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Tassa di soggiorno 2023, gettito mai così alto

Diffuse da Il Sole 24 Ore, le stime parlano per quest'anno di incassi per 702 milioni di euro: un gettito ben superiore anche a quello pre-pandemia grazie all'aumento del valore dell'imposta da parte di molti Comuni e del numero di destinazioni che l'hanno introdotta

Diffuse da Il Sole 24 Ore, le stime parlano per quest'anno di incassi per 702 milioni di euro: un gettito ben

Di Job in Tourism, 28 Settembre 2023

Vola il gettito fiscale della tassa di soggiorno. Dopo il consuntivo sul 2022 del Centro Studi Enti Locali diffuso qualche settimana fa, sono arrivate nei giorni scorsi anche le stime – al rialzo – sul 2023 elaborate dall’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno di Jfc per conto de Il Sole 24 Ore. Quest’anno dovrebbero dunque essere 702 i milioni di euro che l’imposta di soggiorno porterà nelle casse dei Comuni italiani, un importo – evidenzia il report – “che non solo cresce rispetto all’anno passato (+13,4%), quando il gettito era stato di 619 milioni, ma che supera anche gli incassi precedenti alla pandemia“. Il “record” dovrebbe interessare, quest’anno, sia i volumi del gettito che il numero di Comuni che hanno introdotto la tassa che, comunica l’Osservatorio, è cresciuto di anno in anno raggiungenfo quota 1013 (27 le new entry di quest’anno).

Più gettito: le cause

Nonostante la battuta di arresto dei flussi turistici registrata nei mesi di picco di luglio e agosto, il gettito dell’imposta di soggiorno è cresciuto per motivi differenti: “L’aumento dei Comuni che hanno adottato l’imposta, e il rialzo ( talvolta il raddoppio) delle tariffe deciso da molti enti locali hanno spinto gli incassi”, ha spiegato al Il Sole 24 Ore Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno. “Inoltre, la flessione del turismo ha interessato soprattutto le zone balneari e non le città d’arte, che raccolgono la maggior parte degli introiti. Ed è anche cresciuta la clientela straniera, in particolare americana, che predilige hotel 4-5 stelle dove l’imposta è più elevata”.

Quest’anno, poi, la legge di bilancio ha permesso alle destinazioni che con il turismo raggiungono un afflusso 20 volte superiore al numero dei residenti di poter raddoppiare la tassa fino alla soglia massima di 10 euro. Delle cinque che avrebbero potuto farlo –  Rimini, Venezia, Verbania, Firenze e Pisa – solo Firenze ha deciso per l’incremento, con un tetto fino a 8 euro. “A Roma – ricorda ancora l’Osservatorio – dove il limite era già di dieci euro in base a una normativa ad hoc, l’attuale soglia massima di sette euro salirà a dieci dal 1° ottobre, diventando così la più elevata d’Italia”. Proprio la Capitale è la città a maggior gettito, stimato nel primo semestre 2023 a 61 milioni di euro, che potrebbero diventare 159 a fine anno (contro i 132 del 2022).

Il nodo-affitti

Nella sua analisi per Il Sole, l’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno dedica poi un focus sul tema dell’applicazione rispetto alle case vacanza affittate tramite le piattaforme di sharing. Ma qual è al momento la situazione? “Airbnb ha concluso accordi bilaterali con 24 Comuni che comprendono alcune delle città d’arte con i maggiori incassi, come Roma, Milano, Firenze e Napoli (ma non Venezia): la tassa viene raccolta dalla piattaforma e riversata agli enti locali. Per gli altri Comuni – si legge – Airbnb ha siglato un accordo con l’Anci sulla base del quale, effettua la raccolta (e poi riversa il ricavato) anche per i Comuni che aderiscono all’intesa: a oggi poco più di un centinaio. È però l’unica piattaforma ad essersi mossa in questa direzione. Secondo l’Osservatorio sulla tassa di soggiorno, gli incassi da questo settore potrebbero superare i 431 milioni di euro”.

Le richieste degli albergatori

Tra le criticità sull’imposta osservate, anche quelle relative all’uso del gettito da parte degli enti locali, non sempre indirizzato alle politiche turistiche, come ricordano spesso anche gli albergatori: gli importi della tassa di soggiorno “costituiscono un costo importante, che grava in grandissima parte sui clienti delle strutture alberghiere. Questi numeri – aveva sottolineato poche settimane commentando i dati 2022 fa la presidente di Aica-Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo – confermano l’impatto del nostro settore sull’economia dei territori. Un gettito importante è quello della tassa di soggiorno che va a finire nelle casse comunali. Fondi di una portata straordinaria che chiediamo vengano riutilizzati a sostegno del settore e della competitività turistica delle nostre destinazioni“.

 

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