Job In Tourism > News > Trend > Turismo open air tra ripresa, incertezze e nuovi trend

Turismo open air tra ripresa, incertezze e nuovi trend

I dati dell’Osservatorio del turismo outdoor di Human Company tracciano i possibili scenari di settore alle porte di un’estate tutta da scrivere

I dati dell’Osservatorio del turismo outdoor di Human Company tracciano i possibili scenari di settore alle

Di Giorgio Bini, 4 Maggio 2022

Una stagione 2022 migliore della precedente per il comparto dell’open air nella Penisola, con l’Italia come mercato principale e la ripresa – più o meno marcata – della domanda internazionale: con una previsione tra i 48 e 45,4 milioni di presenze, di cui circa il 54% di italiani – e una crescita rispetto ai volumi del 2021 che va dall’8% dello scenario migliore al 2% di quello peggiore, il turismo all’aria aperta si prepara a confermare il trend positivo registrato nel 2021 (+38% rispetto al 2020), consolidandosi sempre di più negli scenari turistici attuali. Sono i numeri che emergono dalle previsioni sul comparto nazionale della nuova edizione dell’Osservatorio del turismo outdoor di Human Company, gruppo fiorentino specializzato nell’ospitalità all’aria aperta, realizzato in collaborazione con THRENDS.
“La nostra stima per l’estate 2022 – spiega Giorgio Ribaudo, Direttore THRENDS – si basa sul modello delle previsioni effettuate nel 2021 che, a fronte del consuntivo, si sono rivelate fondate. Se non ci sarà una escalation nel conflitto in corso, sarà un’estate outdoor molto positiva, con un recupero quasi totale dei volumi pre-pandemici in termini di presenze – tra il -14% e il -18% rispetto al 2019 per tutto il settore camping e village – e un fatturato anche superiore”. Buone sono anche le aspettative sulla propensione alla spesa, molto superiore al passato dal momento che – prosegue Ribaudo – “si è formata nella domanda una sorta di consapevolezza e accettazione di tariffe superiori nei servizi turistici, dinamica che però apre le porte a maggiori aspettative e alla ricerca di esperienze più articolate e autentiche. Servire la domanda del 2022 in modo preparato – è la previsione – servirà all’industria outdoor a gettare solide basi per un maggiore dinamismo e protagonismo nel prossimo quinquennio”.
Intanto, a pesare in questa fase – rileva l’Osservatorio, che ha fatto focus su viaggi all’aria aperta e su villaggi e camping come strutture ricettive – è l’incertezza del contesto globale, che influisce non solo sulle presenze ma anche sul comportamento della domanda turistica sia domestica che internazionale. In particolar modo, a continuare è la riduzione della finestra di prenotazione, con conseguente aumento del last minute, mentre cresce al contempo la richiesta di tariffe flessibili, che possano riparare dall’esposizione a rischi dell’ultimo minuto. Ci sono poi ripercussioni del conflitto, ma anche del periodo pandemico, sull’aumento del prezzo delle materie prime e il caro carburante, che influenzano la disponibilità economica per le vacanze e la durata, con preferenza per periodi più brevi ma magari ripetuti.
Anche per questo, l’incoming sarà fondamentale per dare ulteriore impulso alla stagione. Nella migliore previsione stilata dall’Osservatorio per l’estate 2022, il mercato estero vede un incremento di quasi l’8% rispetto al 2021, che lo porta ad attestarsi attorno ai 22 milioni di presenze. Nello scenario più pessimistico, invece, per i mercati internazionali si stima un flusso turistico in linea con quanto fatto registrare nel 2021 (-0,4%), per un totale di circa 20 milioni di presenze.
La ricerca si sofferma, poi, sui trend del turismo outdoor, sempre più esperienziale, a contatto con la natura, consapevole, di prossimità e orientato al benessere, ma anche caratterizzato da uno standard di servizio più alto e personalizzato, nel quale trovano apprezzamento le piattaforme di sharing, come quelle per l’affitto di camper o barche a noleggio. Infine, la contaminazione dei classici format ricettivi, che per innovare la propria offerta prendono spunto dagli altri. Ne sono un esempio il glamping – ultima frontiera del turismo open air che unisce il camping al glamour delle sistemazioni full comfort – o le nuove formule di ricettività alberghiera, che esplorano l’outdoor includendo elementi tipici dell’aria aperta, come camere o aree benessere connesse con lo spazio circostante.
In un momento di grande incertezza e instabilità come quello attuale “la chiave – conclude Domenico Montano, Direttore Generale di Human Company – è l’attenzione e cura verso l’ospite, il costante miglioramento della qualità dei servizi, sostenibilità ambientale e legame con il territorio, per trasformare il soggiorno all’aria aperta in un’esperienza ogni volta unica. Ci troviamo di fronte a un nuovo racconto dell’outdoor, che permette di intercettare nuovi target di riferimento e promuovere le vacanze open air anche tra i nuovi segmenti di domanda in espansione”.

Comments are closed

  • Categorie

  • Tag

Articoli Correlati