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Un consiglio per passeggiare a testa alta per le strade di Viareggio

Di Damiano de Crescenzo, 15 Gennaio 2010

A volte la differenza tra una città più accogliente per i turisti, e una meno, è fatta di piccole cose: dettagli apparentemente insignificanti per le amministrazioni, alle prese con problemi di ben altra caratura, ma capaci, lo stesso, di cambiare per loro natura l’idea che un viaggiatore si fa di una destinazione. È così, per esempio, per quello che riguarda la pulizia delle strade, soprattutto se il pessimo stato dei marciapiedi è accompagnato da un’efficienza fin troppo solerte a dare multe per divieto di sosta. Per non creare brutte impressioni ai turisti di passaggio, sarebbe allora forse meglio impegnare i vigili anche a educare i cittadini proprietari di cani e non solo a punire gli automobilisti indisciplinati. Almeno è quanto ipotizza, in questa ironica e un poco irriverente lettera aperta al sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, un viaggiatore esperto in questioni turistiche: il direttore d’albergo Damiano De Crescenzo.
Signor Sindaco,
ho accettato con piacere l’invito a trascorrere il Capodanno nella Sua rinomata località della Versilia, che immagino Lei amministri con invidiabile orgoglio, ricevuto da cari amici che da pochi mesi si sono trasferiti a Viareggio e hanno appena inaugurato la loro nuova casa.
Arrivo con moglie e bambini nel pomeriggio piovoso di San Silvestro. Ad attendermi, in strada con l’ombrello, il mio amico, gran maestro dell’ospitalità. Appena lo avvisto, in prossimità del suo civico, fermo l’auto su di un passo carraio e lui, precipitandosi verso di noi, prima ancora di salutarci, ci dice: «Fermi. Attenti alle cacche». È il suo «benvenuti a Viareggio!». Scoppio a ridere, vedendo che, proprio tra la mia auto e il suo ingresso, devono essere passati da poco ben tre cani diversi, evidentemente anche di taglia e dieta molto differenti tra loro. Penso allora tra me che, nonostante siamo nel centro di Viareggio, il suo civico possa essere il luogo ideale per i cani. Scaricati bagagli e regali, il mio amico si premunisce di farmi posteggiare nell’unico spazio non a pagamento della zona, che mi aveva bloccato dal mattino con la sua auto, avvertendomi che «qui a Viareggio i vigili non scherzano».
Lasciati al sicuro mogli e bambini, noi due usciamo per le ultime compere sotto una pioggia torrenziale. A quel punto le raccomandazioni del mio amico diventano ancora più esplicite: «Ti conviene camminare dietro di me. Sai, è buio, ci sono le pozzanghere sui marciapiedi rovinati e quindi potresti non vedere bene per terra». Per un attimo temo di non riconoscere più il mio amico, che, seppur non incontro da tempo, non mi era mai sembrato così ossessionato dalle cacche. Mi rendo però presto conto che ha le sue buone ragioni: una tale collezione di escrementi in una cittadina non ricordo di averla mai vista prima. Nei giorni successivi, ogni volta che mi capita di vedere un cane soffermarsi per le evacuazioni, attendo, invano, il gesto ripulitore del padrone. Anzi, tale osservazione diventa il gioco di grandi e piccoli quando si va in giro. La scena più bella la avvista uno dei nostri bimbi: un pettinatissimo cocker, accompagnato dalla sua padrona con aspetto d’alta borghesia, ha lo stimolo decisivo proprio su di un immacolato tappeto rosso natalizio d’innanzi a un negozio. Ripercorrendo la stessa strada, al ritorno, i bambini non possono fare a meno di verificare se il gentile omaggio del cocker sia rimasto intatto. Ebbene, era stato adeguatamente pestato e spalmato sul tappeto e sul taglio del marciapiede. Io e mia moglie spieghiamo loro che, dopotutto, pestarlo porta fortuna e soldi, ma sarebbe meglio evitare, visto che per questi desideri avevamo già rimediato con porzioni di lenticchie.
Signor Sindaco, Le confido di aver trascorso un piacevolissimo Capodanno a Viareggio. Sono stato molto accorto a non pestare le cacche. Non mi impressiono, peraltro, se ne pesto una. Anzi, da buon meridionale credo nella fortuna, ma non volevo essere l’ennesimo ospite a imbrattare i tappeti persiani del mio amico. Ho visto poi i Suoi vigili molto attivi nei controlli dei cartellini dei parcheggi e li ho visti siglare integerrimi verbali per le auto in sosta. Allora ho pensato: perché non utilizzarli almeno per un giorno a sanzionare i noncuranti padroni dei cani? Vedrà che il detto «qui i vigili non scherzano» circolerà in fretta anche tra loro e i numerosi turisti che frequentano Viareggio potranno passeggiare a testa alta, ammirare le bellezze della località e rientrare a casa con le suole pulite.
Buon anno a tutti!

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