Riceviamo da Roberto Gentile, responsabile Network di Frigerio Viaggi, un intervento di cui qui di seguito pubblichiamo una sintesi.
Caro Direttore, da agente di viaggi e attento lettore del Suo giornale, Le scrivo per chiedere a Lei e ai Suoi lettori come mai tutti i media di settore, compreso il Suo, non si siano accorti dello stato in cui versa il retail turistico italiano.
Il panorama delle reti di agenzie di viaggi è desolante: insegne decadute, progetti abbandonati, manager che saltano, agenzie che vagano da un network all’altro. Dopo il boom degli anni ’90 e l’inevitabile frenata post-11 settembre, il quadro di questo 2005 è facilmente riassumibile in “poche idee, ma confuse”. Ecco alcune note, ovviamente del tutto personali e pertanto soggettive, raccolte in alcune categorie, per chiarezza di esposizione.
Lo faccio ma (non sempre) lo dico
I due maggiori t.o. italiani (Alpitour e Ventaglio) la rete se la sono fatta in casa: Alpitour ha iniziato prima, dall’accorpamento della storica Fabretto Viaggi al lancio di Welcome, e oggi conta 500 agenzie, anche se riunite da una tale congerie di contratti e di marchi che a Verona fanno fatica a districarsi. Ventaglio ha lanciato le VentaPoint e oggi conta 370 agenzie associate: dicono – beati loro – che il franchising sia la prossima frontiera.
Ma se i primi due sono stati sinceri, qualche altro t.o. lo è stato meno.
Morale: una ventata di sano outing, e addio alle chiacchiere di corridoio.
I desaparecidos
Oscar a Cit, gloriosa Compagnia Italiana Turismo, passata dalla padella della gestione parastatale delle Fs pre-tangentopoli alla brace della finanza creativa del varesotto Gandolfi, nei rampanti anni ’90. Oggi, ai molti da-mesi-non-stipendiati-dipendenti tocca sperare nei soldi dello Stato.
Nomination per marchi spariti del tutto (Web Travel Point, Money & Holidays, Comark, G.C. Vacanze), oppure altri che – della formula e del management originale – hanno poco o nulla: Goinfly Silverado, Elitaria, Le Marmotte.
Morale: «Non credevo che metter su una rete di agenzie fosse così complicato» (manager anonimo).
Ofelé, fa el to mesté
Walter David, direttore generale di Domina, non si nasconde dietro a un dito: «Non siamo riusciti ad avere soddisfazioni da Domina Travel Network; non siamo stati capaci di gestirlo e abbiamo capito che sarebbe stato più proficuo nelle mani di chi fa questo di mestiere, quindi l’abbiamo ceduto. Il nostro core business è la gestione alberghiera». Onore al merito. Tanti suoi colleghi non avrebbero mai pronunciato queste parole. Neanche sotto tortura.
Morale: ofelé, fa el to mesté (proverbio meneghino)
Tutti pazzi per l’associazione in partecipazione
L’intuizione l’ebbe Bluvacanze, che, non a caso, con questa formula ha aperto 350 agenzie in 7 anni scarsi. Ma l’associazione in partecipazione è piaciuta e trova sempre nuovi estimatori: dopo Vivere & Viaggiare by Cisalpina Tours e Travelshop (anche loro con centinaia di adv aperte in breve tempo), oggi cercano associati in partecipazione anche Café Voyage, Colors World, Welcome Travel, Elitaria, Buona Vacanza by eDreams e altri. Perché piace tanto? Perché permette di risparmiare sui costi di gestione del punto vendita. Molto, e i conti tornano. Per chi?
Morale: dopo la finanza creativa, arriva l’agenzia di viaggi creativa.
Internet è lento…
Bill Gates, 1999: «Le prime a sparire saranno le agenzie di viaggi: per questo ho creato Expedia». In sei anni l’occhialuto Billy ha fatto in tempo a diventare l’uomo più ricco del mondo, ma anche a vendere Expedia, oggi uno dei pochi siti turistici sopravvissuti allo sboom della rete. Quella volta Bill non ci ha preso: le adv, anche se malconce, sul mercato ci sono ancora. Sul web si vendono hotel, crociere, auto a noleggio e biglietti aerei low-cost, ma pochi pacchetti e viaggi su misura. E l’integrazione tra on- e off-line (chi ricorda ancora il click & brick di Travelonline?) non va più di moda. Anzi, lastminute.com apre agenzie di viaggi. Fisiche, con il personale, le mura e tutte quelle robe antiquate lì. Anzi, no, dopo aver venduto a Sabre, il nuovo boss italiano ritorna sui suoi passi: «Gestire agenzie? Non è il nostro mestiere». Adesso ce lo dice?!
Morale (per i colleghi): se entra uno in agenzia e vi dice che ormai c’è il web e avete i giorni contati, non dite niente, prendete la mira e tirategli un pugno sul naso. Dopo vi sentirete meglio.
… ma qualcuno è rock
In questo non esaltante panorama, però, alcune reti funzionano, ovvero allargano il numero di punti vendita e – a prescindere dalla formula di affiliazione – fanno utili. Va reso merito a Bluvacanze, Cisalpina Tours e Cts, sul mercato da anni e che i loro utili – tra l’altro – li reinvestono nella loro attività. Bravi, ci credono. Loro sono rock. Non cito il mio gruppo: non saremo rock, ma la rumba la balliamo benino.
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