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Turismo e ricchezza, il caso di Milano e gli affitti brevi

Il report annuale di Sociometrica ha stilato la classifica delle città nelle quali il turismo produce maggior ricchezza evidenziando la differenza positiva di impatto delle forme organizzate di turismo e ospitalità

Il report annuale di Sociometrica ha stilato la classifica delle città nelle quali il turismo produce maggio

Di Job in Tourism, 12 Settembre 2023

C’è il primato di Roma, ma anche l’exploit di Milano, che supera le più tradizionali mete turistiche italiane come Firenze e Venezia. E c’è l’indicazione della capacità del “driver alberghi” di impattare positivamente sulle economie locali molto più dell’altro “driver”, quello legato agli affitti brevi. E, ancora, la conferma che – lì dove c’è – un’offerta di ospitalità organizzata può rappresentare anche un argine allo spopolamento dei Comuni più piccoli. Sono i risultati principali che emergono da “La ricchezza dei Comuni turistici”, il report annuale di Sociometrica che stila il ranking di Comuni sulla base della creazione di valore aggiunto legato al turismo e all’offerta ricettiva in modo particolare, elaborato su dati Istat del 2022 e sulle prime stime del 2023.

Il caso di Milano

Al primo posto per creazione di ricchezza turistica si conferma la città di Roma, che da sola genera 8,5 miliardi di ricchezza dal turismo. Di fatto, la Capitale da sola produce quasi il 9,8% della ricchezza prodotta dai primi 500 Comuni turistici italiani. La vera novità, tuttavia, la troviamo al secondo posto che, contrariamente alle aspettative, non è assegnato né a Firenze né a Venezia, ma a Milano: il capoluogo lombardo genera, infatti, nel turismo 3,6 miliardi di euro, seguita appunto da Venezia (3,3 miliardi) e Firenze (2,7 miliardi). Un exploit dovuto – evidenzia il report – “anche alla crescita enorme dell’offerta di abitazioni e residenze in affitto breve“. Stesso discorso per Napoli che, con l’esplosione dell’offerta di abitazioni private date in affitto ai turisti sulle piattaforme digitali, scala la graduatoria fino al sesto posto, proprio dopo Roma, Milano, Venezia, Firenze e Rimini. In generale, a scorrere le prime 20 posizioni, ciò che emerge è “la progressiva conquista della classifica da parte delle città” a scapito delle destinazioni più tipicamente leisure legate al turismo balneare e montano.

In termini di presenze turistiche, invece, la destinazione italiana che dal 2014 è cresciuta di più è Desenzano sul Garda, che aveva 765mila turisti e nel 2022 va oltre il raddoppio (+113%): un risultato straordinario, che ne fa l’unico Comune in cui c’è stato il raddoppio di presenze negli ultimi quasi dieci anni. Al secondo posto Bologna, la città che è cresciuta maggiormente fra le più grandi, passando da 2,1 milioni di presenze a 3,1 milioni, con un aumento perciò del 46,2%.

L’impatto degli affitti brevi

Il report analizza poi i diversi modelli di ospitalità presenti nei Comuni turistici evidenziano sia l’importante crescita del fenomeno degli affitti brevi tramite piattaforma sia come, in alcune destinazioni turistiche, il peso delle presenze non ufficiali sia addirittura preponderante rispetto alle classiche presenze turistiche alberghiere e nelle strutture extra-alberghiere ufficiali (rendendo più complesse e meno immediate stime e comparazioni tra destinazioni diverse).

Per quanto riguarda il primo aspetto, ecco i numeri: negli ultimi dieci mesi a Roma da meno di 19mila “units” (ovvero case o stanze affittate per brevi periodi) si è passati a oltre 22mila; a Milano da 12mila a 17mila; a Napoli da 6mila a 8mila. In termini percentuali, la crescita è stata del 26,3% a Milano, del 23,9% a Napoli, del 15,4% a Firenze, del 15,3% a Torino e del 15% a Roma. “Se si tien conto che il numero degli alberghi in ciascuna di queste città non supera le mille unità (tranne Roma che sta su questa soglia) – è l’analisi – ci si rende conto dell’incidenza di questa nuova e non regolata offerta di soggiorno turistico”.

I numeri diventando ancora più rilevanti se si guarda ad alcune delle destinazioni leisure balneari per eccellenza, soprattutto del Sud-Italia. Qualche esempio a confronto? Se a Rimini, la principale e più nota destinazione balneare italiana, le abitazioni in offerta sono 1.443, a Ostuni sono il doppio con 2.870; se a Cervia, che è tra le prime venti destinazioni turistiche italiane come capacità di creare ricchezza, sono presenti solo 288 abitazioni in affitto breve, a Olbia, che non compare tra i primi venti Comuni, sono offerte addirittura 3.241 abitazioni. Riccione è anch’esso tra i primi venti Comuni che produce ricchezza dal turismo, ma ha solo 433 abitazioni in offerta, ma Gallipoli che non fa parte dei primi venti principali comuni, ne offre 2.109.

La creazione di ricchezza

Ciò che, tuttavia, sottolinea il report è che “dal punto di vista economico, e da molti altri punti di vista, non è la stessa cosa l’impatto di una presenza alberghiera rispetto a una presenza che si registra (o non si registra) nell’affitto di una seconda casa o di una camera in un’abitazione residenziale“. La differenza riguarda, in primis, l’impatto sul piano dell’occupazione e su quello della crescita delle professionalità legate all’ospitalità che, nel caso degli affitti brevi “è minimo o del tutto assente. Perciò troviamo che l’impatto economico, a parità di presenze turistiche, sull’economia dell’ospitalità è molto diverso e di gran lunga inferiore nel caso dell’affitto tout-court di una casa rispetto alla tipica ospitalità alberghiera”.

Dai dati – conclude quindi il rapporto – “emerge con grande evidenza che la creazione di ricchezza non è data solo dal numero degli ospiti, cioè dal numero dei turisti, ma dall’insieme dell’organizzazione turistica che vi è collegata, perciò dalla capacità delle destinazioni di costruire intorno al soggiorno, anzi a partire dalla tipologia del soggiorno, un’offerta con effetti moltiplicati sull’economia di valore maggiore”. È per questo che, per quanto riguarda le destinazioni turistiche più recenti nelle quali predomina il modello degli affitti brevi, “il loro passaggio al modello guidato dagli alberghi sembra un elemento necessario per allineare le presenze turistiche alla loro capacità di generare reddito per la collettività”.

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