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Strategie per travel policy

Di Massimiliano Sarti, 16 Marzo 2007

Sono stati resi noti i dati della sesta edizione dell’Osservatorio sul business travel. La ricerca, patrocinata dal dipartimento di statistica dell’università di Bologna e pubblicata da Turismo d’Affari, è ormai diventata un appuntamento tradizionale per fare il punto sullo stato dell’arte nel settore. Le indicazioni di quest’anno mostrano un leggero incremento del numero di viaggi, che sono cresciuti dello 0,4% tra il 2005 e il 2006. Disaggregando i dati, emerge che l’aumento ha riguardato soprattutto i viaggi internazionali verso le destinazioni europee (+2,2%), mentre a livello nazionale cresce il lungo raggio (+2,2%) a scapito delle trasferte regionali (-2,4%). In generale, calano i viaggi di lunga durata a favore di quelli di pochi giorni e dell’escursionismo d’affari. Le società, insomma, sono sempre più attente a razionalizzare le spese di travel management, al contempo cercando di raggiungere gli obiettivi professionali e di incentivazione riposti nel viaggio.
Parliamo dei riflessi che quest’analisi può avere sul mercato del business travel, e delle strategie disponibili ai travel manager per venire incontro alle esigenze delle imprese, con Enrico Bertoldo, direttore marketing di Amadeus Italia, società sponsor per il quarto anno consecutivo dell’osservatorio. «Noi crediamo molto nell’utilità di questi studi, che mettono in evidenza con puntualità le tendenze del mercato. Nostro obiettivo non è tanto, infatti, quello di lavorare per, quanto insieme ai travel manager, per fornire loro gli strumenti necessari ad adattarsi alle evoluzioni della realtà dei viaggi d’affari. A chi si occupa di gestire le trasferte aziendali, noi mettiamo a disposizione uno strumento, l’e-travel management, che permette ai dipendenti di un’azienda di pianificare e prenotare in modo semplice e immediato i viaggi di lavoro, nel completo rispetto delle politiche aziendali».
Domanda. Quali sono i vantaggi competitivi che una soluzione come l’e-travel management può portare alle imprese e ai travel manager?
Risposta. Proprio la possibilità di implementare nel nostro programma le travel policy aziendali è uno degli atout fondamentali del nostro prodotto. Un viaggio d’affari comprende in sé numerosi aspetti, molti dei quali riguardano la sfera emozionale e psicologica di chi viaggia. Sintetizzando, si può dire che siano quattro gli ambiti critici interessati dall’organizzazione di una trasferta: esiste una sfera personale, che attiene ai problemi connessi con lo stress psicofisico generato dal viaggio in sé; una interpersonale, relativa ai confronti fra i trattamenti riservati ai colleghi; una intraziendale, che riguarda la difesa della specificità di ogni singolo ruolo all’interno della società; una manageriale-organizzativa, che si riferisce alla ricerca delle condizioni migliori ai prezzi più convenienti. Ecco, proprio la mancata applicazione puntuale di una travel policy a 360 gradi può generare attriti, incomprensioni e inefficienze, con ricadute negative sui risultati attesi.
D. Dal punto di vista più strettamente legato alla valutazione dei costi-benefici, invece, cosa si può dire?
R. Innanzitutto va premesso che il mercato italiano è ancora molto indietro. Le società considerano prevalentemente come una perdita di tempo la gestione dei viaggi d’affari. Tuttavia, chi ha saputo investire in strumenti professionali per il travel management si è stupito positivamente della loro efficienza e della razionalizzazione dei costi ottenuta. Tra i vantaggi competitivi che un tool di gestione del business travel garantisce, c’è sicuramente la possibilità di ottenere una reportistica esaustiva. Una risorsa, questa, fondamentale per ridurre le inefficienze e migliorare le performance. Ma non solo, molto spesso chi si rivolge solamente all’offerta on-line può avere delle difficoltà a ottenere confronti esaurienti tra le numerose proposte disponibili. Proprio il benchmarking è una delle funzioni principali che uno strumento come il nostro è in grado di fornire al travel manager, tanto più se si considera che l’e-travel management è collegato con la vastissima banca dati del gds Amadeus.
D. Molti analisti sostengono che la vendita diretta on-line sarà il prossimo futuro nel mondo del turismo, sia leisure sia business. Voi cosa ne pensate e quali sono gli strumenti di cui vi state dotando per affrontare questa possibile evoluzione?
R. Dati alla mano, il fenomeno della disintermediazione, pur pronosticato da molti, è ancora limitato. Secondo i dati dell’osservatorio, nel settore del business travel solo il 6,1% dei trasporti e il 4,1% degli alloggi viene acquistato direttamente on-line. Inoltre, proprio nei mercati più maturi da questo punto di vista, come gli Stati Uniti, la diffusione di tool di travel management è più diffusa. È innegabile, tuttavia, che la tendenza a utilizzare internet come mezzo sostitutivo dell’intermediario sia in seppur contenuta crescita, soprattutto quando si tratta di prenotare viaggi poco complessi. Per questo motivo la nostra offerta, pur mantenendo come core business l’erogazione di servizi gds, si sta progressivamente spostando verso la consulenza. Agli agenti di viaggio, nell’importanza del cui ruolo crediamo moltissimo, e ai travel manager forniamo gli strumenti per l’empowerment della loro professionalità, sia in termini di riconoscimento aziendale sia di responsabilizzazione delle loro mansioni. Alle aziende cerchiamo di mostrare che non sempre l’on-line è la migliore soluzione per le loro esigenze.

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