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Turismo scolastico, il report: ecco come viaggiano gli studenti

La netta preferenza per l'Italia (anche per destinazioni meno note) e per gli hotel a tre stelle tra le tendenze del turismo scolastico, finalmente ripartito dopo lo stop del Covid

La netta preferenza per l'Italia (anche per destinazioni meno note) e per gli hotel a tre stelle tra le tende

Di Job in Tourism, 5 Luglio 2023

Hotel a 3 stelle, spostamenti in autobus, netta preferenza per le destinazioni italiane – per la prima volta anche per quelle meno note perché meno care e più accessibili – e una spesa media che si aggira intorno ai 300 euro ad alunno. È così che viaggiano gli studenti italiani quando vanno in gita secondo la fotografia scattata al comparto del turismo scolastico da Didatour, piattaforma online del Gruppo La Fabbrica, che ha indagato come abbiano ripreso a viaggiare dopo lo stop degli ultimi anni dettato dalla pandemia.

Di nuovo in gita

Il primo dato che emerge dal sondaggio è la forte ripresa delle gite scolastiche, soprattutto di quelle di più giorni (comprensive cioè di pernottamento): durante l’anno scolastico 2022/23, quasi il 100% dei docenti (contro il 72% dell’anno precedente) ha svolto un viaggio o un’uscita didattica. Un dato non solo in netta risalita rispetto a quello registrato l’anno prima, ma addirittura superiore rispetto ai periodi pre-covid, in cui la percentuale era circa dell’80%. Rispetto al pre-pandemia aumenta anche la propensione ai viaggi di più giorni, soprattutto per le scuole primarie: se nel 2019/20 solo un 8% aveva pianificato gite con pernottamento (poi disdette a causa dello scoppio della pandemia), nel 2022/23 la percentuale dei docenti delle primarie che ha svolto effettivamente viaggi di istruzione con almeno un pernottamento sale inaspettatamente al 30%.

Pernottamenti e spostamenti

Per quanto riguarda nel dettaglio le strutture ricettive – dice il sondaggio – la maggior parte dei docenti e alunni ha optato per hotel a 3 stelle, scelti dal 53% delle scolaresche (c’è anche un 12% che ha preferito l’ospitalità religiosa). I pernottamenti di una notte vengono preferiti principalmente dalle scuole primarie, quelli di due notti sia dalle primarie sia dalle secondarie di primo grado, quelli di tre e quattro notti vedono una maggiore presenza di alunni delle secondarie di secondo grado.

Il mezzo di trasporto più utilizzato è l’autobus privato, seguito dal treno soprattutto nel Nord e nel Centro.

Dove si va in gita scolastica

Per le gite di più giorni, docenti e studenti preferiscono l’Italia. Per quanto riguarda le destinazioni scelte per i viaggi di istruzione di più giorni durante l’anno scolastico appena concluso, la maggioranza dei docenti delle secondarie ha preferito il Bel Paese (61%, contro il 39% che ha scelto di andare all’estero), mentre prima della pandemia la percentuale si attestava intorno al 50%. Per quanto riguarda le uscite didattiche in giornata non ci sono grossi cambiamenti rispetto al periodo pre-pandemico: la maggior parte dei docenti di ogni ordine e grado continua optare per la propria Regione di provenienza (l’80% delle primarie, il 70% delle secondarie di primo grado e il 63% delle secondarie di secondo grado).

Le destinazioni più quotate dai docenti rimangono i grandi classici: Roma, seguita da Napoli, Firenze-Pisa, Palermo-Catania, Torino, Venezia-Verona. È interessante segnalare, tuttavia, che nelle prime 10 mete, si trovano per la prima volta alcune località meno note del Piemonte e del Lazio. Il 44% dei docenti infatti ha dichiarato di aver scelto località turistiche meno conosciute, sia per i prezzi più sostenibili sia per far apprezzare agli studenti luoghi meno turistici.

Alla natura si preferisce l’arte e la cultura. Passando alle tipologie di attività scelte, dal report emerge che la preferenza verso le attività naturalistiche ha lasciato il passo a quelle artistico-culturali e di formazione, soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado.

Destagionalizzazione ancora lontana

Per la maggior parte degli studenti (70%) la spesa sostenuta per un viaggio di istruzione di più giorni si è assestata intorno ai 300 euro ad alunno. Incrociando i dati di spesa con quelli relativi al pernottamento, alla tipologia di struttura ricettiva e al mezzo di trasporto scelto, emerge che i dati relativi alle spese oltre i 300 euro sono coerenti e sostanzialmente proporzionali alla durata del viaggio. Le uscite didattiche in giornata in bassa stagione sono state scelte dal 20% dei docenti intervistati. Continua, cioè, a esserci una sorta di “alta stagione” delle gite: per quanto riguarda il periodo degli spostamenti dei viaggi di più giorni, i mesi preferiti continuano infatti a essere quelli primaverili. Il processo di destagionalizzazione quindi è ancora lento, anche se è interessante notare che il 20% dei docenti intervistati ha preferito gite in giornata in periodi di bassa stagione.

Il booking

Per i viaggi di più giorni ci si affida principalmente alle agenzie, soprattutto nelle scuole del Centro e del Sud. Nella stragrande maggioranza dei casi, i docenti si rivolgono alle agenzie per le gite con pernottamento, soprattutto per comprare l’intero pacchetto. Una tendenza che si riscontra maggiormente nelle secondarie di secondo grado (il 75% dei docenti intervistati si è affidato a un’agenzia per l’organizzazione completa) e nelle scuole di ogni ordine e grado del Centro (73%) e del Sud (69%).

E l’anno prossimo?

Il 76% ritiene che i viaggi del prossimo anno scolastico si svolgeranno tra marzo e maggio 2024. Le loro scelte su meta e tipologia di viaggio si baseranno su diversi fattori quali il prezzo, la pertinenza del viaggio con i programmi ministeriali, la sicurezza, la facilità nel raggiungere la destinazione, l’accessibilità per studenti con disabilità, la possibilità di svago, i materiali di approfondimento post visita. Ma quando si prenota? Il 62% dei docenti intervistati dichiara che il consiglio di classe discuterà delle prossime destinazioni scolastiche tra settembre e novembre (il 17% tra dicembre e febbraio).

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