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Studiare le lingue con facilità

Fare associazioni creative aiuta molto a ricordare le parole

Fare associazioni creative aiuta molto a ricordare le parole

Di Matteo Salvo, 30 Agosto 2012

La stragrande maggioranza dei corsi di lingua, anche quelli più avanzati, si basano sul sistema della ripetizione: ossia sull’apprendimento di una parola, di un verbo, di una frase , da ripetere, ripetere, ripetere, ripetere. È questa però una metodologia che, oltre a essere terribilmente noiosa, non permette di assimilare le informazioni a lungo termine: con il sistema della ripetizione, infatti, acquisiamo sì faticosamente delle nozioni, ma poi le dimentichiamo velocemente e facilmente. Risultato: tempo sprecato, soldi sprecati, fatica sprecata. E sapete perché? Perché è un sistema contro natura, che va contro, cioè, i naturali processi di apprendimento del nostro cervello.
Pensate a un bambino di 7-8 anni: riesce a esprimere qualsiasi concetto e a comunicare con chiarezza ed efficacia, ma se gli dovessimo chiedere che cos’è una preposizione subordinata o un congiuntivo imperfetto, ci prenderebbe per pazzi. Questo perché lui ha imparato la lingua vivendola; l’adulto studiandola. È una differenza fondamentale: quando viviamo un’esperienza con tutti i nostri sensi, essa ci rimane impressa ben più di una cosa che leggiamo su un libro; anche se la ripetiamo cento volte. Un esempio concreto: io penso di parlare un italiano corretto, ma se uno straniero mi chiedesse di spiegargli la regola grammaticale per cui si dice «ci vediamo a casa mia» e non «alla mia casa», l’unica risposta che saprei dargli è: «Si dice così».
Se volete imparare le regole grammaticali accademiche, magari per scrivere una tesi di laurea presso la più prestigiosa università locale, allora è un’altra storia; ma se quello che vi interessa è apprendere una lingua, in modo da poter dialogare con i clienti o i fornitori stranieri e chiacchierare liberamente con la gente del posto, allora esistono sette regole d’oro che possono davvero aiutarvi. Perché, alla fine, il problema non è come imparare una lingua, ma come tenerla a mente.

La priorità, all’inizio, non è conoscere perfettamente ogni regola grammaticale, ma farsi capire nei discorsi di vita quotidiana. Se, per esempio, un viaggiatore internazionale vi dicesse «Io domani partire Bologna» e si trovasse in quel momento a Milano, capireste subito la sua intenzione di andare il giorno dopo a Bologna; se invece si trovasse a Bologna, sarebbe immediatamente evidente la sua volontà di partire dalla città felsinea per andare altrove. È vero che grammaticalmente non è corretto, ma è un inizio per farsi capire e poi, parlando e interagendo, migliorare.
Concentriamoci sull’apprendimento dei vocaboli: se conoscete a fondo le regole grammaticali più complesse, ma avete un repertorio limitato di parole, non andate da nessuna parte. Viceversa, se conoscete anche solo le parole base di una lingua, avete sicuramente modo di farvi capire in qualsiasi situazione.
Non aver paura del giudizio altrui. La timidezza linguistica è un freno terribile: molte persone non iniziano a parlare fino a quando non sono completamente sicure dell’esatta pronuncia di ogni vocabolo e della perfetta costruzione delle frasi. Ma facendo così rischiano di non dire mai una parola. Lo dice il proverbio: «Sbagliando s’impara». Qualsiasi apprendimento passa attraverso diverse fasi: quando da piccoli abbiamo iniziato a camminare, per esempio, sicuramente siamo caduti un bel po’ di volte, ma non per questo ci siamo fermati. Altrimenti, se ci fossimo fermati al primo ruzzolone, ci muoveremmo ancora oggi gattonando a quattro zampe.
Se ti diverti impari di più: cercate di inserire l’apprendimento della lingua all’interno di cose che vi appassionano, come la musica, i documentari, i film, gli audiolibri o gli audiocorsi di vostro interesse. All’inizio magari farete un po’ fatica, ma piano piano acquisirete e consoliderete mentalmente la sonorità, la pronuncia e l’inflessione della nuova lingua.
Il modo migliore per imparare una lingua è parlarla. Cercate quindi tutte le situazioni in cui potete mettervi alla prova dal vivo: ospitate un amico straniero a casa, viaggiate all’estero, oppure anche semplicemente date delle indicazioni a dei turisti internazionali incontrati nella vostra città.
Prendete nota di tutti i nuovi vocaboli che scoprite: potrete così rendervi conto dei progressi del vostro dizionario personale e del vostro patrimonio di vocaboli.
Fate sempre associazioni creative per ricordare le nuove parole che incontrate. Per fare un esempio particolarmente divertente, provate a cimentarvi con la traduzione inglese del verbo dormire: «To sleep». Un’immagine utile a memorizzarla è così quella di un tipo bizzarro che, per facilitare il proprio sonno, dorme sempre con degli slip in testa.

Chi è Matteo Salvo
WWW.MATTEOSALVO.COM

Nato a Genova 35 anni fa, Matteo Salvo insegna da oltre dieci anni tecniche di memoria e metodologie di studio anche all’estero, sia in lingua inglese sia in lingua spagnola. Ha fondato e dirige la scuola mindperformance, con sede a Torino, specializzata in strategie di apprendimento efficace e nel miglioramento e nello sviluppo delle risorse umane. Dal 2008 è inoltre docente di mnemotecnica presso la scuola nazionale di metodologia della didattica dell’Accademia italiana di economia aziendale. È poi master practitioner in programmazione neurolinguistica e, dopo la maturità classica, si è laureato in ingegneria meccanica presso l’università di Genova. È il primo e, attualmente unico, ThinkBuzan licensed instuctor in Italia, ossia istruttore certificato dallo psicologo inglese Tony Buzan, per insegnare le mappe mentali. Ha scritto i libri Il segreto di una memoria prodigiosa, Impara l’inglese in un mese e il corso di lingua, completo di dvd, Memo English, editi dalla casa editrice Gribaudo.

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