesso Catani. «Già a Firenze, oltre che del Brunelleschi, mi occupavo della gestione di un bed & breakfast, il Palazzo Ruspoli, nonché di due appartamenti di lusso appartenenti alla stessa società proprietaria dell’hotel, ma è chiaro che mettersi al timone di una struttura tanto prestigiosa come il Principe di Piemonte significa davvero molto per la mia carriera».

Domanda. Come si sente nei panni del suo nuovo ruolo?
Risposta. È stimolante e ragione di grande orgoglio personale: come dicevo sentivo che era venuto il momento per me di fare un salto di qualità a livello professionale. E diventare cluster general manager rappresenta sicuramente uno scalino importante. E poi ciò mi consente di trasferire e mettere a frutto competenze e know how, acquisiti in tanti anni di esperienze, in entrambe le strutture.
D. Quali sono le principali sinergie attivabili tra il Brunelleschi e il Principe di Piemonte?
R. Quella che balza subito agli occhi riguarda sicuramente le attività commerciali. Presentarsi in giro per il mondo con due strutture così importanti alle spalle rende la nostra offerta particolarmente appetibile per agenti di viaggio e tour operator. In altre parole, finalizzare gli accordi è diventato più facile, inoltre il nuovo cluster permette sia all’uno, sia all’altro hotel di ampliare i propri bacini di domanda. Tanto più che la struttura viareggina gode anche di due fattori aggiuntivi di appeal, come l’appartenenza a un noto brand dell’ospitalità del lusso, quale Small Luxury Hotels of the World, e la presenza di un ristorante stellato al proprio interno.
D. Gli staff delle due strutture sono separati o esiste già qualche forma di collaborazione anche a livello di risorse umane?
R. Per il momento, dal punto di vista del personale, il Brunelleschi e il Principe di Piemonte sono due entità separate. È tuttavia probabile che nel prossimo futuro daremo vita a un ufficio sales corporate, in grado di sfruttare ancora meglio le potenzialità commerciali del cluster. D’altronde a Viareggio gli interventi sulle risorse umane sono stati minimi, se si esclude un paio di aggiunte di valore nell’ambito del junior management, pensati per migliorare ulteriormente l’offerta dell’hotel e presentarci in perfetta forma in vista del decimo anniversario della riapertura dell’albergo.
D. Su cosa state lavorando, soprattutto?
R. Sulla riqualificazione del servizio. In particolare, per la prima volta nella storia del Principe di Piemonte, abbiamo attivato una partnership con una società indipendente per il monitoraggio della customer satisfaction: si tratta di un sistema di audit su supporto digitale, che ci consente di avere feedback in tempo reale sulla soddisfazione dei nostri ospiti, prima ancora che questi lascino la struttura. Informazioni che ci permettono di intervenire in maniera tempestiva e puntuale in qualsiasi situazione.
D. Quali sono le differenze tra la clientela che frequenta i due hotel?
R. In realtà, gli ospiti del Brunelleschi e del Principe di Piemonte appartengono sostanzialmente alla medesima tipologia di clientela: turisti abituati a viaggiare che cercano strutture dagli standard elevati. La differenza la fa più la destinazione: la Versilia è un po’ una seconda patria dei russi ed è molto amata anche dai britannici, mentre a Firenze la fanno da padroni gli americani. È così che l’offerta si adegua ai diversi mercati: al Brunelleschi, per esempio, abbiamo installato prese elettriche Usa e inglesi in tutte le camere. Non ci dimentichiamo mai, inoltre, che gli statunitensi amano l’aria climatizzata e il ghiaccio praticamente in tutto ciò che bevono. Il cliente russo, di contro, adora il benvenuto con le bollicine ed è un fanatico di accappatoio e ciabattine: ai nostri livelli si tratta di amenities standard, ma noi facciamo in modo che nelle camere del Principe di Piemonte siano sempre bene in vista. Per i britannici, infine, non può mai mancare il set con il bollitore per il tè e la crema di latte… Cose normali, ma che è importante far trovare ai propri ospiti per farli sentire come a casa propria.
D. E in termini leisure – business, quali sono le rispettive vocazioni?
R. Dipende dalle stagionalità. Durante l’inverno, a Viareggio è molto importante il segmento mice e non ci sono grandi differenze con Firenze. Quando arrivano i mesi caldi, il discorso un po’ cambia e al Principe di Piemonte assume naturalmente maggiore rilevanza la domanda balneare. Gli ospiti, quindi, rimangono un po’ più in struttura e approfittano di più della nostra offerta ristorativa.
D. Per concludere, quali sono i vostri obiettivi di medio-lungo periodo?
R. Quelli di garantire a entrambe le strutture tutte le soddisfazioni che si meritano, sfruttando appunto al massimo le sinergie tra i due hotel.

Identikit della struttura viareggina

Sorto nei primissimi anni Venti, con il nome di Select Palace Hotel, l’albergo si trova nel cuore di Viareggio, a due passi dal mare. Trasformatasi presto in un Grand Hotel di respiro internazionale, dimora favorita di aristocratici, intellettuali e artisti, la struttura venne ribattezzata Principe di Piemonte nel 1938. Il suo aspetto attuale è quindi frutto di un’operazione di restyling durata 19 mesi, che si è conclusa solo nel 2004. Proprio quest’anno si celebra perciò il decennale della riapertura di questo Grand Hotel che ai viaggiatori di oggi offre un percorso ideale attraverso l’ospitalità di ogni epoca, grazie ai suoi cinque piani, ciascuno dedicato a uno stile differente: dai tessuti orientaleggianti della Parigi del diciottesimo secolo, che caratterizzano l’ala internazionale, fino agli spazi leggeri, dalle forme semplici ed essenziali, di quella moderna, nonché alla luminosità contemporanea della piscina sul tetto. Il tutto attraversando la fragranza dei legni scuri del piano Deco, le atmosfere orientali e africane di quello coloniale, nonché le laccature e i morbidi tessuti di quello impero.

La biografia

Toscano, con una formazione nel settore ricettivo, Claudio Catani è stato direttore generale del genovese Bentley Hotel, aperto nel 2007 e appartenente alla catena Turin Hotels International; per la stessa compagnia ha peraltro ricoperto anche la carica di direttore food & beverage dell’Excelsior Grand Hotel di Catania. Prima ancora ha maturato una grande esperienza in alcuni alberghi dell´Italia centrale. Dal 2008 è infine alla guida del fiorentino Hotel Brunelleschi, a cui oggi assomma la direzione del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio.

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