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«Turismo rock, e network lenti»

Di Roberto Gentile, 25 Novembre 2005

Riceviamo da Roberto Gentile, responsabile Network di Frigerio Viaggi, un intervento di cui qui di seguito pubblichiamo una sintesi.

Caro Direttore, da agente di viaggi e attento lettore del Suo giornale, Le scrivo per chiedere a Lei e ai Suoi lettori come mai tutti i media di settore, compreso il Suo, non si siano accorti dello stato in cui versa il retail turistico italiano.
Il panorama delle reti di agenzie di viaggi è desolante: insegne decadute, progetti abbandonati, manager che saltano, agenzie che vagano da un network all’altro. Dopo il boom degli anni ’90 e l’inevitabile frenata post-11 settembre, il quadro di questo 2005 è facilmente riassumibile in “poche idee, ma confuse”. Ecco alcune note, ovviamente del tutto personali e pertanto soggettive, raccolte in alcune categorie, per chiarezza di esposizione.

Lo faccio ma (non sempre) lo dico
I due maggiori t.o. italiani (Alpitour e Ventaglio) la rete se la sono fatta in casa: Alpitour ha iniziato prima, dall’accorpamento della storica Fabretto Viaggi al lancio di Welcome, e oggi conta 500 agenzie, anche se riunite da una tale congerie di contratti e di marchi che a Verona fanno fatica a districarsi. Ventaglio ha lanciato le VentaPoint e oggi conta 370 agenzie associate: dicono – beati loro – che il franchising sia la prossima frontiera.
Ma se i primi due sono stati sinceri, qualche altro t.o. lo è stato meno.
Morale: una ventata di sano outing, e addio alle chiacchiere di corridoio.

I desaparecidos
Oscar a Cit, gloriosa Compagnia Italiana Turismo, passata dalla padella della gestione parastatale delle Fs pre-tangentopoli alla brace della finanza creativa del varesotto Gandolfi, nei rampanti anni ’90. Oggi, ai molti da-mesi-non-stipendiati-dipendenti tocca sperare nei soldi dello Stato.
Nomination per marchi spariti del tutto (Web Travel Point, Money & Holidays, Comark, G.C. Vacanze), oppure altri che – della formula e del management originale – hanno poco o nulla: Goinfly Silverado, Elitaria, Le Marmotte.
Morale: «Non credevo che metter su una rete di agenzie fosse così complicato» (manager anonimo).

Ofelé, fa el to mesté
Walter David, direttore generale di Domina, non si nasconde dietro a un dito: «Non siamo riusciti ad avere soddisfazioni da Domina Travel Network; non siamo stati capaci di gestirlo e abbiamo capito che sarebbe stato più proficuo nelle mani di chi fa questo di mestiere, quindi l’abbiamo ceduto. Il nostro core business è la gestione alberghiera». Onore al merito. Tanti suoi colleghi non avrebbero mai pronunciato queste parole. Neanche sotto tortura.
Morale: ofelé, fa el to mesté (proverbio meneghino)

Tutti pazzi per l’associazione in partecipazione
L’intuizione l’ebbe Bluvacanze, che, non a caso, con questa formula ha aperto 350 agenzie in 7 anni scarsi. Ma l’associazione in partecipazione è piaciuta e trova sempre nuovi estimatori: dopo Vivere & Viaggiare by Cisalpina Tours e Travelshop (anche loro con centinaia di adv aperte in breve tempo), oggi cercano associati in partecipazione anche Café Voyage, Colors World, Welcome Travel, Elitaria, Buona Vacanza by eDreams e altri. Perché piace tanto? Perché permette di risparmiare sui costi di gestione del punto vendita. Molto, e i conti tornano. Per chi?
Morale: dopo la finanza creativa, arriva l’agenzia di viaggi creativa.

Internet è lento…
Bill Gates, 1999: «Le prime a sparire saranno le agenzie di viaggi: per questo ho creato Expedia». In sei anni l’occhialuto Billy ha fatto in tempo a diventare l’uomo più ricco del mondo, ma anche a vendere Expedia, oggi uno dei pochi siti turistici sopravvissuti allo sboom della rete. Quella volta Bill non ci ha preso: le adv, anche se malconce, sul mercato ci sono ancora. Sul web si vendono hotel, crociere, auto a noleggio e biglietti aerei low-cost, ma pochi pacchetti e viaggi su misura. E l’integrazione tra on- e off-line (chi ricorda ancora il click & brick di Travelonline?) non va più di moda. Anzi, lastminute.com apre agenzie di viaggi. Fisiche, con il personale, le mura e tutte quelle robe antiquate lì. Anzi, no, dopo aver venduto a Sabre, il nuovo boss italiano ritorna sui suoi passi: «Gestire agenzie? Non è il nostro mestiere». Adesso ce lo dice?!
Morale (per i colleghi): se entra uno in agenzia e vi dice che ormai c’è il web e avete i giorni contati, non dite niente, prendete la mira e tirategli un pugno sul naso. Dopo vi sentirete meglio.

… ma qualcuno è rock
In questo non esaltante panorama, però, alcune reti funzionano, ovvero allargano il numero di punti vendita e – a prescindere dalla formula di affiliazione – fanno utili. Va reso merito a Bluvacanze, Cisalpina Tours e Cts, sul mercato da anni e che i loro utili – tra l’altro – li reinvestono nella loro attività. Bravi, ci credono. Loro sono rock. Non cito il mio gruppo: non saremo rock, ma la rumba la balliamo benino.

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