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Superare con sagacia (e ottimismo) l’emergenza | Overcoming the emergency with rationality (and optimism)

Di Dennis Zambon, 2 Marzo 2020

Articoli, servizi, interviste: ovunque si sta parlando di difficoltà del turismo. Così mi sono ricordato di un convegno (sempre, in questi casi, si fanno convegni) a Milano nel novembre del 2001: come reagire alla crisi post Torri Gemelle.
Ultimo oratore, dopo diversi colleghi che avevano dissertato su come tappare il buco creato dall’assenza degli americani, illustrai, dilungandomi, la lunga e gloriosa storia della (allora) mia compagnia, Hilton, leader indiscussa del settore. Spiegai che i nostri super esperti avevano studiato a fondo il problema al fine di dotare, noi manager, degli strumenti più efficaci per affrontare la crisi. Dissi che eccezionalmente, avevo con me tali strumenti affinché anche i colleghi in sala potessero trarne beneficio.
Con un po’ di suspense, estrassi da una busta in plastica del supermercato alcune confezioni di kleenex. Sembrerà strano, ma la platea apprezzò l’intervento. Facce un po’ più serene.
Quante volte ci siamo trovati con i viaggiatori che non viaggiano più ed il mondo che rallenta, si ferma? Tanto per rinfrescarci la memoria, ricordiamo i primi anni ’80, crisi della Sirte e terrorismo a Fiumicino, 1991 con la prima guerra del Golfo, 11 settembre 2001, poi la Sars e la seconda guerra del Golfo e ancora Lehman Brothers, Ebola, attentati di Parigi fino ad oggi con Covid-19.
In ogni occasione, allarmi e nuove strategie commerciali per attirare altri flussi, elimina il pianista, togli i fiori freschi e manda in ferie chi ne ha di arretrate.
Non sappiamo ancora come evolverà la situazione, quanto durerà l’emergenza e la crisi di prenotazioni, ma intanto possiamo dedicarci a sistemare le nostre strutture, formare i collaboratori, studiare la concorrenza, andare a visitare qualche nuovo albergo di brand innovativi e nuove proposte di ristorazione: tutte quelle cose che, di solito, accantoniamo con il timbro “non c’è tempo”.
Pare evidente che non si sono chiusi in casa solo i cinesi. Tra quarantene e termometri negli aeroporti di certo passa la voglia di viaggiare a chiunque. Magari anche i nostri compatrioti decideranno di godersi fine settimana lunghi e ferie (già, le ferie si godono, non si smaltiscono!) evitando le destinazioni estere per privilegiare il Bel Paese: forse vale la pena di valutare questa possibilità. Pare sia un segmento particolarmente spendaccione e generoso in fatto di mance…
Insomma, superare (con ottimismo) l’emergenza.
Mal che vada, in ogni caso, ha da passà ‘a nuttata*.

*Napoli milionaria – Eduardo De Filippo


 

Newspaper coverage, articles, interviews: the difficulties in tourism are all over. It reminds me of a conference (there are always conferences held in times of trouble) in Milan in November 2001: how to respond to the Twin Towers crisis.
Being the last speaker, after several colleagues who had disserted on how to fill the hole left by the absence of Americans, I described at length the long and glorious experience of my (then) company, Hilton, the unchallenged industry leader. I explained that our super experts had studied the issue thoroughly in order to provide us managers with the most effective tools to confront the crisis. I added that, exceptionally, I had brought those tools with me for the benefit of my colleagues at the conference.
With some suspense, from a plastic supermarket bag I produced a few packages of kleenex. Strange as it may seem, the audience appreciated my contribution. Their faces looked more relaxed.
How many times have we found ourselves with travellers who no longer travelled, and the world slowing down, grinding to a halt? Just to refresh our memory, let’s think of the early ’80s, the Sirte crisis and the terrorist attack at Fiumicino, 1991 and the First Gulf War, Nine Eleven 2001, then SARS and the Second Gulf War, and then again Lehman Brothers, Ebola, the Paris attacks , until today with Covid-19.
In each instance, great alarm and new sales strategies to attract new flows, do away with the pianist, remove the fresh flowers and give holidays to employees with unused vacation days.
We don’t yet know how the situation will evolve, how long the emergency and the fall in bookings will last, but, in the meantime, we can devote ourselves to doing work in our facilities, training our staff, analysing our competitors, visiting some new innovative hotel and new restaurant proposals: all the things we usually put off because we are “too busy”.
It seems clear that not only the Chinese are staying at home. The quarantines and thermometers at the airports certainly discourage anybody from travelling. Maybe even our fellow countrymen will decide to enjoy their long weekend and holidays (because holidays are to be enjoyed, not to be used up!) in our Bel Paese, rather than choosing foreign destinations: it may be worth considering this possibility.
It is supposed to be a segment of particularly big spenders, and generous with tips…
In short, we will overcome the emergency (with optimism).
At worst, and in any case, ha da passà ‘a nuttata*.

*The night will have to pass (Side Street Story – Eduardo De Filippo)

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