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Turismo: richiede conoscenza

Di Antonio Caneva, 18 Gennaio 2002

Fievoli segnali di ripresa nel turismo cominciano a far sperare di aver dietro le spalle i momenti peggiori, successivi all’11 settembre. A livello mondiale ricomincia la sarabanda di acquisizioni, ristrutturazioni, studi di fattibilità; le aziende riprendono ad assumere ed ogni giorno, con cadenza sempre più vivace, crescono gli interlocutori interessati a pubblicare inserzioni. Il turismo è un’attività talmente importante che, una volta bloccato, incide pesantemente nell’economia del paese ed è con senso di sollievo che attendiamo che i segnali diventino importanti realtà. Il turismo è anche una realtà fragile ma complessa, che ha una propria dinamica e che è oggetto di studi specifici. Avviene spesso però che, in maniera assolutamente inappropriata e superficiale si diano dei giudizi più legati a fattori emotivi che a reale conoscenza del fenomeno. Mi ha particolarmente colpito la lettura del commento borsistico nella pagina dell’economia del Corriere della sera di martedì 11 dicembre scorso. Nel commentare la giornata borsistica negativa ricordava che “unica nota positiva della seduta il forte recupero dei titoli degli operatori turistici Grandi Viaggi (+19,70%) e Viaggi del Ventaglio (+10,50%), premiati dagli operatori per una probabile ripresa del turismo natalizio, ……” Ora, se prendiamo ad esempio I viaggi del Ventaglio, rileviamo che a fronte di una quotazione massima nell’anno di euro 4,242 il prezzo ufficiale di quel giorno era di euro 1,953 mentre il prezzo del giorno 28 dicembre (ultimo giorno borsistico dell’anno) era, nettamente inferiore: euro 1,695. Cos’era successo? La stagione invernale stava andando improvvisamente male, gli alberghi erano vuoti, la gente non viaggiava? Assolutamente no, le stazioni invernali non hanno mai lavorato tanto e persino località lontane, prossime a zone potenzialmente a rischio, erano esaurite. Non si può dare una valutazione sull’andamento delle attività turistiche da segnali di breve periodo; bisogna appropriarsi dei fondamentali evitando di farsi coinvolgere dagli aspetti emotivi che, in nessuna attività come nel turismo, possono essere così forti.

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